Come e dove impiegare i cordini anticaduta a Y in tutta sicurezza anche grazie agli hook parking.
I cordini anticaduta a Y sono tra i DPI maggiormente impiegati:
- con sistemi di ancoraggio puntuali consecutivi e progressivi;
- sulle linee vita con rompitratta intermedi;
- durante un’arrampicata industriale su tralicci o altre strutture;
Ve ne sono di tutti i prezzi, misure, qualità e sono tra i DPI più comuni sui cataloghi di tutti i fabbricanti.
Sono molto utili e pratici ma se utilizzati in maniera scorretta nascondono delle insidie che potrebbero portare a gravi conseguenze.
Vediamo insieme quali, come e quando impiegarli.
Le configurazioni più comuni dei cordini anticaduta a Y.
Quali siano i materiali e le norme tecniche a cui rispondono i cordini a Y anticaduta ne abbiamo già ampiamente parlato nell’articolo “Cordini anticaduta e posizionamento: guida alla scelta”
Riassumendo, la caratteristica principale è che hanno un unico punto di connessione all’imbracatura, un solo assorbitore di caduta EN 355 e due bracci o longe, ognuno terminante con un connettore.
Da qui la dicitura comunemente utilizzata “a Y” che li distinguono dai cordini “a V”: cordini che hanno un solo punto di connessione all’imbracatura e due longe con un assorbitore su ognuna (2 assorbitori distinti).

Cordini anticaduta a Y: da sinistra CT ABS FLEX 140 , KONG EAW Y set Tango, CAMP RETEXO REWIND
Sul mercato si trovano tanti tipi di cordini a Y che si distinguono tra di loro in base ai materiali di cui sono fatti, alla lunghezza totale e alla tipologia di connettore impiegato.
Le longe dei cordini a Y sono in materiale semistatico e possono essere fatte di:
- fune ritorta;
- corda tessile kernmantel;
- aramidica (ritardante di fiamma);
- fettuccia tessile (elasticizzata e non);
- cavo metallico;
La fettuccia elasticizzata (un elastico molto morbido) non ha funzione di assorbimento caduta ma solo quella di mantenerli più corti possibile quando a riposo.
In questo modo si limita il rischio di inciampo o impigliamento quando sono a riposo sui porta accessori.

Le lunghezze dei cordini a Y sono variabili.
Per norma, non possono mai superare i 2 m, assorbitore e connettori compresi.
In genere sono di due categorie di misura: lungo e corto.
I cordini a Y lunghi sono in genere di 1,5-1,8 m, e arrivano a 2 m con i connettori.
Si usano in genere per la progressione su coperture o piani di lavori sui quali sono stati installati ancoraggi puntuali a distanze massime tra i 2 e i 2,5 m l’uno dall’altro.
I cordini a Y corti sono in genere di 80-90 cm, arrivano ad 1,2 m circa con i connettori.
I corti si utilizzano in genere per l’arrampicata industriale, su tralicci o macchinari.
devono essere corti
Poi ci sono i cordini a Y di lunghezza regolabile, con una serie di anelli lungo le longe per la regolazione.

I connettori più comuni sui cordini a Y.
In teoria, ogni connettore che sia a norma EN 362 va bene.
Ce ne sono di tutte le forme, materiali e dimensioni: dagli ovali a ghiera fino ai connettori in a grande aperture che arrivano anche a 60 cm di ampiezza.
Ne abbiamo parlato in abbondanza nell’articolo “Il connettore [moschettone]: 3 consigli per la scelta e l’uso”.
I più comunemente usati sono in genere i connettori ovali per l’attacco all’imbracatura mentre sulle longe si impiegano generalmente connettori a doppia leva (su ancoraggi prefabbricati e linee vita) o a grande apertura (su tralicci o tubi innocenti).
Se acciaio, alluminio o inox, questo dipende dall’ambiente in cui si opera ma in genere, i connettori a grande apertura, sono in alluminio per ridurne il peso.
Non dimentichiamoci che esistono anche connettori speciali come quelli rivestiti in materiale plastico per ambienti atex o isolati dielettricamente.

