Dove finisce la responsabilità e la garanzia di un produttore di linee vita… a fine vita.
Garanzia linea vita: abbiamo chiesto a due importanti produttori di dispositivi anticaduta permanenti cosa accade una volta che è scaduta.
Cosa rimane in mano al proprietario?
Come si deve comportare il/la RSPP/HSE dello stabilimento su cui è installato il sistema anticaduta permanente?
Inoltre abbiamo anche chiesto cosa succede al sistema una volta entrato in funzione.
Posso usarlo nuovamente o lo devo demolire obbligatoriamente?
Che garanzia di sicurezza ho nell’utilizzarlo in una procedura di soccorso e recupero?
Premesse sugli ancoraggi permanenti.
Quando i sistemi di ancoraggio permanenti sono stati forniti e installati da specialisti competenti, è facile individuare le figure responsabili dei vari aspetti relativi alla loro affidabilità, sicurezza e garanzia.
Sono tutte identificate e riportate nel fascicolo tecnico e sono:
- il progettista,
- l’installatore,
- il proprietario/conduttore,
- l’utilizzatore,
- il costruttore,
- l’ispettore,
- il manutentore.
Possono essere persone/soggetti differenti e ulteriormente suddivise per responsabilità specifiche.
Oppure più responsabilità possono ricadere sotto un unico soggetto.
Ad esempio, il progettista può delegare un ingegnere strutturale per la verifica e/o il collaudo strutturale.
Altre volte il progettista, il verificatore strutturale, l’installatore, l’ispettore e il manutentore possono essere la stessa persona.
I soggetti responsabili in fase di realizzazione del sistema di ancoraggio.
In breve e senza iniziare a elencare codici e codicilli, il progettista/verificatore strutturale/collaudatore, è responsabile della corretta collocazione, sia essa su una copertura, all’interno di un edificio industriale o su un macchinario.
Per collocazione si intende anche la verifica della resistenza degli ancoranti e degli elementi strutturali.
Fatte le opportune scelte e verifiche, le comunicherà all’installatore il quale dovrà limitarsi ad eseguire la posa a regola d’arte o, al massimo, segnalare eventuali incongruenze tra lo stato progettuale e quello esecutivo così da consentire le tempestive correzioni.
Avrà anche la responsabilità di fornire al proprietario/conduttore/utilizzatore le corrette istruzioni relative all’utilizzo e il mantenimento del sistema:
- percorso di accesso,
- tipologia e misura dei cordini,
- numero massimo di utilizzatori in contemporanea del sistema,
- procedure di controllo preuso, ispezione e manutenzione;
- procedure di salvataggio e recupero in caso di entrata in funzione;
Si basa tanto sul manuale del costruttore.
Un sistema di ancoraggio anticaduta permanente è composto dagli elementi strutturali (travi, solai, pareti, pacchetto copertura, ecc. ecc.), dai dispositivi (anelli, cavetti, pali, piastre, cavi, rotaie, zavorre) e dagli ancoranti (viti, bulloni, saldature, colle, ecc. ecc.).
I 3 elementi si combinano in base alle prestazioni dei dispositivi indicate dal costruttore sul manuale di installazione, uso e manutenzione.
Su questo vi sono anche altre indicazioni importanti come la conformità a norme tecniche specifiche, le condizioni di garanzia, le indicazioni per i controlli pre-uso, le modalità di ispezione manutenzione (compresi i soggetti abilitati).
Quel che spesso manca è capire cosa accade dopo la messa in funzione dell’impianto.
A rispondere alla prima domanda, “cosa rimane in mano al proprietario e come si deve comportare l’RSPP/HSE dello stabilimento su cui è installato il sistema anticaduta permanente”, è Andrea Bolpagni, direttore commerciale di Somain Italia srl.
“Innanzitutto lasciami dire che questa è una domanda ben posta, che raramente ci sentiamo rivolgere e che ci permette di fare luce su più aspetti legati ai prodotti, talvolta usati o interpretati in modo arbitrario.”
Doveroso chiarire, prima di dare risposte, la differenza tra garanzia e durabilità.
