Come, quando e con quale sistema ancorarsi per lavorare in sicurezza fuori da finestre, velux e balconi.
Un sistema di ancoraggio anticaduta mobile per finestre e balconi è senza dubbio un sistema pratico e sicuro per prevenire le cadute dall’alto durante brevi ma pur sempre pericolosi interventi di installazioni nel vuoto.
Soprattutto se non vi è la possibilità di intervenire da fuori con PLE, ponteggi, trabattellio con sistemi di ancoraggio permanenti.
Ve ne sono diversi modelli e tipologie.
Vediamo insieme quali sono e come funzionano gli ancoraggi portatili anticaduta per finestre e balconi.
In questo articolo andremo a vedere nel dettaglio cosa offre il mercato in tema:
Ancoraggi Tipo B a barra per finestre e Velux (door anchor)
Sistemi di ancoraggio Tipo B a pertica
Ancoraggi Tipo B per velette
Ancore da tetto Tipo E
Ancoraggi permanenti a scomparsa Tipo A
E’ facile cadere dalla finestra o dal balcone senza un sistema anticaduta per finestre e balconi
Le cadute che avvengono durante brevi lavori di installazioni e manutenzione di tende o altri tipi di impianto su tetti e balconi sono fin troppo frequenti.
Si stimano almeno12 cadute all’anno e molti di più sono i near miss che, si sa, in Italia non vengono conteggiati e tantomeno inseriti nelle statistiche.
Personalmente conosco fin troppi manutentori, elettricisti, idraulici e lattonieri che per poco non ci lasciavano le penne.
Tali incidenti sono così frequenti per vari motivi:
la tendenza (sbagliata) a considerare un lavoro di breve durata meno pericoloso di un cantiere strutturato su un periodo più lungo,
unitamente al fatto che molti di questi interventi sono in uffici o appartamenti di privati che non hanno sistemi di protezione pre installati;
l’abitudine fin troppo diffusa a tagliare i costi di installazione partendo proprio dalla sicurezza;
la poca importanza che viene data alla formazione specifica per queste tipologie di intervento preferendo corsi generici, in aula, a costi inferiori rispetto a corsi di formazione in palestre attrezzate.
non ultimo, anche se non rientra nelle statistiche ufficiali, ritengo che su queste statistiche influisca molto il “machismo” di certe maestranze che li porta a voler dimostrare di “non avere paura”.
Fin troppe volte ho sentito la frase: “se tutte le volte mi devo mettere l’imbracatura, non riesco più a lavorare…”
E’ ancora più facile lavorare in sicurezza se si sa come farlo
Eppure le soluzioni non mancano: mentre le associazioni di categoria, i burocrati e i legislatori si interrogano sui numeri e le possibili soluzioni, l’industria dell’anticaduta ha già trovato molte soluzioni.
Purtroppo se ne parla poco e si relegano tali soluzioni in fondo al catalogo bollati come “accessori vari”.
Perché? E’ un gatto che si morde la coda. Siccome sono poco conosciuti, se ne parla poco e se ne vendono pochi.
Questi pochi che si vendono sono molto spesso una tantum perché, per costruzione e modalità di impiego, strumenti molto solidi e durevoli.
Se invece uno ci pensa un attimo, quanti tendaggisti, idraulici, antennisti e manutentori di vario genere lavorano fuori da finestre e su balconi? Centinaia di migliaia.
Quando è possibile utilizzare dispositivi anticaduta per finestre e balconi.
La maggior parte dei dispositivi elencati all’inizio dell’articolo sono ancoraggi certificati secondo la norma UNI EN 795, Tipo B.
Sono quindi a tutti gli effetti dei DPI di III^ categoria, mobili e temporanei, per la prevenzione delle cadute dall’alto.
Costituiscono un punto di ancoraggio certificato nella catena di sicurezza anticaduta che comprende anche elementi di connessione, di dissipazione e di presa per il corpo (connettore, cordino, assorbitore, imbracatura).
