Le differenze rispetto ad un corso di formazione lavori in quota base, gli esercizi e i DPI con cui addestrare i lavoratori.
Magazzini automatici è sinonimo di addestramento lavori in quota, addestramento all’uso dei DPI anticaduta e, più in generale, formazione contro le cadute dall’alto.
Perché i magazzini automatici sono ambienti complessi in cui i rischi di caduta dall’alto si presentano sotto molteplici forme e dove gli accessi in quota possono essere molto tecnici (leggi articolo sui miglioramenti della sicurezza anticaduta nei magazzini automatici)
La formazione e l’addestramento lavori in quota per gli addetti alla manutenzione magazzini automatici non possono quindi limitarsi agli elementi base, come quelli che si insegnano in un generico corso lavori in quota, strutturato per chi lavora in copertura, su superfici piane o leggermente inclinate.
In questo articolo, scritto in collaborazione con gli specialisti IN-SAFETY® Maurizio Madonia e Corrado Mosca Riatel, cercheremo di offrire una panoramica di come dovrebbe essere fatta la formazione e con quali DPI e a quali manovre sarebbe bene addestrare il personale.
Per la parte primo soccorso, ha collaborato Santino Fratti, soccorritore per passione e specialista del Consorzio IN-SAFETY®.

Istruttore di SOLUZIONI VERTICALI spiega l’utilizzo di una scala FABA™ appena installata e come passare dalla scala all’ancoraggio e viceversa
Chi necessita di addestramento per lavori in quota per lavorare nei magazzini automatici.
Come specialisti in DPI e sicurezza anticaduta, lavoriamo con molti proprietari di magazzini automatici ma anche con molte aziende che devono accedere in questi ambienti per svolgere manutenzioni a vario titolo.
Spesso lavoriamo anche con produttori di trasloelevatori e scaffalature.
Per loro curiamo sia tutta la parte di progettazione e installazione dei sistemi di protezione contro le cadute dall’alto, sui trasloelevatori e sulle scaffalature, fino alle procedure di lavoro e le procedure di salvataggio ed evacuazione.
Ne consegue che gli curiamo sia la scelta dei DPI sia la formazione e l’addestramento lavori in quota del personale.
Pertanto formiamo principalmente installatori e tecnici manutentori: addetti ai montaggi, elettricisti, meccanici e idraulici così come gli specialisti in sistemi informatici e di telecomunicazione.
Formiamo e addestriamo anche gli addetti interni cioè coloro che gestiscono e controllano il magazzino automatico (c’è chi li chiama magazzinieri), che devono intervenire manualmente in caso di inceppamenti o di problemi con i materiali sulle scaffalature.
Non ultimi, gli addetti alle emergenze.
Normativa formazione e addestramento lavori in quota per addetti ai magazzini automatici.
La formazione degli addetti al lavoro e accesso in quota all’interno dei magazzini automatici è una formazione di tipo datoriale, in ottemperanza agli artt. 36 e 37 del D.lgs 81/2008 (sull’obbligo di informazione e formazione del lavoratore da parte del datore di lavoro).
A questi si aggiunge l’art. 77 che prevede l’obbligo di formazione e addestramento specifico da parte del datore di lavoro all’uso dei DPI di III^ categoria.
In caso di soccorso ed evacuazione, come vedremo più avanti, è importante anche la formazione al primo soccorso, almeno come da indicazioni del DM 388 del 2003 al quale aggiungere l’addestramento specifico all’uso di presidi di soccorso, quelli utili per chi lavora in quota, cioè in postazioni non facilmente raggiungibili per i soccorsi sanitari.
I DPI anticaduta sui quali fare formazione e addestramento.
Non si può parlare di formazione e addestramento DPI se prima non si decide quali sono i dispositivi più idonei al lavoro in quota nei magazzini automatici e dove vanno impiegati (procedure).
Di seguito alcune indicazioni sulle corretta scelta data la natura dell’ambiente e gli elementi presenti in un magazzino automatico.
L’imbracatura ideale nei magazzini automatici.
