I dispositivi anticaduta di tipo guidato sono strumenti che seguono e proteggono l’operatore negli spostamenti verticali ma anche sui piani inclinati.
I dispositivi anticaduta di tipo guidato sono strumenti che consentono all’operatore di arrampicarsi su una scala o un traliccio senza dovere utilizzare cordini a Y e tecniche di progressione attacca stacca.
Un anticaduta guidato segue infatti l’operatore lungo una fune che sarà ancorata in un punto di ancoraggio più alto, sia mentre sale che mentre scende.
In caso di caduta, magari per perdita della presa da parte dell’operatore, questi si attivano e la arrestano.
Sono impiegabili anche su piani più o meno inclinati, sia come dispositivo anticaduta ma anche e soprattutto come cordino di posizionamento e trattenuta; o come cordino anticaduta regolabile.
Bisogna però fare attenzione, non tutti funzionano nello stesso modo e non tutti sono in grado di dare lo stesso tipo di assicurazione.
Bisogna sapere come funzionano.
Come funzionano i dispositivi di tipo guidato.
Un dispositivo di tipo guidato risponde in genere alla norma tecnica EN 353-2 che “specifica i requisiti, i metodi di prova, la marcatura, le informazioni fornite dal fabbricante e l’imballaggio per i dispositivi anticaduta di tipo guidato comprendenti una linea di ancoraggio flessibile che possono essere fissati a un punto di ancoraggio superiore”.
Quando impiegabili come anticaduta di back up per l’accesso e posizionamento su fune, sono in genere conformi anche alla UNI EN 12841:2006.

Un operatore di S&M Anticaduta mentre utilizza la linea vita con un dispositivo di tipo guidato su attacco dorsale
Sono sempre abbinati ad un dispositivo di ancoraggio flessibile o, per semplificare, ad una fune semistatica assicurabile ad un ancoraggio.
Sono dispositivi che collegano l’operatore, dal punto di attacco anticaduta dell’imbracatura, ad una fune di lunghezza variabile.
Scorrono su quest’ultima e seguono l’operatore, sia in salita che in discesa.
In caso di caduta, l’accelerazione improvvisa o il repentino tensionamento verso il basso del connettore, fanno sì che si blocchino arrestando e dissipando la caduta.
Esistono infatti tre tipologie di dispositivi guidati:
- con camma dentata a pressione;
- con camma dentata ad attivazione centrifuga;
- con camme ad ansa o a variazione geometrica.
Dispositivi anticaduta di tipo guidato a camma dentata a pressione.
Questi dispositivi anticaduta guidati si attivano con la pressione della camma sulla fune.
Sono i dispositivi più comuni tra i produttori entry level e sono i meno scorrevoli e flessibili da utilizzare.
Di contro sono i più semplici e intuitivi.
Sul mercato, vengono quasi sempre venduti con la loro fune e il loro assorbitore, di solito non intercambiabili.
Dispositivi a camma dentata con attivazione per forza centrifuga.
Si attivano con l’accelerazione: la camma dentata inizia a ruotare e si espande per forza centrifuga “addentando” la calza esterna della fune.
Dispositivo quasi unico di questo genere è l’ASAP di PETZL.
Necessita sempre del dissipatore di energia in quanto si blocca subito e un’eccessiva forza di arresto, oltre a causare dolori all’operatore come già abbiamo spiegato nell’articolo sui dissipatori, può strappare la calza esterna della fune kernmantel (fune che a questo punto si potrebbe anche strappare).

Anticaduta guidato a variazione geometrica.
I dispositivi anticaduta di tipo guidato con “camma a variazione geometrica” sono quelli il cui cambio rapido di posizione del connettore crea uno strozzo ad “S” sulla fune arrestando la caduta.
Possono essere certificati con o senza dissipatore di energia.
I modelli certificati senza, dissipano l’energia della forza di arresto sfruttando lo scivolamento sulla fune prima dell’arresto completo.
Scivolamento che può arrivare anche ad a più di 3 metri, dato importante da verificare per il calcolo dello spazio di arresto e del tirante d’aria libero.

