Come progettare una corretta aerazione spazi confinati utilizzando sistemi di ventilazione naturali e artificiali appositamente calcolati.
In questo articolo voglio affrontare l’argomento aerazione spazi confinati da un punto di vista tecnico pratico.
In quanto, nel nostro ambiente si fa u gran parlare di gruette, tripodi, imbracature e tecniche per l’accesso, il lavoro e l’estrazione.
Poco però ho trovato in rete sull’argomento aerazione spazi confinati se non qualche sito di vendita di appositi aeratori (o ventilatori) compatti e specifici per tali ambienti di lavoro.
Ma il mezzo è superfluo o insufficiente se non se ne conoscono i principi base.
E per parlare di ventilazione e aerazione spazi confinati, chi meglio può farlo con noi se non Diego Perfettibile, ormai noto in rete come “Il Signore delle Ventole”, titolare della PBN, azienda di Mezzago (MB) specializzata in sistemi di aerazione e aspirazione industriale.
Premessa sulle caratteristiche fisiche degli ambienti confinati o sospetti di inquinamento.
All’interno del blog di IN-SAFETY® abbiamo più volte spiegato da quali caratteristiche siano contraddistinti gli spazi confinati o “ambienti confinati o sospetti di inquinamento” come li definisce la nostra normativa.
Ad esempio, nell’articolo “AMBIENTI CONFINATI: LA NORMATIVA E LE BUONE PRATICHE” abbiamo fatto un riassunto su quella che è la normativa vigente che riguarda il lavoro in certi ambienti e come riconoscerli… come intervenire.
Abbiamo visto che una delle caratteristiche primarie è la possibilità della presenza di atmosfere insalubri.
Abbiamo affrontato anche, più e più volte, gli aspetti tecnici e le attrezzature necessarie al lavoro e soccorso in ambienti confinati o sospetti di inquinamento.
Ad esempio, abbiamo parlato di gruette e tripodi, argani per funi, barelle, ecc. ecc. per il soccorso e il recupero.
Non per ultimo abbiamo affrontato nello specifico l’argomento ATMOSFERA all’interno di uno spazio confinato, sia dal punto di vista “geologico” (leggi articolo “GAS NATURALI MORTALI NEGLI AMBIENTI CONFINATI”) fino agli strumenti per la rilevazione con l’articolo “RILEVATORE DI GAS PORTATILE PER SPAZI CONFINATI: SCELTA E CORRETTO USO”
In particolare, in quest’ultimo, abbiamo anche spiegato quanto sia fondamentale la bonifica preventiva e una corretta ventilazione.
Approfitto quindi della disponibilità e della competenze di Diego per fare un po’ il punto della situazione ambienti confinati e introdurre la tecnica e le nozioni da conoscere per una corretta bonifica aerazione spazi confinati.
Diego Perfettibile risponde alle domande sull’aerazione spazi confinati.
Quali sono i riferimenti normativi che indicano la necessità, per la sicurezza degli operatori, di ventilare gli ambienti confinati?
Diego Perfettibile: in Italia, gli ambienti confinati sono regolamentati dal Decreto Legislativo 81/08, nella sezione luoghi di lavoro.
Il Decreto del Presidente della Repubblica nr 177 del 2011, entra poi più nel dettaglio dei lavori in ambienti confinati indicando chi può essere qualificato per accedere a lavorare all’interno di un ambienti confinato o sospetto di inquinamento.
Cercando poi su internet, si trovano diverse guide dell’INAIL o delle ASL regionali, dove sono riportate le procedure da seguire.
Però non sono uno “sposta carte” – come mi diverto a chiamare il mio amico Claudio Delaini – quindi potrei sicuramente essere all’oscuro di altri riferimenti.
Quali sono i rischi dovuti ad una ventilazione inadeguata?
Diego: un ambiente confinato è per definizione un luogo dove l’atmosfera presente non ha i parametri normali dell’aria che respiriamo.
Pertanto i rischi principali sono malori, intossicazione e nei casi più estremi asfissia.
All’interno di uno spazio confinato possono anche essere presenti gas o polveri infiammabili.
Uno dei pericoli più grandi è quindi quello di un’esplosione, qualora la concentrazione di tali sostanze superi il livello minimo di esplosività e per qualche ragione si verifica una scintilla o una scarica elettrica.
Quali sono i fattori naturali da considerare? tipologie di atmosfere, numero di operatori in contemporanea, esistenza o meno di ventilazione naturale, ecc. ecc.
D: lo scopo della ventilazione è quella di garantire un’atmosfera salubre per chi deve lavorare all’interno di uno spazio confinato e di mantenere la concentrazione di eventuali sostanze infiammabili al di sotto del livello inferiore di esplosività.
Il ventilatore diventa quindi un sistema di sicurezza.
Pertanto bisogna valutare con attenzione diversi aspetti.
Non puoi andare su Amazon e comprare un ventilatore a casaccio.
Bisogna prima mettersi seduti a tavolino e valutare diversi aspetti.
Per prima cosa le dimensioni e la forma dell’ambiente confinato che deve essere ventilato.
Ha delle aperture? Quante e dove sono collocate?
In alcuni casi potrebbe essere sufficiente aprire tutte le portelle e lasciare che si instauri una ventilazione naturale.
Altro aspetto da valutare è la presenza o meno di sostanze combustibili che possono generare delle atmosfere esplosive.
In caso affermativo tutto quello che si dovrà utilizzare – compreso l’impianto di ventilazione – dovrà essere adeguato alla zona ATEX.
Infine bisogna considerare quali lavorazioni si andranno a svolgere dentro l’ambiente e quanti operatori saranno contemporaneamente presenti.
La quantità di aria fresca da immettere – e quindi la dimensione dell’impianto di ventilazione – dipende molto dal numero di persone che devono poter respirare all’interno.