Il primo dispositivo di protezione individuale da scegliere è l’imbracatura: l’imbracatura che consigliamo è quella a 5 punti con cosciali imbottiti; con ancoraggi anticaduta EN 361, cintura di posizionamento integrata EN 358 e anello ventrale di progressione EN 813.
Gli attacchi di posizionamento laterale e il ventrale saranno utili nelle manovre di passaggio da una postazione all’altra e nel posizionamento su trasloelevatori o sulle scaffalature.
Il cordino anticaduta a Y.
Con rischio caduta, serve cordino anticaduta EN 355 a Y, con i bracci corti, dai 90 ai 120 cm al massimo.
Lavorando su elementi verticali, come sui tralicci, il cordino corto è meno ingombrante e aiuta a mantenere il fattore di caduta basso.
Si attacca all’anello anticaduta sternale con connettore automatico EN 362, meglio se in alluminio con apertura a 3 movimenti.

Connettori per i cordini a Y
Alle 2 estremità della Y ci dovranno essere connettori EN 362, palmari, facili da maneggiare; di tipo direzionale, con anello di attacco del cordino isolato rispetto all’elemento che va sull’ancoraggio.
Le dimensioni dell’apertura dovranno essere commisurate a quelle degli ancoraggi.
Se traslo e scaffalature sono dotate di ancoraggi preinstallati a norma EN 795, i connettori saranno a filo piccolo. Se come ancoraggio, fatte le dovute verifiche, si prevede di utilizzare gli elementi strutturali delle scaffalature (traversi o nodi di intersezione) le dimensioni dovranno essere tali da consentirgli di chiudersi completamente e flottare liberamente. Si trovano anche di oltre 110 mm di apertura.
Se si opera in differenti magazzini automatici e/o con sistemi di ancoraggi variabili, potrebbe essere utile avere cordini a Y con connettori intercambiabili o fettucce di ancoraggio accessorie (vedi ABSORBICA-Y-TIE-BACK )
Sulla scelta degli elementi strutturali della scaffalatura ne abbiamo parlato nell’articolo sui miglioramenti delle sicurezza nei magazzini automatici.
Ancoraggi flessibili antitaglio EN 795/B.
Servono a creare ancoraggi temporanei dove non è possibile utilizzare direttamente sulla struttura i connettori a grande apertura. Antitaglio perchè in genere nei magazzini automatici si ha a che fare con profili metallici, più o meno taglienti; o peggio, con possibili sbavature di zincatura, affilate come lamette.
Sul mercato si trovano ancoraggi flessibili formati da cavi d’acciaio asolati e rivestiti di gomma o calza tessile (perché anche il trefolo del cavo metallico può danneggiarsi).
Oppure fettucce tessili con all’interno cavetti d’acciaio, tipo le TEXORA WIRE.
Ogni operatore dovrebbe averne almeno 4 nel proprio kit, magari di 2 dimensioni diverse.

Cordini di posizionamento EN 358.
Fermi in postazione di lavoro, protetti dal cordino anticaduta, l’operatore potrà utilizzare un cordino di posizionamento di tipo regolabile per poter avere le mani libere e operare.
Lo utilizzerà in configurazione doppia, con gli anelli laterali della cintura di posizionamento; oppure in configurazione singola, sull’anello ventrale EN 813.
È importante che abbia una guaina di protezione anti taglio e che la regolazione sia veloce e precisa: meglio i cordini a cricchetto tipo C.A.M.P. Rope Adjuster, Skylotec ErgoGrip o Tractel LCM 06.
Meglio ancora se sono multiuso tipo Grillon di PETZL, Il DRUID di C.A.M.P o il LORY X di Skylotec: questi dispositivi sono certificati anche come ancoraggi temporanei EN 795 Tipo B, linee vita Tipo C e come discensori EN 341.
Elmetto con sottogola.
In tutti i lavori in quota con rischio di caduta va sempre indossato l’elmetto con sottogola.
In genere EN 397 a meno che non si debba abbinare a lavori sotto tensione o non si decida, in seguito ad una corretta valutazione del rischio, di usare elmetti di tipo alpinistico EN 12492.