Uso su percorsi verticali.
Il principale impiego di un dispositivo di tipo guidato è l’impiego come anticaduta di back-up durante le scalate verticali, su scale, tralicci o altri percorsi fino a 75° di pendenza.
Stiamo parlando di un DPI di tipo temporaneo (a differenza dei dispositivi tipo EN 353-1) che si installa prima dell’uso e si rimuove dopo averlo utilizzato.
In genere la procedura prevede che il primo operatore scali con l’utilizzo di cordino a Y e, arrivato in cima, installi la fune del sistema guidato.
I colleghi che seguono useranno un dispositivo guidato senza dover usare la tecnica della progressione attacca stacca.
Questo permette di accelerare molto le operazioni e di renderle anche più ergonomiche e sicure.
Una tecnica avanzata prevede di vincolare la fune in basso, alla partenza, per poi reinviarla dall’alto in basso con una carrucola.
Al vincolo in basso, che diventa l’ancoraggio anticaduta, si collega un discensore EN 341, magari con la ridondanza di uno o più bloccanti (controllare sempre i manuali dei dispositivi e la loro compatibilità reciproca).
Un operatore che sale o scende con il dispositivo guidato, se dovesse avere un incidente e rimanere appeso, è già collegato ad un sistema di recupero: basterà attivare il discensore per riportarlo a terra.

Uso su piani inclinati.
Un dispositivo anticaduta di tipo guidato con la sua fune può essere utilizzato anche come cordino anticaduta e posizionamento su una copertura.
Ovvero su un piano di lavoro sub inclinato o inclinato a patto che si rispettino le condizioni di utilizzo indicate sul manuale del costruttore.
Ma anche le indicazioni riportate sul fascicolo tecnico dell’impianto di ancoraggio.
Si può tranquillamente dire che il cordino con dispositivo guidato è il dpi più utilizzato con le linee vita, in abbinamento ad un cordino fisso tipo EN 355 (o EN 358 o EN 354 se totalmente in trattenuta e con un buon margine di sicurezza) da utilizzare come antipendolo.
In genere si utilizza partendo dall’ancoraggio a monte per raggiungere la gronda o il bordo di caduta.
Si UTILIZZA SEMPRE in maniera più ortogonale possibile al bordo di caduta.
Sul manuale è riportata la massima deviazione consentita che in genere non è mai superiore ad 1,5 metri.

Limiti per l’uso di un dispositivo di tipo guidato su piani inclinati.
Non tutti i dispositivi guidati possono essere impiegati su piani orizzontali o inclinati.
Tale impiego deve essere previsto dal costruttore ed è necessario leggere attentamente le raccomandazioni su manuale e le prestazioni ottenibili.
Ci sono ad esempio dispositivi che possono essere bloccati manualmente all’altezza della fune che desidero, per realizzare un sistema a caduta completamente impedita, trattenuta.
Alcuni di questi, come il BACK-UP di Kong spa, hanno anche la marcatura come cordino di posizionamento.
Quindi utilizzabile come trattenuta ma che interviene in arresto caduta dissipato se si sbaglia qualche manovra o misura.
Altri, come ad esempio l’ASAP Lock di PETZL possono sì essere bloccati ma il costruttore non indica sul manuale la possibilità di utilizzo come cordino di trattenuta.
Piuttosto consiglia, su piani inclinati, di fare un nodo ad una distanza di sicurezza in modo da impedire che un operatore in scivolata oltrepassi il bordo di caduta.
Anche se all’atto pratico blocca l’operatore egregiamente (una mia considerazione personale).
l’ASAP infatti, attivandosi per forza centrifuga a seguito della rotazione della camma dentata, potrebbe non andare in arresto se la velocità raggiunta dall’operatore non è sufficiente.
In questi casi, un dispositivo anticaduta di tipo guidato a variazione geometrica potrebbe essere più efficiente e attivarsi subito, non appena il connettore si posiziona a valle del dispositivo.