Utilizzo dei cordini anticaduta a Y.
La configurazione a due bracci consente di cambiare punto di ancoraggio senza prima staccarsi dall’ancoraggio precedente, mantenendo così sempre almeno un punto di assicurazione anticaduta.
La procedura di utilizzo è abbastanza banale ed è detta anche progressione o “attacca-stacca”… questa seconda definizione non è molto professionale ma rende bene l’idea.
Per una progressione in copertura o su un piano con ancoraggi preinstallati, si utilizzano comunemente i cordini a Y lunghi con connettori leggeri a doppia leva: gli ancoraggi sono generalmente distanziati tra loro di 2-2,5 m.
Si può usare indistintamente sia l’attacco sternale dell’imbracatura così come il dorsale.
Se invece abbiamo una linea vita a parete con camminamenti stretti, è molto probabile che si utilizzino cordini a Y corti: con questi, l’utilizzo dell’attacco dorsale è molto scomodo proprio perché le longe sono corte.
È bene utilizzare sempre lo sternale, come spiegherò più avanti.
Arrampicando un traliccio o altra struttura verticale, si utilizzano normalmente i cordini a Y corti agganciati SEMPRE allo sternale.
Un documento interessante da leggere, sulla scalata dei tralicci con i DPI, è la pubblicazione INAIL intitolata “Indirizzi operativi per la redazione di specifiche procedure per la scalata, l’accesso, lo spostamento, il posizionamento, nonché per il recupero del lavoratore non più autosufficiente: prevenzione del rischio di caduta dall’alto nelle attività non configurabili come lavori sotto tensione su elettrodotti aerei.”
Gli errori e i rischi nell’utilizzo scorretto dei cordini anticaduta a Y
Gli errori e i conseguenti rischi specifici legati ad un non corretto uso di cordini a Y sono principalmente 4:
- sbagliare invertendo la sequenza di attacco e stacco;
- non tenere conto del fattore di caduta in arrampicata, sia in salita che in discesa;
- utilizzare l’attacco dorsale in arrampicata a rischio soffocamento o traumi agli arti;
- lasciare una delle due longe attaccate all’imbracatura e ostacolare l’apertura dell’assorbitore di caduta;
Perchè si può sbagliare la sequenza di attacco e stacco nell’utilizzo dei cordini a Y.
Non è in genere un errore che si fa per “ignoranza”: chiunque abbia fatto un minimo di formazione e addestramento all’uso di questi DPI sa che, nel cambiare ancoraggio, prima si attacca la seconda longe al nuovo ancoraggio, poi si stacca la prima dal precedente.
E’ un tipo di errore che viene indotto da un’eccessiva sequenza di ancoraggi puntuali su percorsi normalmente veloci come passerelle o vie di corsa dei carriponte.
Troppe manovre attacca-stacca possono indurre all’errore il lavoratore che può così trovarsi per un momento senza protezione.
Ecco perché ogni buona pratica consiglia, dove strutturalmente possibile, l’utilizzo di ancoraggi lineari come linee flessibili Tipo C o rotaie rigide Tipo D.
Il fattore caduta non rispettato nell’arrampicata industriale.
L’arrampicata industriale su traliccio o altra struttura verticale è una di quelle modalità di accesso previste in genere per prime installazioni, manutenzioni o ispezioni saltuarie.
Fossero accessi frequenti, sarebbe più indicato predisporre scale permanenti.
La tecnica che si insegna è quella di utilizzare cordini a Y corti con uncini ovvero connettori a grande apertura, attaccati allo sternale.
Ci si arrampica mani e piedi e si tiene sempre almeno una delle due longe ancorate alla struttura su cui si sale.
L’uncino del connettore deve essere di dimensioni appropriate e trovare un incrocio degli elementi della struttura in maniera tale che non scorra verso il basso.
Salendo, bisogna ricordarsi di attaccare il secondo uncino più in alto, prima di superare in altezza con la spalla il connettore più basso.
In questo modo si mantiene il fattore caduta (Fc) tra zero e 1 con limitate conseguenze in caso di caduta.
Scendendo, si esegue la manovra al contrario: si stacca l’uncino più in alto solo dopo che le spalle sono scese sotto l’uncino più basso.
In genere è la fretta che fa sbagliare e solo un buon addestramento e tanta pratica impediscono di commettere questo tipo di errore.
Come ci si può fare male o soffocare nell’utilizzo di un cordino doppio connesso all’attacco dorsale.
Soffocare è un rischio raro e secondario, fa un po’ l’accoppiata con il rischio di sindrome da sospensione inerte.
Per fortuna è facile evitarlo utilizzando i cordini a Y solo sull’attacco sternale.
Premettiamo che l’utilizzo dell’attacco anticaduta sternale ha molteplici vantaggi tra cui:
- avere i connettori sempre sott’occhio.. e non scordarseli aperti;
- una migliore gestione degli strumenti ad esso collegati che sono sempre a portata di mano;
- minori traumi muscolo scheletrici in caso di caduta: ad esempio il cordino da dietro potrebbe finire sotto l’ascella spezzando una spalla
- maggior tempo di sopravvivenza in caso di sospensione inerte.
In caso di perdita di conoscenza durante l’arrampicata industriale (per malore, svenimento, folgorazione…), si è notato anche che con il cordino a Y attaccato sul dietro, l’operatore potrebbe rimanere appeso a braccia aperte, tipo “crocifissione”.
Ed è noto che quella posizione impedisce la corretta respirazione fino al collasso cardio polmonare.
Se si mantiene uno dei connettori attaccati all’imbracatura, il dissipatore dei cordini a Y non si apre correttamente.
In caso di caduta, l’assorbitore impedisce che la forza shock superi i 6 kN e crei danni agli organi interni dell’operatore.
Se uno dei connettori delle due longe rimane attaccato ad un elemento strutturale dell’imbracatura, è la longe stessa che impedisce il corretto funzionamento dell’assorbitore.
Qui sotto un disegno schematico di come questo può accadere.