La scelta della marca e del modello è spesso molto personale, come abbiamo spiegato nell’articolo Elmetto protettivo per lavori in quota: quali consigliano gli specialisti.
Così come gli accessori e gli altri DPI abbinabili (visiere, otoprotettori, sistemi intercom, lampade, para collo, ecc.)

Anticaduta oggetti e guinzagli per attrezzi.
Ogni attrezzo da portare in quota va tenuto in un contenitore (che sia una sacca o una cintura porta attrezzi) e assicurato a questo mediante guinzagli specifici e dimensionati in base al peso dell’attrezzo. Meglio se con scheda tecnica e garanzie del produttore.
Non è ammissibile che qualche strumento cada di mano, mettendo in pericoli i colleghi più in basso o rischiando di danneggiare macchine e impianti presenti nel magazzino.
Leggi l’approfondimento sui pericoli caduta attrezzi e come evitarli.
I DPI e le attrezzature di soccorso.
Con il rischio caduta dall’alto e lavoro su postazioni in quota di difficile accesso (intese come raggiungibili solo via accessi verticali), ci deve sempre essere una procedura di salvataggio ed evacuazione.
Il kit di soccorso sarà composti da quei dispositivi e presidi previsti dalla procedura. Così come ci deve essere il kit di primo soccorso. Per approfondire, leggi l’articolo sui Kit di soccorso e salvataggio per lavori in quota: come e con cosa comporlo .
Altre attrezzature e dpi utili nei magazzini automatici.
In alcune situazioni particolari, specie se si lavora agli ultimi piani delle scaffalature, possono risultare necessarie le linee vita provvisorie, a fune o a fettuccia tessile.
Sono dispositivi EN 795 Tipo C, definibili anche ancoraggi lineari flessibili o più comunemente linee vita temporanee. Da utilizzare solo dopo aver predisposto ancoraggi terminali idonei o aver verificato la tenuta delle strutture esistenti definendo i punti di installazione.
Altre attrezzature utili possono essere i verricelli per il sollevamento dei materiali come ad esempio i winch a fune di HARKEN INDUSTRIAL : strumenti tecnici molto potenti e flessibili.
Abbinati a carrucole e altri tipi di paranco in fune, se ben impiegati, permettono di movimentare sia materiali sia persone. Esistono anche motorizzati.
Altrimenti paranchi a cavo metallico, manuali o elettrici.
In entrambi i casi, vanno applicati a punti di ancoraggio verificati come ad esempio un braccio davit, tipo quelli impiegati per soccorrere persone dagli ambienti confinati.
I bracci davit, detti anche gruette, sono ancoraggi EN 795 tipo B con struttura rigida portante.
Come spiegato nel precedente articolo, si possono impiegare, ad esempio, per l’evacuazione di feriti da magazzini automatici con base sotto il livello del piano stradale, in barella o con triangolo di evacuazione.
Tutte queste attrezzature possono rientrare nella definizione di DPI (verricelli di soccorso = EN 1496, triangolo di evacuazione = EN 1497) e pertanto rientrare tra gli obblighi di formazione e addestramento.

Programma base ed esercizi consigliati per un corso per lavori in quota e addestramento in un magazzino automatico.
Una formazione con addestramento base sull’uso dei DPI di terza categoria per i lavoro in quota all’interno di un magazzino automatico necessita di un programma di almeno 8 ore, divisibile in due parti. Le tempistiche sono indicative per classi di massimo 6 allievi per istruttore.
Nella prima parte, le prime 3 ore di teoria sono di informazione e formazione relativa ai rischi connessi ai lavori in quota:
- definizioni e normative di riferimento;
- metodi di valutazione e riduzione dei rischi;
- scelta dei sistemi di protezione collettiva e tipologie;
- scelta dei sistemi di accesso in quota con cenni sulle scale portatili;
- scelta e rischi nell’uso di sistemi di ancoraggio anticaduta e dei DPI (rif EN 363): dai sistemi a trattenuta fino alla forza shock, i tiranti d’aria e la sindrome da sospensione inerte;
- classificazione dei DPI anticaduta per uso e tipologia con cenni sulle EN di riferimento;
- cenni sulle procedure di salvataggio ed evacuazione;
Il programma sarebbe in realtà molto più complesso e potrebbe impiegare anche decine di ore. Ma se lo affrontiamo dal punto di vista dei lavoratori, le nozioni fondamentali possono essere condensate.
