Come configurare un sistema anticaduta efficiente sulle coperture industriali a shed e quali gli errori più frequenti da evitare.
Si definiscono “coperture a shed” quelle coperture industriali che garantiscono un’illuminazione naturale grazie a finestrature verticali, generalmente orientate verso nord, intervallate da falde in pendenza.
Questo genere di strutture risalgono addirittura alla fine del IX° secolo e sono il simbolo per eccellenza dell’architettura industriale, dando agli edifici la classica sagoma a “sega”.
Erano caratterizzate da pendenze tali da poter essere impermeabilizzate con tegole in laterizio anche se, in tempi più recenti, si sono usate soprattutto coperture in guaina.
In Italia, negli anni ‘50 e ‘60, si iniziano a vedere anche strutture a shed tronco conici sorretti da travetti in cls precompresso e tiranti in acciaio, un vero rompicapo per chi ha sempre lavorato con le coperture metalliche.

Una copertura a shed risalente alla fine del IX° Secolo
Il ritorno degli shed.
Il sistema è stato abbandonato da anni a favore di sistemi di copertura a coppelle o travi alari.
Dal 2006 in poi sono però tornati in gran voga perché “perfetti” per ospitare impianti solari o a pannelli fotovoltaici.
Ecco che allora abbiamo assistito ad una fitta riconversione, anche delle coperture a coppelle, in coperture a shed, con tante falde orientate da sud-est a sud-ovest.

Le criticità sulla sicurezza nelle coperture a multi falda.
Come ogni copertura, il principale rischio di caduta è dai bordi laterali del tetto.
In base alla dimensione e conformazione degli shed, possono esserci però altri 2 o 3 elementi di rischio:
- il rischio di caduta dalla sommità di uno shed (colmo di shed) sulla falda contigua;
- il rischio di caduta dalle finestrature;
- anche se rari, possono esserci lucernari sulla falda inclinata.

Proteggere il perimetro della copertura con un parapetto.
I dispositivi anticaduta collettivi dovrebbero essere sempre preferiti ai sistemi di ancoraggio.
Per evitare la caduta dai bordi della copertura, è quindi consigliabile l’utilizzo di parapetti permanenti a norma NTC 2018 (vedi articolo PARAPETTI A NORMA NTC 2018 O PARAPETTI A NORMA UNI 14122-3)
Bisogna fare però attenzione alla conformazione degli shed rispetto alla struttura del resto del fabbricato.
Se lo shed arriva all’estremità della copertura, allora il parapetto potrà essere installato sul bordo dello shed stesso.
Non è raro però che lo shed termini dai 60 cm a 2 metri prima del perimetro esterno della copertura ovvero arretrato rispetto al bordo di caduta.
In questi casi vi è un corridoio perimetrale sufficientemente largo per il passaggio dei manutentori.
Qui, l’errore più comune è quello di installare il parapetto solo sul bordo esterno ma non sullo shed.
Così il parapetto diventa del tutto inutile a proteggere dalla caduta l’eventuale operatore che debba salire sullo shed in prossimità del bordo.
Ci vorrebbe doppio parapetto, sia sul bordo del fabbricato sia sul bordo dello shed: soluzione alquanto costosa e poco utilizza.
Più spesso si utilizza un sistema misto: parapetto nella parte bassa, e ganci di ancoraggio sullo shed.

Sistema di ancoraggi anticaduta per i bordi di un tetto a shed.
Per capire meglio come configurare un sistema di ancoraggio (linea vita) sulle coperture tipo shed, riprendiamo alcune indicazioni della norma tecnica di progettazione per sistemi anticaduta UNI EN 11560.
6.3.1 Caduta verso l’esterno, protezione perimetrale
Il sistema di ancoraggio lineare, posizionato presso la parte perimetrale della copertura, se possibile, deve essere opportunamente arretrato rispetto ai bordi laterali ed ancorato sugli elementi strutturali principali perimetrali. In caso ciò non sia possibile si può ricorrere, previa verifica di idoneità, all’ancoraggio sulle strutture periferiche tipo i pannelli prefabbricati verticali con le precauzioni di cui al punto 6.2.
Quindi, se possibile, installare una linea vita o un sistema di ancoraggi puntuali a circa 2/2,3 m dal bordo della copertura.
Misura consigliata se si utilizzano cordini di circa 1,8 m, moschettoni compresi.
Ancoraggio lineare, solo se la pendenza dello shed è inferiore ai 15°.
Altrimenti siamo obbligati ad un sistema puntuale che debba tener conto anche di un eventuale utilizzo come sentiero di salita, con tecnica di progressione attacca/stacca.

Protezione contro le cadute dalla sommità.
La sommità o colmo dello shed.
Nell’ultimo shed (o il primo, dipende da dove inizi a contare), la sommità corrisponde generalmente con il bordo perimetrale della copertura e quindi sicuramente da proteggere con parapetto o linea vita.
Ma anche tutti gli altri shed hanno un suo colmo che si affaccia sullo shed successivo e che costituisce un bordo di caduta con conseguente rischio.
In questo caso, le norme ci indicano in 2 m l’altezza oltre la quale si è obbligati a mettere in sicurezza un piano di lavoro contro il rischio caduta.
E lo shed contiguo è il piano stabile inferiore da tenere come riferimento.
Non che se fossero soli 1,8 m, il rischio diminuisca di molto.
In questo caso, il legislatore lascia al datore di lavoro la valutazione del rischio che, a mio parere, c’è sempre ed è da mettere in sicurezza.
E’ raro infatti che una finestratura di uno shed sia di un’altezza inferiore a 1,5 m e che quindi il colmo dello shed sia inferiore a 1,6 m rispetto al piano inferiore.
Le soluzioni sono le stesse viste per i bordi perimetrali:
- parapetto, se la struttura lo consente
- sistema di ancoraggi, sempre se la struttura lo consente.
Non è raro infatti vedere errori gravi come quelli di installare linee vita a cavo flessibile esattamente sull’estremità del colmo dello shed (che non ha mai un’altezza sufficiente a garantire il tirante d’aria necessario ad un arresto caduta in sicurezza) perché è l’unico punto in cui sotto ho una trave per fissarmi.
Protezione contro le cadute verso l’interno della finestratura dello shed.

