I consigli da parte degli specialisti e da C.A.M.P.
Un kit anticaduta tetti fotovoltaici va composto con criterio e non ci si può affidare al primo prodotto sul primo scaffale.
Perchè per lavorare sui tetti a rischio caduta dall’alto muovendosi con linee vita e i dpi, attraverso i pannelli fotovoltaici, o trasportando gli stessi, richiede molta più attenzione rispetto ad un tetto libero da ostacoli.
Un dpi sbagliato o non compatibile con la linea vita o con la forma del tetto, può non fornire sufficiente protezione
Un set di DPI scomodi o poco pratici da usare può contribuire all’adozione, da parte dei lavoratori, di comportamenti poco sicuri.
In seguito alla nostra esperienza con numerosi installatori, manutentori e progettisti di impianti fotovoltaici, parlando con loro delle loro attività ed esigenze, abbiamo pensato di fornire alcune idee pratiche e una selezione di prodotti per comporre il proprio kit anticaduta tetti per fotovoltaici.
Ci ha aiutato C.A.M.P., azienda specializzata in produzione DPI anticaduta, con uno ampissimo catalogo di imbracature e cordini adatti a tutte le esigenze.
Kit anticaduta tetti fotovoltaici, le variabili da considerare.
Come abbiamo scritto sull’articolo “Sistemi di ancoraggio: l’ABCD dell’anticaduta”, un sistema di ancoraggi anticaduta deve innanzitutto impedire ad un lavoratore di arrivare al bordo di caduta.
In questo caso si parla di sistemi a caduta totalmente impedita o “trattenuta”, i più sicuri perché evitano l’evento caduta e tutto ciò che ne consegue.
Importante è anche l’ergonomia del sistema di ancoraggio: questo è più ergonomico quando riduce al minimo il numero di cordini necessari e il numero di manovre da effettuare per rimanere in sicurezza.
Meno manovre, meno possibilità di errori, più sicurezza.
Un kit DPI anticaduta è ergonomico se pratico e facile da usare.
Deve essere intuitivo, a prova di errore e flessibile, cioè adattabile e utilizzabile nella maggior parte degli scenari possibili.
I kit imbracature per chi lavora sugli impianti fotovoltaici.
Se parliamo di imbracature da comprendere in un kit anticaduta tetti fotovoltaici, queste devono essere adatte al tipo di corporatura (dimensioni e peso) al tipo di lavoro, all’intensità e alla durata di questo. Infine alla frequenza di utilizzo.
Come abbiamo specificato più volte, ad esempio nell’articolo “Imbracatura anticaduta: guida alla scelta corretta”, tra le caratteristiche più importanti cui fare attenzione ci sono il peso, la taglia e la vestibilità.
Se si tiene addosso tutto il giorno, come quando ci si occupa del lavaggio dei moduli, anche 100 grammi in meno possono fare la differenza.
A fine giornata, quei pochi grammi possono sembrare chili.
Viceversa, per interventi brevi ed urgenti come rapide ispezioni agli inverters o piccole riparazioni, un’imbracatura con attacchi rapidi, le cui fibbie aggiungono un po’ di peso, potrebbe aiutare ad accorciare i tempi di intervento senza compromessi sulla sicurezza.
Imbracatura QUANTUM di C.A.M.P.

la Quantum é un’imbracatura molto particolare in quanto gli attacchi anticaduta, sia quello dorsale che sternale, sono entrambi tessili e la presenza di metallo è ridotta al minimo.
Questo permette di avere un’imbracatura molto comoda, con tante regolazioni e che pesa meno di un 1kg.
Inoltre, ha una leggera imbottitura sulle spalle e anche sui cosciali: entrambi sono conformati e girano attorno alla coscia esattamente come quelli di un’imbracatura da sospensione.
È prodotta in due misure ed è quindi adatta a tutte le corporature, anche le più robuste.
La questione se scegliere, per un kit anticaduta tetti fotovoltaici, la taglia giusta o una taglia unica è più che mai attuale.
Dopo lo scoppio della pandemia del 2020, abbiamo tutti preso abitudini un po’ più igieniche, smettendo di adottare kit imbracature “di squadra” per preferire le imbracature personali.
In special modo dopo una giornata su un tetto fotovoltaico, sotto il sole, quando le imbracature si imbevono di sudore.
Assegnando imbracature personali, vale la pena scegliere modelli con taglie diverse per scegliere quella che si adatta meglio.
Buoni materiali, giusto peso, giusta taglia e facilità di regolazione, rendono l’imbracatura uno strumento utile, tutt’altro che fastidioso o ingombrante.
Imbracature SWIFTY LIGHT e FOCUS LIGHT XT

