Dispositivi di ancoraggio anticaduta mobili costituiti da pertiche zavorrate o portali autoportanti e facilmente posizionabili mediante ruote o muletto.
I dispositivi anticaduta a pertica o portale risolvono quei problemi di sicurezza in quota in fase di accesso e sbarco, dove non possono essere installati sistemi collettivi o permanenti.
Sono dispositivi di ancoraggio mobili e rientrano a tutti gli effetti tra i DPI anticaduta di III^ categoria.
In questo articolo vediamo quali sono tutti i vantaggi e i punti deboli di questi dispositivi.
Nascono in Canada ma li stiamo usando con successo anche in Italia
Diciamo pure, anche grazie ad IN-SAFETY®.
I più evoluti e completi sono prodotti da Tuff Built Products Inc. ma negli ultimi due anni si sono affacciati anche produttori spagnoli, lussemburghesi, inglesi e perfino italiani.
In Canada e negli Stati Uniti del Nord, dove gli aeroporti sono più trafficati dei nostri caselli autostradali e dove i depositi ferroviari hanno estensioni paragonabili a delle città, i dispositivi anticaduta a portale o pertica semoventi, da posizionare all’occorrenza nella prossimità del luogo di intervento, sono comuni come lo sono da noi le piattaforme PLE.
Quando la postazione di lavoro non è fissa.
Ho già parlato di anticaduta per baie di carico e per macchinari da realizzare con sistemi di ancoraggio puntuali o lineari come le rotaie certificate rigide o le linee vita a doppio cavo.
Questi sistemi, molto efficienti e pratici, hanno un limite: sono postazioni fisse e vanno molto bene per le operazioni di accesso su un macchinario fisso o per le operazioni di carico/scarico dove l’automezzo sui cui bisogna salire può essere comodamente parcheggiato sotto di esse.
Se non ci sono queste condizioni, allora è possibile pensare ad un dispositivo anticaduta a portale o pertica mobile.
Perché utilizzare dispositivi anticaduta a portale o pertica mobili?
- perché sono sistemi che puoi impiegare al chiuso come all’aperto senza quindi aver bisogno di travi o soffitti;
- puoi spostarli laddove ne hai più bisogno, facilmente e in poco tempo;
- consentono la salita e lo sbarco in quota in tutta sicurezza;
- proteggono te e i tuoi lavoratori dalle cadute con fattore di caduta zero;
- possono essere regolati in altezza in modo da non intercettare carriponte;
- occupano poco posto alla base.
Anticaduta a fattore zero.
Proviamo a descrivere meglio il sistema.
Le pertiche sono dei veri e propri pali in alluminio o acciaio, simili ad alberi di barche a vela, di altezze variabili tra i 6 e i 12 metri.
Creano quindi un punto di ancoraggio a fattore caduta zero su piani di lavoro alti dai 2 metri fino ai 10 metri.
Sulla sommità hanno uno o più bracci alla cui estremità si installa un dispositivo anticaduta guidato o un anticaduta retrattile.
Ti permettono di salire e sbarcare sulle postazione di lavoro (a rischio caduta dall’alto) mediante una comune scala, rimanendo sempre vincolati fin da terra.

Sono certificati secondo la UNI EN 795/2012 Tipo B e secondo la UNI EN CEN/TS 16415:2013 (normativa macchine per dispositivi multi utente).
Le versioni base (dallo Sky X-Stand di Tuff Built fino al più economico RJ 200 di Protekt) sono composte da un unico albero di altezza fissa con uno o due bracci all’estremità alta.
Bracci che possono ruotare per seguire l’operatore.
Altri modelli sono composti da due alberi paralleli tra quali è possibile anche installare un binario Tipo D (vedi Serie 10-200 di Tuff Built, RJ 500 di Protekt o Alsipercha di Alsina) per aumentare l’area di lavoro sicura degli operatori.