Come tali, vanno scelti quando non è possibile ricorrere a sistemi anticaduta collettivi o PLE e quando l’intervento ha carattere di urgenza e di breve durata.
Una situazione comune è appunto il lavoro all’esterno di finestre o balconi, quando è necessario sporgersi o salire oltre il parapetto.
Un altro impiego comune è l’accesso temporaneo su coperture prive di sistemi di ancoraggio anticaduta permanenti, attraverso lucernari tipo velux o finestre, limitatamente a zone contigue a questi.
Bisogna infatti fare molta attenzione: un ancoraggio Tipo B, a tutti gli effetti un ancoraggio di tipo puntuale, permette di lavorare in sicurezza solo entro raggi di azione che non espongono il lavoratore a cadute laterali ed effetti pendolo pericolosissimi.
Come funzionano i sistemi anticaduta per finestre.
La maggior parte dei dispositivi disponibili sul mercato sono costituiti da barre metalliche, in acciaio o in alluminio, ad alta resistenza meccanica.
Sono anche detti door anchor.
Queste si incastrano, dall’interno, tra stipite e stipite della finestra o portafinestra e rimangono in posizione grazie a degli elementi di blocco regolabili in base alla larghezza dell’infisso.
Su queste barre sono presenti uno o più anelli (in base al numero di operatori per cui è certificato) ai quali agganciare il connettore del cordino anticaduta.
Condizione fondamentale è che gli stipiti della finestra o della porta siano strutturali e sufficientemente robusti da sostenere le forze che intervengono in caso di caduta che sono almeno 600 kg per ogni operatore.
In un mondo perfetto, ci sarebbe un ingegnere che di volta in volta calcolerebbe la tenuta del telaio degli infissi e darebbe la sua approvazione.
Molto più spesso, anzi praticamente sempre, la scelta dell’infisso più resistente sta alla sensibilità e alla responsabilità del datore di lavoro o dell’operatore stesso.
Come consiglio generale, sarebbero da preferire infissi (finestre, porte finestre o velux) su murature portanti, evitando quelli montati su telai leggeri in alluminio come ad esempio le porte finestre installate su vetrate continue.
In tutti i casi, è di vitale importanza leggere bene il manuale utente fornito dal costruttore.
Se le finestre non hanno più che solidi montanti, un ancoraggio a barra è da evitare
Come funzionano quelli per balconi.
I dispositivi per ancorarsi a balconi funzionano più o meno con lo stesso principio ma in posizione verticale.
Invece di incastrarsi nel telaio laterale di un infisso, fanno forza sul pavimento del balcone e all’intradosso del solaio del balcone soprastante (se c’è).
Oppure si installano incastrandoli sulla soglia e sull’architrave dell’infisso.
Come ad esempio il dispositivo prodotto dalla SYAM che abbiamo già citato e di cui parleremo più avanti.
Per questo motivo sono dispositivi più lunghi e più robusti, ma anche un po’ più costosi.
Ricordiamo che è buona prassi ancorarsi al dispositivo prima di uscire sul balcone o sul tetto.
Cosa offre il mercato dei dispositivi anticaduta per finestre e balconi
Capostipite di questi sistemi è forse il DOOR BAR di Tractel, un dispositivo in acciaio, certificato secondo la UNI EN 795:2012 Tipo B e TS16415:2013 Tipo B (per i 2 operatori).
E’ infatti utilizzabile fino ad un massimo di 2 operatori, in base alla luce dell’infisso (fino a 80 cm, 2 operatori, da 80 cm fino a 1 m, un solo operatore.)
Foto tratta dal sito www.tractel.com
Un altro sistema molto diffuso sul mercato italiano è il DOOR ANCHOR di Kratos Safety, in acciaio zincato, certificato anche questo fino a 2 operatori in contemporanea.
Il suo punto di forza è la possibilità di essere utilizzato su infissi con luce netta fino a 125 cm.
