Quando effettuare un’ispezione delle linee vita e dei sistemi di ancoraggio ma soprattutto chi può farla e come andrebbe fatta.
L’ispezione alle linee vita è una procedura fondamentale per garantire nel tempo l’efficienza dei sistemi di ancoraggio e la sicurezza dei lavoratori in quota.
Il termine ispezione è poco utilizzato e spesso si usano, erroneamente, termini come manutenzione, verifica o collaudo delle linee vita.
Ma l’ISPEZIONE alle linee vita è un’altra cosa e non ne esiste un solo tipo.
Del “collaudo” abbiamo già parlato nell’articolo COLLAUDO LINEE VITA: CHIARIAMO SUBITO COSA SIGNIFICA.
La manutenzione è una procedura che riguarda l’utilizzatore e che chiede di eseguire tutte quelle operazioni di controllo pre-uso, post-uso e di corretto immagazzinamento.
La verifica riguarda invece la tenuta strutturale di tutto il sistema e la si fa sotto forma analitica detta anche Relazione di Calcolo Strutturale… o collaudo (vedi sopra) se previsto dal fabbricante.
Le ispezioni sono quelle procedure di controllo che devono essere effettuate da persona esperta e/o indicata dal costruttore, atte a verificare lo stato di usura di un sistema o un dispositivo già in funzione.
Possono essere visive o strumentali e possono riguardare anche, soprattutto se parliamo di linee vita permanenti, i fissaggi strutturali.
Nonostante la UNI EN 365 (DPI comprese le linee vita temporanee e rimovibili) e la UNI 11578 (linee vita permanenti) diano indicazioni su cosa deve contenere un manuale utente, il fabbricante ha libertà di dare proprie indicazioni.
Siano esse aggiuntive o sostitutive.
In ogni caso il manuale ha prevalenza sulle indicazione delle UNI.
Non è raro quindi che fabbricanti diversi indichino modalità e tempistiche di ispezione molto differenti tra loro.
Quindi, un’ispezione alle linee vita va eseguita secondo il manuale del fabbricante il quale dovrebbe indicare:
- tempistiche consigliate;
- le persone abilitate all’ispezione;
- modalità di ispezione ovvero strumenti e procedure da utilizzare;
- documentazione da compilare e rilasciare al proprietario;
Procedure di ispezione linee vita in generale.
Possiamo però fare un punto e identificare una serie di procedure da attuare o che comunque vadano bene nella maggior parte dei casi e con la maggior parte dei produttori.
Ricordiamoci comunque che le ispezioni consigliate sono le minime operazioni da fare.
Se aumentiamo le ispezioni e implementiamo le procedure (a patto che non siano distruttive), lo stato e la sicurezza di un sistema anticaduta non può che migliorare.
Le tempistiche consigliate.
Se parliamo di tutti quei sistemi rimovibili e temporanei, ovvero che rientrano nella categoria dei DPI, la periodicità di ispezione indicata è sempre di almeno una volta ogni 12 mesi.
Non possiamo però escludere la necessità di un’ispezione semestrale o anche inferiore, soprattutto se i dispositivi vengono utilizzati quotidianamente e in condizioni operative di forte stress ambientale (acciaierie, porti, navi, cave, ecc. ecc.).
Soprattutto per le linee vita temporanee tessili che, se utilizzate in ambienti con presenza di sostanze chimiche, è facile che subiscano danni importanti ad ogni uso.
Quando le linee vita sono di tipo permanente, la periodicità indicata varia a seconda se siano vecchi impianti con dispositivi a norma UNI EN 795:2002 oppure nuovi impianti a norma UNI 11578:2015:
- Con la 795:2002, le ispezioni visive consigliate sono almeno di una volta ogni 12 mesi mentre le ispezioni agli ancoraggi si dovrebbero fare una volta ogni 5 anni.
- Con la UNI 11578:2015, le ispezioni visive minime consigliate sono una volta ogni 2 anni mentre le ispezioni agli ancoraggi almeno una volta ogni 4 anni.
Ma come IN-SAFETY, consigliamo un’ispezione visiva ogni anno o anche più frequenti se le condizioni ambientali o di lavoro lo richiedono.
Il controllo documentale nell’ispezione delle linee vita.
La prima cosa da controllare è l’Elaborato Tecnico del Sistema di Ancoraggio Anticaduta.
A seconda della Regione e della posizione, può assumere nomi diversi come ETC (Elaborato Tecnico della Copertura), Elaborato Tecnico Dei Punti di Ancoraggio o Fascicolo Tecnico.
E’ il “manuale del sistema completo”.