Le finestrature degli shed sono uno dei rischi meno valutati sulle coperture a shed.
Si tende erroneamente a pensare che una finestratura non esponga al rischio di caduta.
Sarebbe vero se le finestre fossero certificate antisfondamento ma questi, comuni all’interno degli edifici civili, raramente sono utilizzati in coperture industriali.
Sia per motivi di costo sia per questioni di peso.
La prima cosa da fare sarebbe quindi eliminare il rischio installando vetrate antisfondamento.
Ma il rischio si ripresenta quando, per esempio, devo fare manutenzione ad eventuali finestre apribili o EFC (Evacuatori Fumo e Calore), quando li apro per lavorarci.
Le alternative sono quelle di munire le finestrature di reti anticaduta, interne o esterne, a patto che queste non interferiscano con l’apertura, soprattutto di eventuali EFC a vasistas.
A tal proposito, consiglio la lettura dell’articolo LUCERNARI ED EFC: 4 SISTEMI PER METTERLI IN SICUREZZA CONTRO LE CADUTE
Non è raro né impossibile, installare parapetti appositamente progettati.
Ma anche in questo caso bisogna tenere conto delle interferenze con eventuali meccanismi di apertura.
L’alternativa è un sistema di ancoraggio anticaduta, preferibilmente a caduta impedita, che trattenga l’operatore a distanza di sicurezza dalla probabile caduta.
Anche in questo caso, alcune indicazioni ce le fornisce la UNI EN 11560.
6.3.2 Caduta verso l’interno.
Se a seguito dell’analisi del rischio si evidenzia la possibilità di caduta verso l’interno dell’edificio, il sistema di ancoraggio, deve essere posizionato in prossimità delle travi porta shed della copertura, per permettere al lavoratore di operare in vicinanza delle vetrate degli shed adottando un dispositivo di protezione individuale se possibile di trattenuta. (Vedere Fig. 1)

Legenda Figura 1:
- a) Utilizzo di sistemi di ancoraggio lineari
- b) Utilizzo di un sistema di ancoraggio combinato
1 linea di ancoraggio flessibile
2 linea di ancoraggio antipendolo e/o trattenuta
3 punto di ancoraggio antipendolo e/o trattenuta
Rischio caduta da lucernari interno alla falda inclinata.
Alcuni shed hanno lucernari anche nella parte inclinata dello shed.
In questo caso si interviene come qualsiasi altro lucernario azimutale in copertura: reti anticaduta.
C’è una particolarità però di cui tenere conto: il lucernario sulla parte inclinata, per chi cammina lungo il canale tra uno shed e l’altro, può presentarsi come una superficie sfondabile e laterale.
Non ci passo sopra ma ci passo accanto: mai sottovalutare il pericolo di un punto di caduta poco visibile e leggermente fuori o attigui ai sentieri di percorso.
Considerazioni finali sulle coperture a shed.
In breve, quando si ha a che fare con una copertura a shed composta da numerose falde inclinate, è necessario valutare ogni singolo shed come se fossero tante singole falde indipendenti.
E’ infatti molto probabile che si abbia il rischio di caduta da ogni lato:
- lateralmente, rischio di caduta verso l’esterno
- dal colmo, rischio di caduta sullo shed adiacente
- lato gronda, rischio di caduta dalla finestratura.

Partendo da questa considerazione, si cominci ad eliminare progressivamente i vari rischi:
- valutare se la differenza di quota tra shed adiacenti è inferiore ai 2 m e, nel caso, se non costituisce un rischio troppo elevato;
- valutare se le finestrature sono antisfondamento o, in caso contrario, valutare una sostituzione;
- valutare se il bordo laterale dello shed è sufficientemente arretrato rispetto il perimetro della copertura da non consentire ad un operatore di cadere oltre il bordo del perimetro dell’edificio.
- mitigare il rischio residuo con parapetti anticaduta o reti anticaduta;
- dove non è possibile utilizzare dispositivi anticaduta collettivi, utilizzare sistemi di ancoraggio (linee vita) a caduta impedita (trattenuta)
- in casi estremi, valutare sempre se vi è un tirante d’aria libero sufficiente ad un arresto caduta in sicurezza.
Passare da uno shed all’altro in sicurezza.
Ultimo ma non per importanza, è necessario valutare ogni rischio di caduta derivante dal passaggio tra uno shed all’altro.
Il problema è minimo se si passa lateralmente, dove gli shed sono arretrati e lasciano un corridoio.
A volte, per esempio, gli shed si interrompono anche al centro lasciando dei corridoi interni: niente di meglio.
Non è raro però che sia necessario installare scale e scavalchi per consentire all’operatore di muoversi tra gli shed in totale sicurezza.
Ma la questione scavalchi è da affrontare a parte, in un altro articolo.

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