Per garanzia si intende la tutela del consumatore, da parte del costruttore, rispetto a difetti di fabbricazione che possono manifestarsi con diversi livelli di gravità, fino a poter causare danni gravi e permanenti.
La garanzia spesso viene usata come arma commerciale, talvolta impropriamente.
Ma la domanda che il consumatore dovrebbe porsi (chiunque esso sia, privato, installatore o azienda) è: che affidabilità ha l’azienda da cui sto acquistando?
Cioè, cosa me ne faccio di una garanzia fornita da un’azienda che non esiste più?
“Diciamo questo non per irridere o provocare ma da conoscitori del mercato nel quale operiamo, di chi lo frequenta e di alcune abitudini”.
Per durabilità invece si intende il tempo minimo di vita di un prodotto, indicato dal produttore, che può variare in funzione delle diverse condizioni climatico ambientali in cui viene utilizzato
Detto questo, le indicazioni di Somain Italia, scaduta la garanzia, sono:
- per gli installatori, di verificare l’esecuzione regolare delle ispezioni annuali precedenti, procedere all’ispezione secondo manuale e tenere come indicatore la durabilità;
- agli utilizzatori, di verificare l’avvenuta ispezione nel corso degli anni per avere sempre un sistema anticaduta efficiente e seguire il manuale d’uso;
- per i proprietari d’immobile e HSE, valide le indicazioni per gli utilizzatori con una particolare aggiunta: grande attenzione nella scelta del o dei professionisti a cui affidarsi.
“Ricordiamo inoltre che ogni garanzia perde di validità nel momento in cui il prodotto non è stato installato, manutenuto o utilizzato secondo prescrizioni del produttore. Questo accade non solo nell’anticaduta ma in tutti i mercati”.
Ne deriva quindi che la scelta del fornitore, installatore, ispettore diventa strategica per individuare la miglior soluzione e garantirne l’efficienza nel tempo.
Sulla garanzia linea vita, la risposta di un produttore internazionale come Tractel.
Anche il dott. Innocente Mereghetti, amministratore delegato di Tractel Italiana s.p.a. , ci ha gentilmente risposto in merito alla garanzia.
“Tractel® offre su tutta la gamma prodotti anticaduta una copertura di 12 mesi dalla data di vendita. Indipendentemente dalla durata della garanzia del prodotto, l’indicazione è di effettuare un controllo ispettivo visivo ogni 12 mesi.Tale onere è affidato al gestore dell’impianto. Nei manuali di prodotto sono indicati gli elementi da controllare ed è presente una scheda di dove archiviare il report delle ispezioni”.
Polizza assicurativa a garanzia dei danni da difetti di fabbrica.
“A tutela ulteriore, tutti i prodotti sono coperti da polizza RC Prodotto che risponde senza limitazione temporale, in caso di incidente dovuto solo a difetti di fabbricazione dei prodotti forniti”.
La vera garanzia linea vita è una buona installazione e una corretta gestione.
Dalle gentili risposte dei due produttori, fornitori del Network IN-SAFETY®, si evince quanto sia importante, per le linee vita della propria azienda, scegliere uno specialista che utilizzi prodotti seri di aziende solide.
Soprattutto, quanto sia importante che siano installate secondo un progetto ben definito, con tutte le firme al posto giusto, da personale esperto e competente e secondo le indicazioni del costruttore.
Lo stesso personale esperto e competente in grado di fornire anche un buon piano di gestione, ispezione e manutenzione che allunghi il più possibile la vita operativa dell’impianto.
E cosa accade all’impianto se dovesse entrare in funzione per una caduta?
Nei paragrafi precedenti abbiamo spiegato come si mantiene un impianto e cosa potrebbe accadere se non si gestisce correttamente, a livello di garanzie.
Ma la buona gestione è importante anche e soprattutto perchè potrebbe sempre accadere un evento accidentale.
E in quel momento è bene che l’impianto sia al massimo della sua efficienza perché una caduta è un evento traumatico, sempre, per tutti e tutto: per l’operatore che cade, per i dispositivi del sistema coinvolti e per la struttura sulla quale sono ancorati.