Definisce:
- le vie di accesso;
- i DPI da utilizzare;
- le istruzioni di impiego del sistema;
- le modalità di manutenzione, ispezione e/o collaudo*;
- i soggetti responsabili quali il proprietario, il tecnico progettista, l’installatore, il verificatore della tenuta strutturale;
- eventuali eventi accidentali e/o modifiche apportate al sistema.
La documentazione è quindi completa se nel fascicolo c’è almeno:
- l’elaborato grafico del sistema firmato dal progettista con indicati percorsi e punti di accesso sicuri, le zone sicure, i bordi a rischio caduta ed eventuali zone non accessibili con il sistema di ancoraggio;
- la relazione tecnica operativa firmata dal progettista che indica le modalità di utilizzo del sistema comprese le tipologie e le dimensioni dei DPI abbinati;
- una relazione di calcolo strutturale firmata da tecnico strutturista abilitato (in genere un ingegnere) che attesti che le strutture ed i fissaggi impiegati siano in grado di sopportare le sollecitazioni di un sistema anticaduta;
- In alternativa, e se lo prevede il fabbricante, una prova di collaudo strutturale eseguita con le modalità indicate… e con esito positivo;
- i manuali di uso e installazione dei dispositivi anticaduta;
- la dichiarazione di corretta posa dell’installatore;
- il registro delle ispezioni e delle manutenzioni straordinarie e il registro degli accessi con la firma per presa visione da parte di chiunque acceda in quota mediante sistema anticaduta.
- se il sistema li prevedere, manuale e registro delle ispezioni dei DPI fissi messi a disposizione dal proprietario (vedi ad esempio retrattili su baie di carico permanenti).
- il cartello in corrispondenza di ogni punto di accesso che richiami, quantomeno, a prendere visione del fascicolo tecnico.
- un piano di soccorso e recupero, soprattutto se il sistema è a “caduta trattenuta” e non impedita.
Cosa si vede dal controllo documentale.
La mancanza di uno o più dei documenti sopra elencati potrebbe impedire l’ispezione visiva stessa.
Se per esempio mancano manuali, verifica strutturale e progetto firmato da un tecnico (come quando la linea vita la installa Mastro Peppe su disegnino fatto da un preventivatore) questo equivale ad avere sul tetto della semplice ferramenta NON ISPEZIONABILE.
Purtroppo è uno tra i casi più frequenti.
Altra cosa che può essere evidenziata dal controllo documentale, è se da qualche utente siano stati riscontrati guasti o danni da eventi accidentali.
In questo caso è molto facile prevedere che potrebbero esserci manutenzioni straordinarie da eseguire e quindi non si procederà solo ad una semplice ispezione visiva.
Se si riscontrano discrepanze tra il progetto, la corretta installazione e lo stato effettivo della linea vita, allora con i documenti (se completi) si può risalire a chi ha commesso l’errore ed imputargli così un’eventuale messa a norma.
Salgo ad ispezionare la linea vita.
Sempre seguendo il fascicolo tecnico e i manuali del costruttore, la prima cosa da ispezionare sono le vie e i punti di accesso.
Si controlla se ci sono i cartelli obbligatori e se questi sono leggibili e/o completi… ma anche se sono nel punto giusto ovvero a portata di lettura da posizione sicura.
Un cartello attaccato con una fascetta al primo palo di una linea vita (anche questo accade molto frequentemente) non è in una posizione facilmente leggibile e costringe un utilizzatore a salire per poterne prendere visione.
Così si annulla la sua funzione ovvero quella di avvertire l’utente che c’è da leggere un manuale prima di accedere.
C’è tutto?
Solitamente il primo ancoraggio puntuale, o l’inizio di un ancoraggio lineare (cavo o rotaia), è al massimo a 60 cm dall’ultima posizione sicura ovvero il punto di sbarco in copertura; la distanza di un braccio.
Devo potermi ancorare con i miei DPI prima di espormi al rischio caduta.
Se c’è, siamo già ad un buon punto ma consiglio di dargli almeno una paio di strattoni per vedere se è fissato.
Pensate che sia impossibile che gli ancoraggi non siano nemmeno fissati?
Allora guardate questo video.
Quindi inizio a verificare, elaborato grafico alla mano, che gli ancoraggi ci siano tutti e nella posizione corretta.
Niente di deformato e tutti i cavi sono in tensione.
Un primo indicatore di non conformità sono ancoraggi deformati, binari piegati o cavi delle linee vita molto laschi, con flessioni anormali.
Queste anomalie possono dipendere da più fattori, in genere da eventi di caduta o inciampo.
Altre volte da cedimento dei componenti strutturali come pali o piastre.
