L’anticaduta macchinari per la messa in sicurezza contro le cadute dall’alto delle Paper Machines.
Gli specialisti IN-SAFETY sono stati chiamati a progettare ed installare un sistema di anticaduta macchinari su una Paper Machine all’interno di una cartiera.
Una Paper Machine è un macchinario grande come un palazzo che occupa un intero capannone.

Paper Machine o macchina continua per la produzione della carta – immagine di repertorio
In alcuni punti è alto anche più di 6 m e può essere lungo oltre 80 m.
Al suo interno si realizza quel processo per cui, dall’inizio alla fine, si passa dalla materia prima (la cellulosa) per finire con un enorme bobina di carta, uniforme in colore, spessore e larghezza, del peso di alcune tonnellate.
Questo rotolo poi costituirà l’elemento base dal quale verranno realizzati imballaggi, carta usa e getta, panni asciugatutto, carta igienica, carta da stampa, ecc. ecc.
Per riassumere in breve il processo, all’interno della Paper Machine vi è una tela di formazione, molto lunga, che passa attraverso oltre 50 rulli, sul quale viene spruzzata la cellulosa con i suoi additivi.
Sulla tela, la cellulosa passa tra rulli di vario genere e dimensione che ne uniformano lo spessore, la seccano, la lucidano fino a diventare carta.
Il telo e i rulli sono posizionati a varie altezze fino a scendere a livello inferiore rispetto al pavimento per cui, dalla sommità della macchina fino al punto inferiore delle fossa più profonda, ci sono anche oltre 10 m di dislivello.

Ogni parte della Paper Machine deve permettere l’accesso del personale, sia durante le fasi di lavorazione ma anche e soprattutto durante le fasi di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Per questo, la struttura che circonda la linea della paper machine è costellata di scale e passerelle di varie lunghezze e dimensioni.
La parte superiore, nello specifico sopra la seccheria, è invece chiusa da pannelli pedonabili che, occasionalmente, vengono rimossi scoprendo i rulli per facilitare l’accesso a questi dall’alto.
Una moderna Paper Machine è normalmente provvista di tutti gli accorgimenti anticaduta che prevedono le normative ma, se parliamo di macchine di oltre 30 o 40 anni, è molto probabile che alcune fasi di lavoro espongano gli operai al rischio di caduta dall’alto.
Completamento dei sistemi anticaduta per la manutenzione.
E’ questo il caso su cui recentemente, in una cartiera storica della Toscana, gli specialisti IN-SAFETY sono stati chiamati ad intervenire.

Sulla Paper Machine, i dispositivi anticaduta macchinari erano già stati in parte realizzati e, negli anni, molte scale e passerelle sono state modificate e adeguate alle normative in vigore.
Allo stesso modo erano già stati predisposti degli ancoraggi e dei parapetti per prevenire le cadute dall’alto anche nelle fasi di manutenzione, fasi in cui gli operai accedono a parti della macchina che normalmente non richiedono la loro presenza durante le fasi di produzione.
Ma questi avevano bisogno di un aggiornamento e, soprattutto, dovevano essere modificati per rendere le operazioni di manutenzione alla macchina più scorrevoli e ancora più sicure.
Lavorare in trattenuta e limitare i tiranti d’aria.
La prima esigenza alla quale rispondere con un sistema di Anticaduta Macchinari è stata la necessità di installare un ancoraggio permanente sulla copertura della macchina.
Come spiegato precedentemente, la Paper Machine ha una copertura in pannelli pedonabili sopra la seccheria, la parte della macchina che asciuga e secca l’impasto della carta.
La copertura della seccheria è larga circa 6 m per 50 m di lunghezza.
La caduta verso l’esterno della macchina è protetta da parapetti, ma quando devono essere rimossi i pannelli di copertura, durante i fermi macchina per la pulizia della tela, gli operai che devono salire sulla copertura per agganciarli con il carroponte sono esposti al rischio di caduta verso l’interno della macchina.

