Dispositivi a basso impatto visivo per garantire sicurezza senza compromettere troppo l’estetica e il design di strutture architettoniche di pregio o monumenti.
Gli ancoraggi rimovibili o a scomparsa sono dispositivi ad alto contenuto tecnologico e a basso impatto estetico.
Hanno la capacità di essere quasi del tutto invisibili ma di “riapparire” al momento del bisogno e garantire un alto livello di sicurezza.
Sono molto utili, ad esempio, per creare punti di ancoraggio sicuri per gli addetti alla pulizia di finestre e manutenzione facciate.
Oppure su terrazze, giardini verticali o altri elementi architettonici bene in vista e che necessitano di manutenzione ordinaria ma sui quali un parapetto permanente non sarebbe installabile ne gradito al progettista.
Così come non lo sarebbe una linea vita o un sistema di ancoraggio permanente classico.
Estetica o sicurezza?
Gli architetti, a cui vogliamo un mare di bene, sono tecnici preparati ma anche artisti.
Come tecnici, non andrebbero mai contro la necessità di sicurezza o le prescrizioni di legge per privilegiare l’estetica.
Ma sappiamo per esperienza che “sporcare” le linee con ganci e cavi a vista, gli scoccia enormemente.
E’ un problema di sensibilità e gusto.
Altre volte è un’esigenza tecnica reale come la necessità di installare dispositivi di ancoraggio su monumenti ma senza danneggiarli o deturparli.

Gli ancoraggi rimovibili tipo Socket sono tipicamente utilizzati per gli addetti alla pulizia delle finestre
Ancoraggi rimovibili o a scomparsa “fai da te”.
Scoccia così tanto avere gli ancoraggi a vista che a volte, non sapendo a chi rivolgersi, chiedono all’impresa edile non specializzata di inventarsi delle soluzioni.
Ed è proprio quando l’installatore non specializzato si mette lì e pensa…e ripensa… che sicurezza ed estetica fanno cortocircuito partorendo soluzioni improbabili.
Abbiamo visto cavi installati così bassi da impigliarsi durante l’uso o danneggiarsi a forza di sfregare sulla copertura.
Pali nascosti dentro finti comignoli improvvisati tanto buoni solo a compromettere il funzionamento di tutto il sistema.
Ganci e cordini sottotegola lasciati proprio “sotto la tegola”, in modo da non essere visibili… nemmeno al manutentore che ci si deve attaccare.
Insomma, ancoraggi a scomparsa improvvisati, privi di senso tecnico o di sicurezza.
La tecnologia degli ancoraggi rimovibili o a scomparsa.
Per rispondere all’esigenza di coniugare sicurezza ed estetica, alcuni produttori di ancoraggi, non senza importanti investimenti, hanno cominciato a studiare speciali dispositivi.
Alcuni di questi hanno avuto un successo tale da diventare dei veri e propri must-have su edifici moderni o monumenti storici.
Vi raccontiamo e mostriamo 3 tipologie di ancoraggi a scomparsa o rimovibili.
1 – Ancoraggi rimovibili tipo Socket.
Questo tipo di dispositivo è composto da 2 elementi: una cava o bussola (socket) che è la femmina che viene installata in maniera permanente.
Poi c’è l’anello di ancoraggio con perno di innesto, cioè il maschio.
Sul perno insistono delle sfere: si preme un pulsante a molla e le sfere nel perno si allentano consentendo a questo di penetrare nella cava.
Si rilascia il pulsante e le sfere fanno pressione garantendo una tenuta di 13 kN (quanto richiesto da un ancoraggio puntuale certificato per 2 operatori).
Il perno con l’anello di ancoraggio può essere inserito all’occorrenza e rimosso subito dopo l’uso.
Questo consente di installare un certo numero di cave, ad esempio una ogni finestra, ma di utilizzare solo un anello di ancoraggio che l’operatore si porta dietro come dotazione personale.
Gli ancoraggi rimovibili a Socket sono infatti dei DPI.
Sono fatti così, ad esempio, i dispositivi AT 024 della polacca PROTEKT ma anche gli ancoraggi BALLSAFE della tedesca ABS, che in Italia sono distribuiti sia da Tractel Italiana spa o da Skylotec.
Entrambi sono certificati EN 795:2012 Tipo B (DPI mobili) e CEN/TS 16415:2013 (certificazione per DPI multi operatore).
Un dispositivo simile, che sfrutta lo stesso principio, è l’ancoraggio IRUDEK PRO08 che presenta però una certificazione vecchio tipo che lo definisce ancoraggio EN 795 Classe A1, quindi secondo una vecchia normativa tecnica ormai superata.
E dove non si trova indicazione sul numero di persone ancorabili in contemporanea, il che significa max 1 persona.