A me per esempio è capitato una volta di trovare tutti i pali di una linea vita abbattuti da 20 cm di neve perché non erano stati ancorati in maniera corretta.
Sono indicatori chiari ed evidenti che qualcosa non va.
Un ancoraggio deformato non è mai una cosa da poco o di facile soluzione.
Di solito si dovranno prevedere manutenzioni successive o sostituzioni.
Regolazione della tensione del cavo durante l’ispezione linee vita.
Quando deformazioni o cavi laschi non sono troppo evidenti ma ugualmente visibili, si consulta il manuale che dovrebbe riportare il giusto stato in essere e il corretto grado di tensione, molto difficile da determinare ad occhio.
Spesso il cavo è lento a causa di un tensionamento errato.
Alcuni produttori hanno inserito un elemento visivo, una sorta di dinamometro analogico, sul tenditore o sull’assorbitore.
Se questo indicatore è nelle posizione consigliata dal fabbricante, allora OK, altrimenti si segnalerà il non corretto tensionamento (sul report).
In altri casi, per valutare il giusto tensionamento, è necessario utilizzare strumenti specifici di misurazione delle tensione del cavo, forniti dal fabbricante stesso e da lui tarati, oppure di proprietà del tecnico ispettore specializzato.
Non di rado, nei casi di lieve entità (senza pali o piastre deformate o saltate) e se il dispositivo installato lo consente (se non servono attrezzi speciali o abilitazioni particolari), la tensione del cavo si regola a mano al momento dell’ispezione e la si fa passare come manutenzione ordinaria.
Sta poi all’ispettore decidere se segnalarla al proprietario e/o metterla in conto come un’operazione non preventivata.
Un’ispezione linee vita più approfondita.
Come anticipato nei paragrafi precedenti, ogni 4 o 5 anni andrebbe fatta un’ispezione visiva con l’aggiunta di un controllo agli elementi di fissaggio e alla struttura stessa.
Questo tipo di ispezione, che noi di IN-SAFETY definiamo “Ispezione Strutturale”, è un po’ più complicata di quella visiva semplice.
A volte anche difficile da eseguire se non impossibile.
Ci sono sistemi anticaduta installati in punti facilmente accessibili ma con i fissaggi nascosti da guaine saldate, strati di materiale coibentante, tegole e quant’altro può comporre il manto di copertura.
Se questa condizione è complicata ma non impossibile (diciamo costosa), a volte gli ancoraggi sono affogati in un massetto di cemento e/o sotto la rete di un’armatura.
In questo caso, è realmente impossibile controllare lo stato dei fissaggio.
Bisogna solo sperare che il massetto continui a reggere.
I metodi consigliati da alcuni fabbricanti.
Alcuni fabbricanti consigliano metodi di ispezione molto simili a quelli indicati per il collaudo iniziale.
Prove a trazione sugli elementi della linea vita come pali o anelli, nelle direzioni di caduta.
Spesso si utilizzano questi metodi anche durante la PRIMA ISPEZIONE, quando mancano i report precedenti ovvero quando si subentra ad un ispettore/manutentore precedente del quale non ci fidiamo.
Oppure quando manca una relazione di calcolo strutturale esauriente.
Ribadisco, questi sistemi sono ammissibili sempre e solo se lo prevedere il fabbricante ovvero se il metodo non è distruttivo per il sistema di ancoraggio.
Metodi strumentali non distruttivi.
Se le viti o i bulloni sono ispezionabili, a vista, allora si possono utilizzare strumenti come chiavi dinamometriche o estrattori pneumatici (dinamometri).
La chiave dinamometrica verifica la tensione di viti e bulloni (la coppia di serraggio espressa in Newton) richiesto dal costruttore.
L’estrattore invece verifica la tenuta delle viti o dei tasselli sul materiale base, tirandoli verso l’alto (trazione assiale) fino allo sforzo ammissibile previsto (e indicato o sul manuale del fabbricante o sulla relazione di calcolo).
Su l’utilizzo dell’estrattore ci sono però delle osservazioni da fare; osservazioni che valgono per qualsiasi prova a trazione su qualsiasi tipo di ancoraggio.
Qualsiasi forza di estrazione applico ad un vite o un tassello, per qualsiasi tempo la applico, non è dato a sapere se dopo quell’ancoraggio ha sempre la stessa tenuta di come l’ho trovato.
E nemmeno posso avere la certezza assoluta che, se eseguo una seconda prova, avrò lo stesso risultato della prima.
Ripeto, non posso mai sapere in che condizioni lascio il fissaggio e se l’ho indebolito.
Esiste un modo per testare i fissaggi a distanza di tempo senza comprometterne la stabilità.