Per questa evenienza, il RSPP, prima di iniziare le operazioni di apertura, fa normalmente predisporre una linea vita temporanea a fettuccia da agganciare a dei robusti supporti metallici, con rompitratta ogni 3 m realizzati mediante ancoraggi tessili e connettori.
Alla linea vita tensionata si ancorano gli operai (con imbracatura e cordino doppio) e questa impedisce loro di sporgersi prima ancora di cadere.
Lavora principalmente a trattenuta ma, calcoli dei supporti alla mano, sarebbe in grado anche di arrestare una caduta.
Ogni 3 m, l’operaio è costretto ad effettuare una manovra di progressione per saltare il rompitratta senza contare che, in commercio, le linee vita temporanee arrivano al massimo a 30 m e sulla seccheria ne servono almeno due.

La richiesta del RSPP della cartiera è stata quella di installare una “linea vita” permanente, per evitare la perdita di tempo nelle installazioni della temporanea, che tenga conto del limitato tirante d’aria e che limiti le operazioni di progressione con doppio cordino.
Una rotaia per la trattenuta.
La soluzione da noi proposta e confermata dal RSPP è l’installazione di un ancoraggio lineare di Tipo D a norma EN 795/2012, comunemente chiamato “Linea Vita a Rotaia Rigida” o “binario” anche se la rotaia è una sola… ma così è il gergo.
Un ancoraggio a cavo flessibile Tipo C non avrebbe garantito la sufficiente rigidità richiesta per il limitato spazio libero di caduta, il cosiddetto tirante d’aria.
Come prima cosa è intervenuto il nostro ingegnere, ll Dott. Francesco Badini di FB Engineering e specialista IN-SAFETY, che ha verificato l’esistenza o meno sulla macchina di supporti per i punti di ancoraggio, sufficienti in numero e resistenti abbastanza da ospitare l’installazione del binario.
Il passo maggiore di questi supporti e la loro conformazione ha determinato la scelta della tipologia di binario.
In questo caso, la scelta è andata su una rotaia di produzione Nordeuropea, in alluminio anodizzato, con una particolare sezione semiellittica, caratterizzato dall’enorme scorrevolezza dei carrelli, dispositivi di cui parleremo più avanti.

Tale modello è certificato per resistere alla caduta di due operatori in contemporanea con passo massimo tra i supporti di 6 m, anche se, dato il limitato tirante d’aria, nel nostro caso è stato meglio rimanere sotto i 3 m.
Inoltre il produttore presenta a catalogo un’enorme varietà di accessori quali curve, supporti, blocchi di scorrimento e switch, che permettono di seguire agevolmente anche i percorsi più articolati.
Nel nostro caso, infatti, vi è anche la necessità di scavalcare dei motori elettrici che aprono e chiudono i pannelli di copertura laterali della seccheria, posti ad intervalli di circa 6 m e che intercettano il passaggio della linea vita.

Profilo ampio e materiali adatti alla presenza di polvere di cellulosa.
Dato l’ambiente e la forte presenza di polvere di cellulosa, che ricopre ogni parte del macchinario in spessi strati, si è preferito utilizzare rotaie in alluminio anodizzato per le quali sono stati progettati e verificati braccetti di staffaggio su misura in acciaio inox AISI 304 sabbiato.
Ogni imbullonatura è stata realizzata, per le stesse ragioni, in acciaio inox, utilizzando bulloni e dadi autobloccanti anche per evitare allentamenti dei fissaggi dovuti alle vibrazioni della macchina.
La polvere di cellulosa rischia di interferire anche con un altro elemento del sistema anticaduta: il carrellino del sistema Tipo D.
Molti prodotti esistenti sul mercato affidano la scorrevolezza del carrello alla differenza di attrito tra l’alluminio della rotaia e il rivestimento in materiale plastico (generalmente teflon) all’interno del carrello.
Altri sistemi hanno un meccanismo a sfere mentre altri ancora sono dotati di rotelle che si incastrano con precisione lungo dei solchi laterali della rotaia.
Il modello che abbiamo scelto abbina un profilo semiellittico della rotaia, che elimina la soluzione a “solchi laterali” e abbina un carrello con rotelle gommate più grandi del normale.
Queste caratteristiche migliorano la scorrevolezza e “arieggiano” il sistema evitando noiosi accumuli di sporcizia che potrebbero rendere disagevole lo scorrimento obbligando a frequenti operazioni di manutenzione e pulizia.