Vantaggi degli ancoraggi rimovibili tipo Socket.
Gli ancoraggi rimovibili tipo Socket danno il vantaggio di poter installare numerose cave comprando solo 1 o 2 ancoraggi a perno da fornire all’operatore in caso di necessità.
Un vantaggio economico relativo, perché le cave non sono proprio economiche mentre i perni costano molto (rispetto ad un ancoraggio permanente classico).
Rispetto ad altri ancoraggi rimovibili o a scomparsa, che vedremo più avanti, il vantaggio economico si inizia a vedere solo in caso di installazione di un gran numero di cave.
Criticità.
Tra le criticità tecniche, vi è la necessità di forature importanti, ben più grandi di quelle necessarie ad una normale barra filettata, intorno ai 28/30 mm di diametro.
Inoltre, il foro della cava è soggetto ad accumulo di sporcizia, soprattutto se installati all’esterno: nel foro potrebbero entrare sporco o detriti che renderebbero l’ancoraggio inutilizzabile o, peggio, non più sicuro.
Per ovviare a questo, i produttori offrono soluzioni con tappi: da quel che ho visto in giro però, questi tappi si perdono con estrema facilità.
Altra criticità non da poco, sempre sulla base della nostra esperienza, l’operatore che arriva sul punto di lavoro, se si è dimenticato il perno, piuttosto che tornare indietro a prenderlo, non lo usa.
Sarebbe ben diverso se avesse l’ancoraggio sempre lì a disposizione, come ad esempio nel sistema a scomparsa di cui parleremo adesso.

2 – Ancoraggio a scomparsa SafeAnchor di FALLPROTEC.
Su tutto il mercato, almeno cercando tra i fabbricanti major, il SafeAnchor di FALLPROTEC è unico nel suo genere.
E’ un dispositivo permanente come tanti altri, solo che è… a scomparsa.
Ma sarebbe meglio dire che è retraibile, come il collo di una tartaruga dentro il guscio.
Sta là, sulla parete o su un piano, non sporge; all’uso, lo si preme ed esce esponendo l’anello di ancoraggio.
Finito di usarlo, si preme nuovamente e rimane chiuso tornando a non sporgere rispetto al piano.
Consigliato dal fabbricante, proprio per la pulizia di finestre.
Rientra nella certificazione EN 795 come Tipo A, a differenza dei Socket che sono di Tipo B, e sono certificati per un solo operatore.

Vantaggi e criticità degli ancoraggi a scomparsa SafeAnchor.
Il vero e più importante vantaggio è che sono sempre lì, a disposizione dell’utilizzatore: non c’è bisogno di portarsi dietro nessun accessorio extra rispetto alla dotazione di DPI anticaduta.
E poi hanno un aspetto estetico molto più piacevole, almeno a mio parere, e sono completamente in acciaio inox.
Gli ancoraggi SafeAnchor di FALLPROTEC non sono però privi di criticità:
- a livello normativo, mancano ancora della certificazione UNI 11578, che però riguarda solo il mercato italiano.
- tecnicamente, l’anello è molto piccolo e non offre spazio sufficiente a tutti i tipi connettore come ad esempio agli uncini.
- per l’installazione è necessaria una foratura di 35 mm di diametro per 10 cm di lunghezza.
- in caso di guasto della molla, non ci è ancora ben chiaro come effettuare la riparazione; è probabile che si debba smurare e sostituire del tutto, come si farebbe comunque anche con la cava dei dispositivi Socket.
- come abbiamo notato, spesso l’utilizzatore si scorda di richiuderli dopo l’uso e se sporgono, non sono più così belli.
3 – Ancoraggi rimovibili temporanei e riutilizzabili.
Ci sono infinità di tipologie di ancoraggi rimovibili temporanei ma quelli di cui vogliamo parlare in questo articolo sono quelli che si “innestano” su un materiale portante come un tassello e che dopo l’utilizzo si sfilano e si possono riutilizzare.
Il più famoso di tutti e il più evoluto è il COEUR PULSE di PETZL ma ci sono anche sistemi più “grezzi” e ugualmente sicuri.
Come già spiegato, a differenza dei Socket, questi ancoraggi fanno presa direttamente sul materiale base, sia questo cemento armato, pietra, muratura o metallo.
Senza l’installazione preventiva della cava.
Si fa il foro, si inserisce l’ancoraggio, si blocca e si utilizza.
Alla fine del lavoro, si sblocca, si sfila e, se necessario, si tappa il buco.
Poi lo si può riutilizzare: non è un dispositivo usa e getta o a perdere come i normali tasselli meccanici o le barre filettate resinate… o come le cave dei dispositivi socket.

