I punti più pericolosi e più difficili da mettere in sicurezza sul tetto di un fabbricato, oltre ai bordi, sono i lucernari e gli evacuatori fumo e calore perché sono fragili e sfondabili.
La protezione lucernari è un argomento importante perché, anche se non è una statistica ufficiale, tra le cadute accidentali 2 su 3 sono avvenute per sfondamento di lucernari.
I lucernari sono punti traslucidi su una copertura che permettono alla luce e all’aria di filtrare migliorando le condizioni di lavoro di un ambiente.
Possono essere in vetro, in policarbonato, in polimetilmetacrilato (PMMA o plexiglass, lucernario plastica) o in vetroresina.
Tutti materiali spesso poco resistenti alla pedonabilità e facilmente sfondabili, soprattutto se invecchiati al sole e alle intemperie.
Non parliamo poi di quelli in vetroresina abbinati a coperture in cemento amianto o in fibrocemento ecologico.
Quando ispeziono tetti e coperture, ne trovo spesso anche di apribili, manualmente o elettromeccanicamente.
Un lucernario costituisce quindi un potenziale rischio di caduta e come tale, se sei il proprietario di un tetto o il RSPP, lo devi mettere in sicurezza con un sistema di protezione per lucernari.
Come mettere in protezione lucernari
I sistemi protezione anticaduta lucernari sono principalmente quattro:
- reti anticaduta permanenti;
- griglie anticaduta;
- parapetti per lucernari;
- ancoraggi anticaduta.
Reti anticaduta lucernari permanenti per lucernari capannoni industriali.
La rete anticaduta permanente per protezione lucernari più conosciuta è la rete certificata in maglia metallica elettrosaldata conosciuta come rete lucernari per capannoni.
La norma che regola i criteri di resistenza delle reti è la UNI EN 15057, secondo la quale un sistema di protezione permanente deve riuscire a trattenere un corpo molle del peso di 50 kg lasciato cadere sulla rete da un’altezza minima di 1,2 m.
Per riuscire a fare ciò, deve essere opportunamente ancorata alla struttura portante (la parte strutturale sotto il lucernario) e l’ancoraggio deve essere verificato da un ingegnere strutturista.
I principali produttori di reti forniscono solitamente il proprio schema di montaggio ma è sempre consigliata (obbligatoria direi) la verifica ai carichi statici e dinamici da parte di un tecnico abilitato: una relazione di calcolo strutturale, timbrata e firmata.

Esempio di rete anticaduta protezione lucernari di tipo zincato installata sotto il manto di copertura – foto by Pasini Reti
Ci sono diversi tipi di reti anticaduta per protezione lucernari:
- reti metalliche zincate, da interno;
- le stesse reti metalliche ma plastificate, da esterno;
- particolari reti in poliammide, Tipo M, da installare all’interno;
- speciali reti in acciaio speciale, anticaduta e che rendono i lucernari calpestabili, da interno o da esterno.
Reti metalliche zincate per uso interno ai lucernari.
Sono le reti più comuni, soprattutto nei rifacimenti di coperture e/o sostituzioni di eternit (amianto bonifica).
Derivano dalle reti da recinzione ma hanno passato i test necessari per essere considerate anticaduta.
Ci sono diversi produttori ma tutti, più o meno, forniscono le reti in rotoli da 25 m con larghezze totali che variano da 1 metro fino a 2,5 m circa.
Nella larghezza sono comprese, solitamente, le 3 maglie esterne, a destra e a sinistra.
Queste maglie, di larghezza inferiore, devono generalmente rimanere esterne all’ancoraggio.
L’ancoraggio è sempre realizzato mediante l’impiego di listelli o profilati metallici che ripartiscono le forze in maniera lineare.
In parole povere, la rete viene schiacciata contro la struttura da un profilo avvitato con i fissaggi più idonei alla struttura portante (viti rapide a cemento, tasselli meccanici, autoperforanti per ferro, ecc., ecc.).
Reti metalliche da esterno con rivestimento plastico.
Sono praticamente uguali a quelle zincate, stesse lunghezze e più o meno le stesse larghezze utili.
Anche con le stesse caratteristiche prestazionali e con le stesse indicazioni di fissaggio.
Il rivestimento plastico le rende più resistenti alle atmosfere più aggressive oppure più idonee a rimanere all’esterno, esposte alle intemperie.

Reti permanenti in poliammide ad alta tenacità.
Le reti in poliammide sono frequentemente usate come reti anticaduta temporanee e certificate secondo la EN 1263-1.
Recentemente, alcuni produttori più evoluti, hanno certificato questo materiale per un uso permanente.
Tali reti sono state definite Tipo M, ovvero l’evoluzione “permanente” delle reti collettive provvisorie Tipo L o “reti ad uso orizzontale”.
Rispetto alle reti metalliche presentano molti vantaggi:
- un peso più contenuto che ne facilita movimentazione ed installazione;
- larghezze di impiego maggiori ai 2,5 m;
- lunghezze anche su misura;
- possibilità di ancoraggio, oltre che con listelli o profilati metallici, con ganci a riccio e fune perimetrale (quindi senza profilati o listelli);
- conseguente possibilità di installazione dall’interno, prima della rimozione di vecchi lucernari o dopo l’installazione di nuovi;
Essendo in poliammide, rispetto alle reti metalliche, necessitano di essere protette dai raggi UV.
Questa protezione dovrà essere garantita dal materiale dei lucernari che dovrà essere appunto di tipo schermato a tali raggi.
Inoltre necessitano di ispezioni semestrali.


Reti in acciaio speciale, anticaduta e pedonabili.
Tecnologicamente più evolute di tutte le tipologie sopra elencate, le reti anticaduta in acciaio speciale presentano notevoli vantaggi, in molti sensi:
- reti a dimensione libera con teli che possono arrivare a lunghezze e larghezze notevoli, ben oltre i 2,5 m;
- possibilità di averle in pannelli su misura, sia in larghezza che in lunghezza;
- teli o pannelli di rete collegabili tra loro;
- prodotte in filo inox per ambienti aggressivi;
- prodotte in filo con rivestimento supercoating per utilizzo in ambiente esterno;
- pedonabili, almeno secondo le disposizioni della Regione Veneto;
- certificate anticaduta secondo la EN 15057
- molteplici sistemi di collegamento alla struttura, flessibili e adattabili a molte situazioni tecniche, anche per installazioni post posa lucernari (sia da sotto che da sopra);
- facile e veloce installazione;
Oltre che per la sicurezza dei lucernari, queste reti possono essere impiegate per creare delle vere e proprie superfici pedonabili per il superamento di vuoti tecnici.
Ad esempio un corridoio tra due coperture vicine ma discontinue o addirittura per collegare due tetti vicini.

Griglie anticaduta metalliche.
Le griglie anticaduta vengono quasi esclusivamente utilizzate per i lucernari apribili e per gli Evacuatori Fumo e Calore (EFC).
Sono molto più rigide e più pesanti delle reti metalliche sopra descritte poiché prodotte con filo di maglia di anche 4 mm di diametro.
Raramente si trovano griglie prefabbricate più grandi di 2m x 2m ma, proprio grazie alla loro rigidità, possono essere realizzate praticamente su misura e facilmente adattate.
Normalmente sono fornite dagli stessi produttori di lucernari EFC ma alcune aziende, come la francese Vertic, hanno prodotto sistemi universali adattabili ad ogni tipologia di lucernario.
Non solo, sono addirittura adattabili ad ogni tipo di dispositivi di apertura EFC.
Cosa non da sottovalutare poiché spesso, questi dispositivi (idraulici o a molla) sporgono notevolmente oltre il basamento.

Parapetti per lucernari.
I parapetti sono un prodotto di cui ho spesso parlato all’interno di questo blog.
Vedi per esempio l’articolo “PARAPETTO A NORMA UNI 14122-3 VS PARAPETTO A NORMA NTC 2018”.
Come le reti, sono sistemi di protezione collettiva, pertanto da favorire rispetto a sistemi di ancoraggio anticaduta.
La maggiore complicazione nell’uso dei parapetti è che i lucernari, solitamente, sono interni ad una falda ed è quindi raro poter sfruttare un cordolo o una veletta come punti di fissaggio.

Per questo, i più usati a questo scopo, sono i parapetti autoportanti zavorrati, sempre che la struttura della copertura sia in grado di sostenerli. E sempre che la pendenza della falda non sia tale da richiedere parapetti Tipo B o Tipo C, ovvero parapetti per alte pendenze che devono resistere anche ad urti accidentali oltre che alla semplice spinta orizzontale.
Per non parlare del pericolo di traslazione: i parapetti autoportanti, infatti, hanno sempre bisogno di un punto di contrasto che ne impedisca lo slittamento: una veletta di almeno 10/15 cm di altezza o accessori speciali di bloccaggio.
Negli ultimi anni, molti produttori hanno sviluppato anche parapetti ancorabili alle coperture metalliche mediante piastre a rivetti, sfruttando lo stesso principio impiegato per le linee vita da lamiera.
Raramente questi parapetti possiedono i requisiti richiesti dalle NTC 2018, ma sono almeno a norma UNI EN ISO 14122-3.
Il che va quasi sempre bene anche se siamo su tetti e non su macchinari.
In caso di EFC, i parapetti non possono essere installati sul lato in cui la cupola deve spalancarsi, almeno non senza lasciare spazio sufficiente a garantirne l’attivazione.

Ancoraggi anticaduta zona lucernari.
Se tutte le opzioni tecniche sopra citate devono essere scartate, non rimane altro che ricorrere a sistemi di ancoraggio anticaduta, puntuali o lineari.
L’unico accorgimento che mi sento di dare è che questi dovrebbero essere installati non sul bordo di caduta del lucernario (o saremo in una situazione di “arresto di caduta” in fattore 2) ma ad almeno 1,5 mi da esso.
In questo modo l’operatore, formato e dotato di appositi DPI, potrà lavorare in una situazione di “caduta impedita” o “in trattenuta”.
Eviterò di parlare nel dettaglio di ancoraggi, già più volte trattati all’interno di questo blog.
Posso solo consigliare sistemi puntuali Tipo A o lineari a rotaia rigida Tipo D: entrambi i tipi riducono il tirante d’aria rispetto agli ancoraggi Tipo C.
Quali sono i dati considerare nella valutazione della sicurezza dei lucernari.
Come specialista IN-SAFETY, non mi stancherò ma di consigliarti di iniziare sempre dalle carte in tuo possesso.
Sei in possesso di un ETC (Elaborato Tecnico della Copertura), completo in ogni sua parte (certificati, relazioni di calcolo, dichiarazioni di corretta posa), che individua i lucernari, i rischi a cui espongono i lavoratori e le misure di mitigazione del rischio approvate e firmate da un progettista abilitato?
Se la risposta è NO, allora comincia dall’inizio, in questo ordine:
- i lucernari esistenti hanno un certificato di pedonabilità o antisfondamento o anticaduta rilasciato dal produttore/costruttore?
- se non lo certifica il produttore, hai la certificazione di un tecnico abilitato?
- non sono certificati da un tecnico ma sono dotati di un altro dispositivo anticaduta, uno dei 4 sopra elencati?
- se si, dovresti controllare quanto segue:
- il dispositivo deve essere certificato dal produttore per l’impiego cui è stato destinato;
- ci deve essere un tecnico abilitato che ne ha verificato, strutturalmente, la resistenza ai carichi previsti dalla normativa vigente;
- ci deve essere una dichiarazione di corretta posa secondo quanto indicato dal manuale del produttore e dalla relazione del tecnico verificatore;
- in caso di anticaduta affidato ad ancoraggi a norma UNI 11578:2015, ci deve essere la procedura di impiego dei DPI di III^ categoria fino anche ad una eventuale procedura di emergenza e recupero;
Come puoi intervenire.
Se la risposta ad almeno uno dei punti sopra elencati è SI, allora puoi chiedere ad un tecnico abilitato di mettere insieme la documentazione e produrre un ETC come si deve, da conservare.
Se anche solo una delle risposte è NO, allora la copertura non può essere considerata sicura ma puoi sempre chiedere ad uno specialista di intervenire:
- verificando le caratteristiche del lucernario esistente;
- progettando, fornendo ed installando un adeguato sistema anticaduta;
- certificando la posa dello stesso;
- pianificando un piano di emergenza e recupero in caso di incidente;
- organizzando un adeguato piano di manutenzione ordinaria.
In questo, gli specialisti IN-SAFETY hanno grande esperienza, contattaci per una valutazione sul tuo tetto con lucernari.