Segue 1 ora di pratica in cui si spiegano i controlli pre-uso sui DPI oggetto dell’addestramento e si lavora sulla corretta vestizione dell’imbracatura.
Come esempio, qui un video tratto da uno dei nostri workshop con Enrico Bernardi, specialista IN-SAFETY® e formatore di grande esperienza.
Nella seconda parte della giornata si inizia ad eseguire le manovre base con i vari DPI spiegando per ognuno, manuale alla mano, le prestazioni e gli usi consentiti.
Ecco alcuni esercizi base utili all’addestramento per il lavoro nei magazzini automatici.
Uso dei dispositivi EN 353-1 su scale verticali, carrelli o navette su cavo.
L’allievo dovrà imparare a gestire il dispositivo in salita e la discesa. In caso di sosta sulla scala, dovrà imparare a gestire ed utilizzare il cordino EN 358 in modalità doppia per il posizionamento.
Come variante, insegnare la modalità di sbarco con uso del cordino anticaduta a Y. Questa seconda parte è fondamentale quando si deve insegnare il passaggio dalla scala alla culla o dalla scala alla scaffalatura e viceversa.
Salita e discesa da strutture verticali con del cordino di progressione a Y EN 355.
Si dovrà insegnare la giusta progressione dei connettori per una costante protezione dell’operatore a fattore caduta tra zero e 1. Sia verso l’alto sia in discesa.
Si dovrà dare importanza anche alla corretta scelta dei punti di ancoraggio del cordino a Y: dovranno essere solo quelli indicati nella procedura e preventivamente verificati.
Fare attenzione, ad esempio, che i connettori una volta sull’ancoraggio, lavorino lungo l’asse corretto e non sforzino in maniera innaturale sugli spigoli delle strutture esistenti.
Come variante, fare utilizzare le fettucce anti taglio EN 795/B per creare dei punti di ancoraggio adatti ai connettori dei propri cordini (sempre come da procedura verificata).
Seconda variante, fare eseguire progressioni orizzontali con la tecnica “attacca e stacca”, da uno scaffale all’altro o dallo scaffale al traslo elevatore se sono manovre previste nelle procedure.

Posizionamento con cordino EN 358
Come per la scala EN 353-1, durante gli esercizi di progressione, far posizionare il lavoratore mediante l’uso del cordino sugli anelli laterali EN 358 dell’imbracatura. Insegnare l’ordine corretto delle manovre per passare dalla progressione al posizionamento e viceversa.
Come variante, se previsto dalle procedure, far posizionare l’operatore mediante cordino in configurazione singola su anello ventrale EN 813.
Uso e gestione degli attrezzi al guinzaglio.
Durante le prove pratiche, gli allievi dovrebbero avere con sé anche gli attrezzi che sono soliti utilizzare, correttamente collocati sui porta attrezzi dell’imbraco o in una eventuale tool bag. Sempre legati ai loro guinzagli. I discenti devono fare delle prove per capire come gestirli, pesi e ingombri.
Altri esercizi utili.
Se previste dalle procedure, impiegare parte delle 4 ore per insegnare ai discenti come installare le linee vita o altri ancoraggi provvisori, insegnando loro a leggere i manuali d’uso e le indicazioni dei punti di ancoraggio specificatamente individuati.
Come variante, insegnare a combinare l’uso delle linee vita provvisorie con altri tipi di cordino anticaduta quali EN 360 e EN 353-2
Come gestione dei tempi, questi dipendono da molti fattori tra cui gli spazi disponibili in relazione al numero di allievi e di istruttori. Ma anche in base al tipo e al numero di DPI previsti nelle procedure.
È molto probabile che in 4 ore non si riesca ad addestrare tutti a tutti gli esercizi proposti e ci vogliano altre 4 o addirittura 8 ore.