Le differenze tra la ventilazione per la bonifica preventiva e la ventilazione durante la presenza degli operatori all’interno?
D: ecco, questa è una distinzione fondamentale da considerare.
La fase di bonifica è totalmente diversa da quella in cui sono presenti degli operatori.
Mentre si sta bonificando un ambiente confinato, la portata d’aria, cioè la quantità di aria fresca che viene immessa nell’unità di tempo, non è un dato così cruciale. Non ci sono infatti persone dentro che devono ricevere aria fresca.
La portata del ventilatore è legata solo al tempo che impieghi ad eseguire la bonifica.
Più “metricubiora” spingi dentro, maggiori saranno i ricambi ora della atmosfera all’interno dell’ambiente confinato e quindi minore sarà il tempo necessario a bonificarlo.
Ma se sbagli la scelta della ventola, male che vada dovrai aspettare più tempo prima di avere il permesso di entrare.
Tutto cambia però nel momento in cui sono presenti degli operatori nello spazio confinato.
In questa situazione, la portata del ventilatore deve essere sufficiente a garantire che i lavoratori possano respirare un’aria con concentrazioni di ossigeno corrette e priva di eventuali sostanze nocive/tossiche.
Se prendi la ventola sbagliata – che non riesce a dara la giusta portata di cui hai bisogno – stai mettendo in serio pericolo chi deve andare a lavorare all’interno dell’ambiente confinato.
Sul mio blog ho anche scritto questo articolo che spiega come scegliere correttamente un ventilatore.
Anche se è riferito ad un ventilatore di tipo centrifugo per impianti industriali, molto di quello che ho scritto nell’articolo può essere di aiuto.
Quali i fattori dimensionali e geometrici dell’ambiente da considerare per una ventilazione preventiva o bonifica?
D: come detto prima, durante la fase di bonifica la quantità di aria che si immette, cioè la portata, non ha valori così critici come nel caso in cui ci siano operatori dentro l’ambiente confinato.
Maggiore sarà la portata di aria immessa, minore sarà il tempo necessario alla bonifica.
Quello che è importante valutare in questa fase è la conformazione dell’ambiente confinato e la tipologia di inquinanti che si vogliono eliminare.
Se è possibile immettere l’aria fresca dalla parte inferiore ed è presente un’apertura sulla parte superiore dello spazio confinato, la bonifica risulta più semplice ed efficace. Soprattutto se l’inquinante è un gas più leggero dell’aria.
Quando invece è presente solo un accesso dall’alto un solo ventilatore potrebbe non essere sufficiente.
Devi optare pertanto per un sistema push-pull, cioè un ventilatore spinge dentro aria fresca e un altro estrae i gas dall’ambiente confinato.
La tubazione che spinge deve essere molto distante da quella che aspira, altrimenti vai a creare un “cortocircuito” dove l’aria fresca immessa viene subito aspirata (come puoi vedere dalla figura 1).

Anche il tipo di inquinante influenza il metodo di bonifica che devi adottare.
Se infatti si tratta di una sostanza più leggera dell’aria, allora ti conviene portare la tubazione di mandata fino al punto più basso dell’ambiente confinato e aspirare dal punto più alto (vedi figura 2).

Viceversa, nel caso di sostanze pesanti, devi portare l’aspirazione fino al punto più basso ed immettere aria fresca dall’alto (vedi figura 3).