I vantaggi nell’utilizzo di ancoraggi rimovibili temporanei e riutilizzabili.
Il primo vantaggio è la rapidità di installazione.
Ripetiamo: si fora, si inserisce l’ancoraggio, si blocca e si utilizza.
Quando non si usa più, si sblocca, si sfila e poi si può riutilizzare.
Il secondo è la semplicità e la pulizia: non serve nessuna resina, nessuna chiave esagonale o brugola.
Bastano un trapano e, al limite, un pompetta per soffiare dentro al foro.
Criticità degli ancoraggi rimovibili temporanei e riutilizzabili.
La criticità è la resistenza del materiale base, quello che deve “reggere” gli ancoraggi rimovibili.
Ad esempio, il COEUR PULSE richiede una resistenza di almeno 50 Mpa (megapascal).
Anche nei sistemi a Socket o per il SafeAnchor è necessaria la presenza di materiali di base sufficientemente resistenti.
Ma in questi casi, quando la resistenza l’ho provata una volta, sono tranquillo per tutte le volte successive perché l’elemento provato rimane lì in maniera permanente.
Nel caso del COEUR PULSE e di sistemi simili, tra un foro e l’altro o tra una sessione di lavoro e l’altra, la condizione del “foro” eseguito potrebbe essere sempre diverse.
Sarebbe meglio testare l’ancoraggio ogni volta, prima di ogni utilizzo, mediante dinamometro (vedi video sul sito di PETZL).

Ancorarsi in sicurezza e.. con gusto estetico.
Se il tuo problema è fornire ancoraggi certificati e sicuri ma hai anche l’esigenza di non impattare esteticamente sull’opera architettonica, gli ancoraggi rimovibili possono essere la soluzione giusta.
Ma non è certo un prodotto semplice, installabile da qualsiasi installatore non attrezzato o non specializzato.
Buongiorno, come consulente RSPP ho potuto constatare di persona la problematica nella pulizia delle finestre da parte di una addetta.
La signora puliva le finestre tenendo un piede sulla scala e l’altro sul davanzale. Le imposte erano aperte e rischiava una caduta nel vuoto di circa 10 metri.
Come ho ovviato? 1 l’ho fatta scendere e dato istruzioni operative, 2 ho fatto la formazione e addestramento apposito all’utilizzo della scala portatile con l’ausilio delle slide INAIL. 3 ho fatto acquistare una scala a norma EN 131 con la possibilità di appoggio telescopico per le mani e soprattutto ho dato indicazioni su come posizionare la scala. Mai parallela alla zona di lavoro. La scala non supera i 2 metri di altezza, in modo che non si vada in territorio di lavoro in quota.
E’ sicuramente la “via giusta”. La prima cosa da fare, come diciamo sempre anche noi, è eliminare alla fonte più rischi possibile, attuare sistemi di protezione collettiva oppure, in extrema ratio, un sistema di ancoraggio anticaduta.
Se, dopo i suoi passaggi 1, 2 e 3 fosse rimasto il rischio residuo di cadere di sotto, esclusa la possibilità di alzare il parapetto, non rimane che installare un ancoraggio e dotare l’operatore addetto di un’imbracatura e un cordino.
Se si arriva al punto di dover installare un ancoraggio anticaduta, come diciamo anche nell’articolo, perché non installarlo rimovibile o a scomparsa? Grazie per il suo contributo, spero che abbia trovato l’articolo interessante.
Comunque, in genere, gli ancoraggi sono posti in finestre di edifici particolari: dove la finestra è in genere sempre chiusa ma si “ribalta” completamente solo quando il vetro deve essere pulito… o comunque dove non c’è parapetto o dove c’è necessità di uscire un po’ di più (per manutenzione tendaggi, ecc ecc).