La prescrizione dei DPI.
Ogni operatore, prima di accedere alla linea sopra la seccheria, dovrà essere dotato del proprio kit di DPI:
- elmetto con sottogola;
- imbracatura completa per il lavoro in quota con aggancio dorsale;
- cordino di lunghezza fissa con assorbitore e connettori;
- carrellino;
Si sale sulla copertura del macchinario seguendo il percorso prestabilito composto da scale a giorno e passatoie complete di parapetto laterale.
Prima di salire sulla copertura, stando ancora all’interno della passatoia, si inserisce il carrellino sulla dalla testa.
L’inizio della rotaia è a meno di 60 cm dalla fine della passatoia protetta: è munita di un perno a molla con funzione di anti ritorno che permette il passaggio del carrello in una direzione ma lo blocca se torna accidentalmente indietro.

L’operatore può così muoversi liberamente lungo il camminamento adiacente ai pannelli di copertura, pannelli che, come abbiamo già spiegato, possono essere rimossi esponendo l’operaio a caduta verso l’interno della macchina.
Una volta completato il lavoro, l’operaio dovrà prima scendere dalla copertura e tornare sulla passatoia protetta, azionare il perno anti ritorno della rotaia ed estrarre il carrellino.
Altri interventi: aggiornamento dei parapetti.
La copertura della macchina, come già spiegato, ha già un parapetto laterale per prevenire le cadute verso l’esterno.
Una richiesta venuta dalla direzione di produzione è stata quella di poterlo modificare realizzando, nella parte centrale del lato lungo, un cancello apribile che agevoli le operazioni di sollevamento e scarico dei pannelli di copertura con il carroponte.
Data la tipologia costruttiva del parapetto esistente e lo stato di manutenzione, abbiamo ritenuto più semplice e produttivo sostituire l’intera tratta con un nuovo parapetto in alluminio che potesse essere reclinabile nel tratto dove richiesto.

In questo caso abbiamo pensato di utilizzare un parapetto in alluminio a norma UNI 14122-3 con basamento disegnato e calcolato su misura in quanto la struttura della macchina presenta un profilo strutturale a “C” che esclude l’impiego di un basamento orizzontale o verticale.
In questo ci è venuta in aiuto un’azienda toscana, AESSE VITA, che produce parapetti certificati in alluminio con componentistica personalizzabile su disegno.
I tecnici di AESSE VITA hanno affiancato il nostro ingegnere durante le fasi di rilievo ed hanno poi realizzato il parapetto e i montanti su disegno nel giro di una settimana.
L’ingegnere ha poi certificato la tenuta a seguito di una verifica strutturale.

Documentazione rilasciata:
- Schema grafico del sistema linea vita a rotaia certificata con indicati i percorsi di accesso e lo sviluppo dell’ancoraggio;
- Relazione tecnica con indicazione delle prescrizioni procedurali, dei rischi residui e dei DPI;
- Relazione di calcolo strutturale firmata dal nostro ingegnere con verifica di tenuta degli elementi che compongono il sistema e della struttura sui quali sono stati ancorati;
- Certificazione dei prodotti con i Manuali di uso e manutenzione forniti dalle aziende produttrici;
- Certificazione di corretta posa, sulla base delle indicazioni date del progettista, dallo strutturista e del produttore dei sistemi, firmato dal responsabile della ditta di installazione;
- Cartelli di segnalazione;
- Piano di ispezioni e manutenzioni ordinarie;
Non solo cartiere.
Macchinari complessi che si sviluppano su altezze superiori ai 2 m e che prevedono la presenza di operai e manutentori in quota sono presenti in tutte le tipologie di industrie comprese le aziende agricole e zootecniche.
Ogni macchinario ha le sue criticità e gli specialisti IN-SAFETY hanno l’esperienza per trovare la soluzione più adatta alle tipologia di macchinario, le procedure di lavoro e alle strutture esistenti.