4 dispositivi anticaduta di tipo guidato consigliati.
Ogni produttore ha a catalogo un dispositivo di tipo guidato EN 353-2, sia esso di tipo a camma dentata o a “strozzo” sulla fune, con o senza dissipatore di energia.
L’importante è leggere bene il manuale per capirne le possibilità di impiego e i limiti.
Un dato importante, ad esempio, é capire se possono essere utilizzati con funi di più produttori o solo con le funi indicate.
Alcuni modelli richiedono specificatamente di essere abbinati solo a propri sistemi di fune dotati di dissipatore a monte.
In genere, su ogni manuale troverete i diametri delle funi minimi e massimi ammissibili e le marche e modelli con cui sono stati eseguiti i test… oltre al poco velato consiglio di utilizzare solo quelle marche e quei modelli indicati.
Ma vediamo ora 4 dei dispositivi più interessanti disponibili sul mercato.
ASAP e ASAP Lock di PETZL
È il dispositivo di back-up per i lavoratori in fune per antonomasia, ormai sinonimo di anticaduta per il rope access e difficilmente sostituibile con qualcos’altro.
Questo perché è l’unico, avendo la camma dentata ad attivazione per forza centrifuga, che ti segue regolarmente in fase di discesa, senza dover tenere sott’occhio la posizione del connettore.
Il modello ASAP Lock, con funzione di blocco, è costruito in modo da essere inserito in qualsiasi punto della fune, anche in tensione, senza il rischio di perderlo.
È sempre abbinato ad un assorbitore della serie ASAP’SORBER.
Non é molto reattivo su piani inclinati proprio perché si attiva solo dopo che l’operatore ha raggiunto una certa accelerazione.
Peso massimo ammissibile come anticaduta, 100 kg.
Vedi il manuale dell’ASAP Lock

BACK-UP di KONG
È tra i dispositivi anticaduta di tipo guidato più versatili sul mercato, autorizzato dal costruttore anche per il posizionamento come fosse un cordino EN 358.
Ha anche la funzione di blocco con un selettore a pulsante.
È certificato senza assorbitore di caduta ma solo se la corda è libera da nodi o interruzioni come ancoraggi intermedi o rompitratta.
Questo perché lo spazio di slittamento in arresto necessario all’assorbimento può arrivare ad oltre 1,2 mt.
Quindi, se non si hanno metri di corda libera sotto, è necessario aggiungere un assorbitore di caduta EN 355 tipo EAY.
Certificato per persone fino a 100 kg.
FATTO CURIOSO, in Kong lo propongono in un kit specifico per PLE
EASY SPEED di Climbing Technologies
È un dispositivo con camma a variazione geometrica, tra i più utilizzati tra le “alternative” all’ASAP ma non altrettanto scorrevole.
Si utilizza praticamente sempre con un assorbitore della serie LINK a meno che non si usi per salire scale e tralicci sull’attacco sternale, mantenendo il Fattore di caduta (Fc) bassissimo.
Ha la funzione di blocco con selettore a leva e si può utilizzare come cordino per trattenuta.
Impiegabile fino a 140 kg di peso in modalità anticaduta EN 353-2, anche senza assorbitore.
Vedi il manuale del EASY SPEED

GOBLIN di C.A.M.P.
Il Goblin è il dispositivo anticaduta di tipo guidato a variazione geometrica più diffuso sul mercato italiano.
Certificato in anticaduta senza assorbitore EN 355 ma con chiare indicazioni su quelli che sono gli spazi di slittamento atti ad assorbire la caduta che vanno dagli 0,45 m fino ai 2,60 mt in base al tipo di longe a cui è abbinato (quindi al fattore di caduta – vedi considerazioni fatte per il BACK-UP di Kong).
Sul manuale, oltre agli accessori abbinabili, C.A.M.P. mostra anche i vari usi possibili come ad esempio l’impiego quale maniglia di salita.
Conclusioni: piccolo, agile e multifunzione.
Per concludere la disamina sui dispositivi anticaduta di tipo guidato, possiamo segnalarli come strumenti estremamente flessibili e funzionali.
Insostituibili sul lavoro in fune.
Per le arrampicate in verticale, sono molto più leggeri e meno ingombranti di un anticaduta retrattile e poi consentono di lavorare ad altezze potenzialmente infinite.
Con i dovuti limiti, sono indispensabili nel posizionamento in copertura a caduta impedita o trattenuta (come cordino anticaduta e di posizionamento).
Proteggono l’operatore anche durante il percorso in discesa per raggiungere la gronda o il bordo di caduta… metti che uno inciampa e rotola.
Si adattano a tutte le condizioni geometriche della postazione di lavoro in quota.
La manutenzione è quasi zero, o almeno rispetto ad un retrattile a cavo metallico.
Necessitano però di un buon addestramento specifico e tanta pratica, soprattutto nella gestione della componente fune.