C’è un’altra cosa da fare subito dopo una caduta arrestata dal sistema.
Subito dopo una caduta arrestata dal sistema, è probabile che si debba intervenire per recuperare l’operatore caduto.
E va fatto al più presto, senza che nemmeno i soccorritori siano a rischio.
Gira, nel settore, una leggenda.
La leggenda narra che un dispositivo, dopo una caduta, non possa più essere utilizzato, nemmeno per effettuare la manovra di salvataggio e recupero.
Ma è proprio vero? Approfittiamo della disponibilità dei due costruttori per fare un po’ di chiarezza.
Andrea Bolpagni ci spiega la posizione di Somain Italia:
“Quesito avvincente, naturalmente parlare di soluzioni ci coinvolge.
In questo caso la risposta sintetica è si, abbiamo soluzioni multi operatore che possono essere utilizzate per il soccorso anche se entrate in funzione.
Mi permetta di approfondire, se parliamo di linee vita Tipo C, con cavo flessibile, abbiamo a catalogo quattro modelli.
Ogni modello ha caratteristiche tecnico/estetiche e di performance differenti.
Questo per poter offrire soluzioni che risolvano ogni tipo di esigenza quindi anche per soccorrere l’uomo appeso utilizzando lo stesso sistema.
Il soccorso secondo di Tractel spiegati da Innocente Mereghetti.
Tutte le linee Tractel® possono essere utilizzate per il soccorso, anche dopo la caduta di un operatore.
A seconda della tipologia di prodotto, possono operare simultaneamente sulla linea da 3 a 5 operatori.
In fase certificativa sono stati superati test con carichi operanti sulla linea fino a 300 daN dopo la caduta.
Rimane obbligo del progettista / installatore una verifica preliminare della capacità meccaniche della struttura su cui verrà installato il sistema anticaduta.
Nonché di un adeguato dimensionamento degli ancoraggi.
Tractel® fornisce, per ogni tipologia di sistema anticaduta su fune, relazione di calcolo con indicazione degli sforzi che gravano sugli ancoraggi a seconda delle caratteristiche di installazione (tipologia della fune, numero assorbitori, lunghezza, elementi intermedi e numero di operatori).
In funzione di tali parametri è possibile definire il numero massimo di operatori operanti sulla linea e quanti eventuali soccorritori.
Quel che ci dicono realmente i produttori è…
I produttori ci stanno dicendo che i loro sistemi hanno passato tutti i test previsti dalla norma tecnica UNI EN 795:2012 e/o UNI 11578:2015.
Ma anche qualcosa di più, a volte molto di più!
La norma tecnica prevede che, dopo la caduta del grave del test dinamico (100 DaN per ogni operatore in contemporanea), il sistema deve riuscire a resistere all’applicazione di un ulteriore carico statico di 300 kg per circa 3 minuti.
Dovrebbe essere la prova che conferma che il dispositivo è in grado di resistere anche dopo la caduta, comprese quelle sollecitazioni che possono gravare in fase di soccorso.
Ma un operatore che accede allo stesso sistema e/o dispositivo per mettersi in sicurezza mentre presta soccorso potrebbe sollecitare il sistema con un’ulteriore caduta… la sua.
Quindi non è un carico statico.
Pertanto, quel produttore che scrive sul manuale quanti soccorritori possono accedere e assicurarsi al dispositivo anticaduta già entrato in funzione, ha preteso dai propri prodotti delle performance ben superiore al minimo di norma.
Per concludere, bisogna pensare sul lungo termine.
Leggendo le indicazione e raccomandazioni di due importanti produttori di sistemi anticaduta permanenti, si capisce come la scelta di un buon progettista, di un bravo installatore e di un buon prodotto certificato siano solo la base minima.
E’ necessario verificare che ci siano anche altri aspetti:
- una buona reputazione del produttore e un buona copertura assicurativa;
- un piano di salvataggio e recupero perché sei il prodotto in sé non prevede la sicurezza anche dei soccorritori, allora servono soluzioni diverse;
- un programma a lungo termine di ispezioni e manutenzioni unito ad una buona gestione…