Molto simile nella costruzione ma con prestazioni eccezionali, il D – MOBILE di Singing Rock offre la possibilità di lavoro a 2 operatori in contemporanea con resistenza certificata fino a 22 kN per una luce netta massima di 1,1 m.
Foto tratta dal sito kratossafety.com
Per chi vuole un dispositivo un po’ più tecnologico e leggero, in alluminio e acciaio inox, allora il mio consiglio è quello di valutare il B-STOP di REGO, azienda Toscana dal carattere innovativo, soprattutto quando si tratta di abbinare gli ancoraggi anticaduta al materiale alluminio.
il B-STOP è certificato secondo la UNI EN 795:2012, Tipo B, per un solo operatore e limitatamente ad infissi con luce netta di 1 m massimo.
E’ però molto leggero, facilmente trasportabile ed installabile anche su telai di 50 cm di spessore e muri perimetrali molto spessi.
E’ l’unico che ha un sistema ausiliario di blocco da entrambi i lati della parete.
Foto tratta dal sito www.rego.it
Quando parliamo di applicazione su balconi (ma anche in caso di telai di finestre poco resistenti) le scelte si riducono al massimo ad un paio di produttori tra cui, come sopra citato, il dispositivo di SYAM, azienda francese detentrice di un brevetto unico nel suo genere.
il SYAM si puntella sul pavimento e su due punti contro la parete in cui vi è l’infisso di uscita.
Distribuisce quindi i carichi su 3 punti senza fare pressione sul soffitto e quindi può essere utilizzato in situazione che richiedono:
di non appoggiarsi a telai a vista e parti esteticamente rilevanti dell’infisso;
di operare anche in presenza di controsoffitti non portanti;
mantenere un punto di ancoraggio alto per lavorare in Fattore caduta tra 0 e 1.
Si può utilizzare in locali con soffitti alti anche oltre i 4 metri.
Due modalità di impiego del dispositivo di ancoraggio SYAM
Nutro invece dubbi sul dispositivo SPIDER, azienda italiana che propone il suo SUN 200, un ancoraggio a pertica che lavora a spinta tra il pavimento e il solaio soprastante.
Si può installare su un’altezza interna minima di 2 m fino ad un massimo di 3,4 m.
Il dubbio consiste nel fatto che lavora principalmente per spinta tra pavimento e soffitto il quale deve essere necessariamente solido (non controsoffittato) e per attrito.
Non lo installerei all’esterno senza avere una parete di contrasto tra me e il dispositivo, come invece si vede in molte loro foto da catalogo
foto tratta dal sito www.lineevita.it
foto tratta dal sito www.lineevita.it
Altri dispositivi anticaduta per finestre e balconi
Se invece abbiamo un balcone o un parapetto in cemento armato o comunque strutturale e resistente, sempre da Kratos possiamo trovare uno speciale dispositivo che si blocca sul davanzale o sulla veletta.
Si dovrà stare molto attenti a scegliere il punto di installazione per limitare al massimo il fattore di caduta.
Se poi non ci sono finestre o balconi ai quali ancorarsi, ad esempio se dobbiamo montare una pompeiana su un bel lastrico solare piastrellato e privo di linee vita, possiamo sempre ricorrere alle ancore da tetto.
Un consiglio a chi lavora con i condomini e ne cura la sicurezza.
Con tanti balconi, molte tende e molte caldaie termo singole sui balconi, sarebbe bene predisporre degli ancoraggi puntuali permanenti Tipo A.
Ve ne sono alcuni di tipo a scomparsa o rimovibili che non impacciano, non si vedono e che, secondo me, sono la soluzione migliore.
Foto tratta da fallprotec.com
Consiglio di valutare bene con uno dei nostri specialisti quale è il dispositivo ideale per il tipo di lavoro che deve essere svolta.
Se vuoi provare i dispositivi anticaduta per finestre e balconi, magari in uno dei nostri centri di formazione attrezzati per addestrarsi in sicurezza,contattaci.
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