Addestramento alle procedure di salvataggio ed evacuazione nei magazzini automatici.
Premessa 1: l’argomento è complicato e alla fine del paragrafo rimandiamo ad altri articoli più specifici scritti da noi o dai nostri partner.
Premessa 2: in un ambiente di lavoro noto, sono noti i rischi e si possono prevedere, con un certo margine, tutti i possibili incidenti/infortuni in quota. Quindi si può scrivere una procedura di salvataggio ed evacuazione che prenda in considerazione il caso più grave.
Premessa 3: è nostra ferma opinione che chiunque possa trovarsi a dover eseguire una procedura di salvataggio, dovrebbe essere formato anche al primo soccorso, meglio se non non limitato alla base DM 388 ma con modulo specifico per lavori in quota.
Santino Fratti, soccorritore volontario con esperienza decennale ed istruttore IRATA nonché tecnico IRATA Level 3 e SPRAT Lv. 3, consiglia un programma minimo di 16 ore che comprenda anche l’uso e gestione di presidi specifici per il primo soccorso medico in quota e le nozioni base per imparare a discriminare con una certa sicurezza la tipologia di infortunio. E comunque non si diventa soccorritori professionisti.
Quindi l’addestramento andrà fatto esclusivamente sulla procedura aziendale e per imparare ad usare e gestire esclusivamente il kit (o i kit) previsto in dotazione. Se si hanno velleità di diventare dei soccorritori, si dovrà seguire percorsi diversi e specializzanti.
Premesso quanto sopra, imparare la manovra più basica – portare a terra in verticale un lavoratore rimasto appeso al suo anticaduta utilizzando un kit a paranco e discensore – prevede un impegno minimo di 4 ore. Su scala anticaduta o su scaffalature.
Leggi ad esempio articolo Scale anticaduta faba ™ di tractel e procedura di soccorso
La prima volta sarebbe bene simularla in una palestra attrezzata di un centro di formazione, in tutta sicurezza e con l’ausilio di manichini a peso reale.
Per provarlo direttamente all’interno di un magazzino automatico, con “cavia umana” si dovranno adottare misure di sicurezza aggiuntive per compensare eventuali errori da principianti. Ad esempio, usare una seconda fune di back-up o un anticaduta aggiuntivo.

Formazione aggiuntiva per chi lavora in quota nei magazzini automatici.
Come accennato, potrebbero essere necessari moduli aggiuntivi che hanno un percorso tutto suo, a volte già normato, come ad esempio la formazione all’uso di PLE e relativi DPI.
Altra formazione potrebbe essere fatta sulla movimentazione carichi mediante winch e funi oppure formazione specifica all’uso delle scale portatili come ampiamente descritto nell’articolo in collaborazione con Francesca Albanese, Formazione scale portatili e addestramento.
Gli scenari che ci possono complicare la vita sono quelli in cui i magazzini automatici sono refrigerati o peggio, sub ossigenati: in questi è necessaria specifica formazione all’uso APVR che arriva fino a 21 ore se prevedono il soccorso (DM 2 maggio 2001).
Poi è fondamentale ripetere addestramenti periodici e aggiornamenti.
PRIMA procedure, POI formare e addestrare.
In conclusione, come si evince in molti passaggi di questo articolo, l’ottimizzazione e l’efficacia di un programma di formazione e addestramento per lavori in quota in un magazzino automatico, ha un iter ben definibile:
- riduzione al minimo dei rischi e delle manovre necessarie;
- scrittura di procedure di lavoro e salvataggio, semplici, efficaci ed ergonomiche;
- scelta dei corretti DPI sulla base delle procedure scritte;
- formazione e addestramento basato sulle procedure;
- tornare ad addestrarsi periodicamente.
Articolo scritto in collaborazione con gli specialisti IN-SAFETY®:
Corrado Mosca Riatel, titolare di Soluzioni Verticali srl, Biella
Maurizio Madonia, titolare di TecnoMad srl, socio di Neos srl, Palermo
Santino Fratti, PRAXIS, Sondrio