Per impedire che ciò accada, la seconda longe deve essere libera o attaccata anch’essa all’ancoraggio.
Un altro metodo è usare dei piccoli dispositivi accessori dell’imbracatura: gli hook parking.
Hook Parking: cosa sono e come funzionano.
Gli hook parking, o lanyard parking, sono piccoli anelli tessili o plastici con cui è possibile accessoriare le imbracature.
Si installano sugli spallacci dell’imbracatura e si utilizzano per appenderci i connettori dei cordini a Y anche durante l’impiego.
In questo modo rimangono più comodi e a portata di mano, soprattutto in arrampicata industriale.
Sono sufficientemente robusti da sorreggerne il peso ma congegnati in modo tale che, in caso di caduta, il connettore si stacca e non impedisce l’apertura dell’assorbitore.

Ogni produttore ha la sua soluzione di hook parking.
Alcuni hanno integrato gli hook parking permanentemente nell’imbracatura.
Altri li forniscono come accessori opzionali da installare all’occorrenza, con o senza predisposizione sull’imbracatura.
Ogni produttore consiglia i suoi, non da garanzie di funzionamento con sistemi universali di altri produttori.
In ogni caso, non sono DPI e non rispondono a normative tecniche specifiche (fatta eccezione per qualche accenno sulle ANSI) e non sono indicati per trasportare il peso di attrezzature.
Anzi, molto pericolosi con le attrezzature perché queste potrebbero staccarsi mentre si arrampica.
Alcuni esempi di hook parking e come li chiamano i vari produttori.
Hook Rest di C.T. Climbing Technology.
l’Hook Rest di CT è concepito per essere installato all’interno dell’apposita fettuccia orizzontale presente sugli spallacci delle proprie imbracature.
Non è quindi compatibile con gli imbrachi di altri produttori.
Ha un design registrato e l’azienda dichiara che è in grado di mantenere i connettori in posizione senza farli ruotare… e migliorando l’ergonomia.
Porta connettori del cordino di PETZL.
Anche PETZL dichiara quali siano le imbracature di loro produzione compatibili con questo accessorio e anche quali i connettori compatibili.
Offre doppia colorazione, grigia e nel classico giallo segnale della casa francese.

Hook Parking Loop di Singing Rock
Sono anelli tessili rivestiti di gomma che si applicano agli spallacci dell’imbracatura tramite una fettuccia di velcro.
Il sito internet dell’azienda Ceca ci racconta solo che vanno bene su “quasi tutte” le imbracature Singing Rock, sono conformi alle ANSI Z359.11-2014 (standard nord americano per imbracature, non riconosciuto in Italia) e sembra anche che possano essere utilizzati su altre imbracature di altri produttori.
Imbracatura C.A.M.P. con hook parking integrato.
L’imbracatura C.A.M.P. Focus Vest ANSI, la versione ANSI per il mercato USA e extra europeo della Focus Vest (certificata anche EN 361), ha due fettucce cucite sugli spallacci.
Che quindi non possono essere rimossi.
Anche per C.A.M.P. le indicazioni sono chiare: ci si appendono solo i connettori del cordino, no altre attrezzature.
Sul mercato esistono anche hook parking after market, non prodotti da fabbricanti di DPI e di carattere, diciamo, universale.
Conoscere i cordini anticaduta a Y e come si usano è fondamentale soprattutto per la tua sicurezza.
Con questo articolo spero di essere riuscito a dimostrare come un DPI molto comune, presente sul catalogo di ogni produttore e reperibile presso qualsiasi tipo di rivenditore, debba essere conosciuto a fondo e scelto con cura in base al tipo di lavoro e alla tipologia di utilizzatore.
Una scelta e un uso sbagliato possono complicare una situazione già di per sé a rischio, il lavoro in quota e l’arrampicata su traliccio o altre strutture.
Una buona conoscenza fornisce invece maggiore sicurezza ed ergonomia, una delle migliori strade per garantire la giusta protezione senza sprechi di risorse.