I modelli Exosphere di Tuff Built sono invece costituiti da un albero in alluminio telescopico, che può essere alzato e abbassato, non solo in base all’altezza utile di lavoro ma anche in caso di recupero di un operatore caduto.
La regolazione telescopica può avvenire mediante un sistema meccanico manuale oppure mediante un sistema pneumatico azionabile elettricamente.
Minimo ingombro a terra.
I dispositivi anticaduta a pertica sono in genere sostenute da basamenti che funzionano da zavorra di contrappeso.
I basamenti dei modelli a zavorra hanno un ingombro di circa 1 m di lato che diventano 1,6 m x 1,6 m con l’aggiunta degli accessori per muletti.
Come vedi, queste sono dimensioni nettamente inferiori all’ingombro di una PLE tipo ragno.
Mentre Tuff Built impiega cassoni d’acciaio da riempire di calcestruzzo o inerti sul posto, altri produttori come Protekt e Alsina utilizzano blocchi prefabbricati o “mattonelle” in ghisa, da trasportare in loco e impilare al momento dell’installazione.
I modelli Exosphere, unici nel suo genere, hanno lo stesso tipo di zavorra degli altri dispositivi Tuff Built (Sky X-Stand) ma in più il basamento ospita il sistema di regolazione dell’altezza e i relativi comandi.
In alternativa alla zavorra, altri modelli (non ancora certificati in Italia), hanno “cavalletti” ad H con rotelle che lavorano in controspinta alla pertica e che possono essere “infilati” sotto ai vagoni o agli automezzi su cui si deve andare a lavorare.
La condizione per l’utilizzo di questo ultimo tipo di basamento è che ci sia spazio sufficiente tra il terreno e il macchinario (o mezzo di trasporto o vagone/container) su cui si deve salire.
Facili da trasportare e posizionare.
I basamenti a zavorra della maggior parte delle pertiche in commercio sono muniti di anelli per il sollevamento con gru o carroponte.
I sistemi più agili sono però costituiti da speciali accessori (tasche) per l’impiego in sicurezza delle pale di un muletto.
In alcuni si possono abbinare stabilizzatori speciali per terreni sconnessi o con piedi regolabili per riportare il basamento in piano quando il terreno non lo è.
Vi sono anche versioni su ruote che trasformano la zavorra in un sistema a carrello spostabile a mano… ma anche motorizzato.
Adatti a tutti i terreni e a tutte le situazioni.
Nei modelli Tuff Built Exosphere vi è anche la possibilità di abbinare un carrello speciale per il rimorchio, da poco omologato per l’utilizzo in Europa.
L’ultima, la più tecnologica ed evoluta versione è l’Exosphere All-Terrain 4×4, un sistema a pertica con basamento motorizzato a 4 ruote motrici, telecomandato.


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Tecnologie e mercato in continua evoluzione: dispositivi PITH SOLUTIONS
Una soluzione interessante vista in rete e provata dal vivo nel centro di formazione di uno dei nostri collaboratori spagnoli, secondo me, è la pertica della PITH SOLUTIONS, azienda olandese.
Abbiamo già parlato dei produttori olandesi quando abbiamo parlato di Honor e confermo quindi che i Paesi Bassi sono da tenere d’occhio in merito ad innovazione nel settore anticaduta.
PITH SOLUTIONS propone una speciale pertica in fibra di carbonio che è una via di mezzo tra un sistema permanente ed un sistema mobile.
Il dispositivo si basa infatti di 3 elementi principali:
- l’albero centrale, inclinato, in fibra di carbonio, che arriva ad un’altezza totale di 6 m e permette di lavorare su piani fino a 3-3,50 m di altezza, con fattore di caduta zero.
- una flangia speciale con innesti a baionetta, da installare in maniera permanente al terreno, o meglio, al pavimento: l’albero in carbonio è munito di una controflangia che si incastra, mediante movimento di rotazione, a quella fissata sul pavimento.
- la stabilità del sistema è data da due cavalletti laterali che si innestano rapidamente all’albero centrale, completando così la base di appoggio.