Quali i fattori dimensionali e geometrici dell’ambiente da considerare per una ventilazione continuativa durante le operazioni di lavoro?
D: per quanto riguarda la geometria e le dimensioni dell’ambiente confinato, vale quanto ho detto poco sopra.
Ci sono però due fattori che si aggiungono: gli operatori presenti nell’ambiente ed il tipo di lavorazione che devono eseguire.
La portata d’aria – e quindi il tipo di ventilazione – dipende in questo caso da quanti operatori sono presenti nell’ambiente confinato.
L’aria fresca immessa deve poi arrivare quanto più vicino all’operatore.
A seconda poi del tipo di lavorazione che stanno eseguendo, andranno prese diverse precauzioni.
Nel caso in cui gli operatori devono eseguire attività di saldatura, è necessario prevedere – oltre al sistema di ventilazione generale – anche un impianto di aspirazione con delle cappe per captare ed asportare i fumi di saldatura (leggi anche articolo “SPAZI CONFINATI: LA STANCHEZZA CORRELATA ALLA PRESENZA DI GAS ARGON”).
Importante in questi casi evitare che i due impianti interferiscano.
Quello che manda aria fresca non deve ovviamente prendere la portata dallo scarico di quello che aspira i fumi.
Quali sono gli strumenti da utilizzare per la ventilazione? Sia in area ATEX sia no.
D: la ventilazione, sia essa di bonifica o quella generale, viene realizzata utilizzando dei ventilatori – tipicamente portatili – e delle tubazioni flessibili che possono entrare nell’ambiente confinato e portare l’aria fresca dove si desidera.
Un ulteriore ventilatore, corredato di tubazione e di cappe aspiranti, deve essere installato qualora gli operatori debbano eseguire saldature o lavorazioni che possano generare gas, polveri nocive e/o combustibili.
Se l’ambiente confinato o l’area immediatamente vicina è classificata come ATEX, i ventilatori dovranno essere idonei al funzionamento in tali condizioni.

Come scegliere l’attrezzatura adeguata?
D: Su questo aspetto, credo ahimè sia diffuso un metodo che va più a sensazione che secondo calcoli matematici.
I produttori dei ventilatori per questa applicazione non aiutano certo a scegliere correttamente le loro attrezzature.
Molti infatti indicano la portata che il ventilatore fornisce a bocca libera, cioè senza tubazioni collegate.
Questa in realtà è la massima portata d’aria che il ventilatore può dare.
Quella effettivamente spinta nell’ambiente confinato, dipenderà dalla lunghezza del tubo collegato, da quante curve deve eseguire e se viene più o meno “schiacciato”.
Se si prevede di utilizzare tubazioni brevi e con poche curve, si può pensare di utilizzare un ventilatore assiale.
Alcuni costruttori danno anche le portate effettive sulla base della lunghezza del tubo collegato.
Per situazioni più complesse, dove magari il tubo dell’aria è molto lungo e deve compiere diverse curve per seguire l’ambiente confinato, è consigliabile utilizzare un ventilatore centrifugo.
Questa tipologia di ventilatore è infatti in grado di fornire una pressione maggiore e vincere quindi resistenze della tubazione più elevate.
Quali le tue raccomandazioni finali sull’areazione spazi confinati?
D: come detto prima, sbagliare il tipo di ventilatore per eseguire le attività di bonifica allunga i tempi di tale operazione, ma non impatta sulla salute e sicurezza degli operatori.
La ventilazione generale durante le fasi di lavoro in ambiente confinato è invece molto critica.
Da essa dipende la vita di chi sta lavorando nello spazio confinato.
In casi simili tenersi dei margini di sicurezza – magari scegliendo un ventilatore più grande – comporta degli extra costi minimi, sicuramente ripagati dal fatto che nessuno rimane intossicato o soffocato all’interno dell’ambiente confinato.
Sembra banale, lo so, ma lo stesso ventilatore non può andare bene per qualsiasi situazione.
Anzi, ogni situazione richiedere un impianto di ventilazione ad hoc, specialmente quando ci sono vite in gioco.

Quindi è chiaro cosa bisogna fare.
Partiamo dalla valutazione dei rischi, sia prima di un accesso sia in base al numero di persone e alla tipologia di lavoro che andremo a svolgere all’interno dell’ambiente confinato.
Verifichiamo la conformazione geometrica dell’ambiente: Altezze, volumi, presenza di aperture, posizione delle aperture.
Scegliamo il metodo: solo estrazione, solo pompaggio o un sistema push-pull.
Calcoliamo la potenza necessaria tenendo conto anche della lunghezza, forma e dimensione dei condotti (tubi flessibili o rigidi) utilizzati per raggiungere la postazione di lavoro.
Nel dubbio, stiamo dalla parte dell’abbondanza” scegliendo sistemi, se possibile, anche più potenti del minimo necessario.
Vedi anche questo video con Diego Perfettibile e Claudio Delaini: