La nuova linea di dispositivi Genesi SC per l’accesso e il soccorso in spazi confinati o sospetti di inquinamento.
I nuovi bracci davit e i dispositivi per spazi confinati della linea Genesi SC sono stati pensati e certificati fino a 3 operatori in contemporanea, i primi della loro categoria made in Italy e con accessori di produzione esclusivamente europea.
Nel progettare questi davit arm, Genesi si è ispirata ai più alti standard tecnologici e ai migliori principi di ergonomia, semplificazione e leggerezza.
Sono stati pensati anche in un’ottica di rispetto dell’ambiente e della sostenibilità.
Ve li presentiamo in questo articolo scritto in collaborazione con Genesi
Genesi SC, il made in Italy per la sicurezza in spazi confinati.
Genesi è un’azienda che da 20 anni si occupa di ingegnerizzare e produrre dispositivi e soluzioni che risolvono problemi di sicurezza contro le cadute dall’alto e negli spazi confinati.
Lo fa sviluppando al meglio le migliori competenze nel segno della tecnologia, ergonomia e semplificazione sapendo che un dispositivo è solo parte di una soluzione.

Due immagini di un Braccio Davit SC6 durante un test – foto Genesi
La nuova linea di prodotti e soluzioni per spazi confinati.
Come risposta alle nuove esigenze di mercato, Genesi ha deciso di sviluppare in casa una nuova linea di gruette e paranchi per l’accesso, il soccorso e il recupero dagli spazi confinati.
Una gamma di prodotti le cui principali caratteristiche sono l’alta tecnologia, la leggerezza, l’ergonomicità, e la facilità d’impiego in molteplici situazioni.
Questa gamma prende il nome di Genesi SC.
Dispositivi leggeri, in alluminio ma senza compromessi.
Tutti i prodotti della nuova gamma Genesi SC, dai bracci davit ai paranchi ad asta, sono in alluminio e acciaio inox: molto leggeri nel loro complesso ma anche molto resistenti, in grado di resistere a sforzi generati dall’uso fino a 3 operatori in contemporanea.
Sono tutti scomponibili in più pezzi dal peso inferiore ai 20 kg, compatti e facili da trasportare anche a mano, per installarli nei posti più difficili da raggiungere.
Semplici da scegliere, assemblare e utilizzare.
Genesi, nella messa a punto della nuova gamma SC, ha estremamente ridotto il numero di referenze limitandosi a 5 o 6 dispositivi in grado di coprire tutta la casistica possibile e immaginabile.
Dall’accesso e soccorso verticale fino all’utilizzo su cisterne e serbatoi con accessi verticali e orizzontali, flangiati e non.
Molti degli accessori sono intercambiabili tra i vari dispositivi, come ad esempio le basi e le staffe di attacco per verricelli e retrattili.
In questo modo si riducono anche i tempi di consegna e di installazione.

Prodotti blu e green: anodizzati ed eco-compatibili.
La colorazione blu della nuova gamma Genesi SC è ottenuta per anodizzazione e non con verniciatura a polvere.
L’anodizzazione evita la possibilità di avere residui o schegge di vernice non ammesse in alcuni processi produttivi e facilita la gestione di fine vita non alterando le caratteristiche dell’Alluminio.
Quindi più facili da riciclare.
Tale attenzione rispecchia a pieno il processo di certificazione di Genesi come azienda green che pone attenzione al rispetto dell’ambiente.
Bracci davit per accessi verticali Genesi SC6 e SC12
I dispositivi di punta della nuova gamma Genesi SC sono senza dubbio le gruette da SC6 e SC12, con braccio telescopico, certificate per 3 operatori in contemporanea.
La gruetta SC6 ha uno sbraccio telescopico regolabile dai 310 mm fino ai 570 mm; di conseguenza ha un’altezza in punta regolabile dai 1,94 mt fino a 2,44 mt.
All’attacco del braccio ci sono 1,2 mt, più che sufficienti a scavalcare un eventuale parapetto.
Il modello SC12 ha invece uno sbraccio telescopico più lungo, regolabile a 782, 918 e 1200 mm; di conseguenza un’altezza che va da 1,81 m fino a 2,15 m con un’altezza sotto braccio di 1,05 mt.
Queste gruette hanno tutte doppia carrucola per gestire in contemporanea 2 cavi, 1 per il winch e uno per l’anticaduta retrattile, entrambi installabili sul fusto per un uso più ergonomico del sistema.
Ogni ancoraggio presente sul fusto e sul braccio è certificato per persone e materiali, a prova di errore.

Gruetta per serbatoi SC6F e SC3.
I dispositivi SC6F e SC3 sono pensati per la gestione di accessi verticali su serbatoi e dove c’è poco spazio per il brandeggio di un davit più grande.
In particolare il braccio SC6F ha una estensione braccio di 610 mm e un palo integrato alto 1,6 m.
Il davit arm SC3 ha invece uno sbraccio di 365 mm e un palo integrato di 1,05 m; questo può essere alzato a 1,61 m o 2,04 m grazie a prolunghe innestabili.
Come per i “fratelli più grandi” SC6 e SC12, anche questi due modelli hanno in testa la doppia carrucola per la gestione in contemporanea di 2 cavi.
Paranco SCPH e accessori per gli accessi orizzontali.
Alla gamma dei bracci davit si aggiunge il dispositivo per la gestione degli accessi orizzontali Genesi SCPH.
È un paranco ad asta che permette di gestire dall’esterno il recupero con un verricello da un passo d’uomo orizzontale.
Il primo sul mercato che, unitamente al punto di ancoraggio per le aperture flangiate, è certificato per l’uso in contemporanea con 2 operatori.
Anche questo, come le gruette, con due carrucole per la gestione in contemporanea di 2 strumenti a cavo metallico.

Sviluppi futuri per le basi delle gruette.
Presto Genesi presenterà sul mercato due novità che riguardano le basi per le gruette SC6 e SC12.
Ia prima è una base portatile modulare, completamente in alluminio che permette di lavorare in modalità auto portante quindi senza alcun fissaggio, oppure ancorandola a terra o ad un gancio traino di un veicolo come ad una zavorra di contrappeso.
La seconda è una base fissa in alluminio dal peso ridotto di 11 kg (meno della metà della basi in inox) multi posizione cioè che può essere installata sia su un supporto orizzontale sia su un supporto verticale. E può essere utilizzata sia per la gruetta SC6 e la gruetta SC12.

Una soluzione, non solo un prodotto.
La nuova gamma Genesi SC è quindi lo strumento versatile da integrare all’interno del processo che porta alla scelta della corretta soluzione:
- una completa mappatura degli spazi confinati in azienda;
- la corretta valutazione dei rischi;
- lo studio delle procedure;
- la formazione e l’addestramento.