Il sistema PITH SOLUTIONS è molto interessante poiché molto leggero e senza zavorre.
Può essere trasportato da una postazione all’altra a mano e può essere facilmente ripiegato e riposto sul portapacchi di un furgone.
PITH SOLUTIONS offre anche il sistema certificato per assicurare il sistema ad un portapacchi.
Necessita però della predisposizione delle flange al pavimento che in questo caso rimangono in posizioni fisse.
Se permanente, che almeno sia di poco ingombro
Parliamo dei dispositivi Alsipercha di Alsina e del modello Flexbow di FALLPROTEC.
Nascono come sistemi da installare su basamenti fissi.
Negli ultimi anni si sono però evoluti presentando una serie di basamenti installabili anche in maniera temporanea.
Ricadono quindi in pieno nella categoria DPI: sono certificati EN 795 Tipo B.
Tra i nuovi basamenti disponibili, vi sono anche gli autoportanti o a zavorra realizzati in collaborazione con FALLPROTEC Sa.
Più dispositivi combinati insieme e collegati con una rotaia Tipo D Safe Access di FALLPROTEC, riescono a formare un sistema tipo Baia di carico lineare.
I contro dei dispositivo anticaduta a portale o pertica: peso e deformabilità.
Tra le caratteristiche che li possono rendere scomodi, bisogna annoverare il peso della zavorra e il fatto che, per assorbire gli effetti di una caduta, devono in qualche modo ricorrere alle loro capacità elastiche e di deformazione plastica.
Il peso della zavorra impone l’impiego di muletti con capacità di sollevamento importanti in quanto le basi e il dispositivo nel suo complesso possono arrivare a pesare oltre i 1000 kg.
In alternativa, serve ogni volta “scomporli” per rimontarli dove necessario.
Ma anche così, si può avere a che fare con elementi difficilmente trasportabili a mano.
Pertiche e bracci sono poi deformabili o non potrebbero rimanere all’interno di sezioni dimensionali ridotte.
L’impatto di una caduta è infatti importante, non deve mai superare i 600 kg di forza shock.
Ma per la EN 795 è necessario che sia verificato a 12 kN (circa 1200 kg), ovvero il doppio.
Ecco la necessità di una dissipazione sugli elementi orizzontali che si realizza permettendo a questi di deformarsi.
Conclusione: la deformazione implica maggiori tiranti d’aria e una revisione di fabbrica, con sostituzione delle parti, dopo l’attivazione.
In più, la loro deformabilità non li rende utilizzabili come punto di ancoraggio per sistemi di sollevamento per recupero e soccorso.
Ad esempio, da spazi confinati in quota.
Ultima nota negativa: i modelli certificati per più operatori sono pochi e molto più costosi ei modelli ad un solo operatore.
Rivedere le procedure di lavoro ed adattarle alle nuove tecnologie.
Le pertiche anticaduta, oltre ai i sistemi a portale o gantry cranes, aprono il mondo del lavoro sicuro a nuove possibilità:
- lavorare in libertà e sicurezza sbarcando sul piano di lavoro quando non si possono installare parapetti o linee vita permanenti;
- posizionare il sistema, velocemente, laddove serve, quando serve;
- non intralciare le altre operazioni in azienda grazie al poco spazio di ingombro e all’altezza regolabile,
- intervenire velocemente anche in caso di emergenza.
Soluzioni molto interessanti.
Come correttamente enunciato, talvolta possono non essere omologate o ” a norma”, ma la sicurezza deve trascendere da queste parole.
Qui è la norma che deve mettersi al servizio del prodotto, dando i criteri perchè possa essere certificato perchè sicuro.
in fin dei conti, l’utilizzatore non è interessato alla norma in sè, vuol essere sicuro che il dispositivo non crollerà o non si ribalterà, creando un rimedio peggiore del male.
Andrea, sposo a pieno la tua filosofia