Tra i modelli taglia unica di C.A.M.P., le imbracature da consigliare per chi lavora sui tetti fotovoltaici sono la SWIFTY LIGHT e la FOCUS LIGHT.
La Swifty Light ha fibbie automatiche ad aggancio/sgancio rapido STS.
Come abbiamo già detto, gli sganci rapidi sono molto utili per chi indossa l’imbracatura spesso e per lavori di breve durata.
È anche molto più comoda da indossare.
La Focus Light XT è un’imbracatura anticaduta certificata sia EN 361 sia ANSI, quindi adatta ad essere utilizzata anche nel mercato statunitense.
La vestizione è semplificata dagli agganci rapidi STS e il punto di ancoraggio sternale è in metallo, non le solite asole A/2.
Sono inoltre dotate di un sistema HOOK Rest sugli spallacci di cui abbiamo già parlato nell’articolo “Cordini anticaduta a Y e uso degli hook parking”
Ha una leggera imbottitura sui cosciali e un’imbottitura anche sugli spallacci che la rendono molto comoda.
Per maggiori dettagli sulle imbracature C.A.M.P. consigliamo la lettura dell’articolo Imbracature anticaduta: quello che devi sapere e le proposte di C.A.M.P da cui abbiamo tratto le descrizioni.
I kit cordini di posizionamento.
Regolabile vuol dire allungabile quanto serve per rimanere all’interno del tetto fotovoltaico in completa trattenuta.
Piuttosto che un cordino ritorto con fibbia ovale stile “guinzaglio per cani”, è meglio scegliere un cordino EN 358 con dispositivo a molla che ne consenta una regolazione precisa, anche con una sola mano.
Anche con cordino in tensione.
Cordino di posizionamento regolabile ROPE ADJUSTER e DRUID LANYARD

Il cordino della serie ROPE ADJUSTER di C.A.M.P. é un coordino di posizionamento regolabile con corda da 12.5 mm.
È molto facile da usare grazie al regolatore ergonomico a molla in alluminio ed è disponibile con fune da 2, 5, 10 o 20 metri.
Se invece serve un dispositivo di posizionamento dalle prestazioni più precise, regolabile millimetricamente anche sotto massima tensione, allora il cordino di posizionamento che fa per voi è il DRUID LANYARD.
La camma di bloccaggio del dispositivo con fune da 11 mm, permette un’azione delicata sulla corda che evita l’usura precoce e consente l’assorbimento di leggeri shock attraverso un piccolo scorrimento della corda all’interno del dispositivo.
La regolazione è semplice ed intuitiva: per accorciare basta semplicemente tirare la corda facendola scorrere all’interno del dispositivo.
Nelle situazioni di carico limitato è possibile allungare il cordino utilizzando il comodo grilletto, mentre la leva di azionamento viene usata in situazioni di tensione completa.
Utilizzabile anche per la creazione di un punto di ancoraggio temporaneo attorno ad una struttura come da norma EN 795/B.
Kit cordini anticaduta e di tipo guidato.
Per muoversi in progressione attacca-stacca sui tetti fotovoltaici, come quando si risale la falda per raggiungere la linea vita di colmo, servono cordini a Y da 1,7-2 metri.
Quelli con fettucce elastiche, quando non in uso, restano più corti ed evitano la possibilità di inciamparci.
Se sul tetto c’è la linea vita a cavo metallico, evitare i connettori palmari a grande apertura (c’è chi li chiama “chele”) perché sono grandi, pesanti e sono utili solo con tralicci e tubi innocenti.
Meglio connettori palmari piccoli e in alluminio.
Cordini a Y della serie RETEXO REWIND con connettori a doppia leva

I cordini della serie Retexo Rewind a norma EN 355 rispondono in pieno a quanto appena consigliato: sono composti da bracci in fettuccia elastica e sono certificati per utilizzo orizzontale su spigolo vivo (r>= 0.5 mm).
Hanno un dissipatore di energia leggero e compatto, di ultima generazione. Apribile e ispezionabile.
Certificato per utilizzatori di peso massimo fino a 130 kg, perfetto anche come seconda connessione, sui tetti fotovoltaici con linea vita al colmo e antipendolo laterali.
Come tutti i DPI di nuova generazione di C.A.M.P., é dotato di chip NFC per l’identificazione digitale tramite sistema in cloud Exteryo Safety 4.0
Cordini con anticaduta di tipo Guidato BLIN KIT e GOBLIN

Infine, bisogna scegliere con cura il cordino con dispositivo anticaduta guidato.
Sul mercato ci sono due possibilità:
- o un sistema chiuso, come il BLIN KIT,
- o un dispositivo apribile con fune intercambiabile come il GOBLIN.
Nel primo caso, BLIN KIT, l’operatore non può cambiare la fune e quindi non può nemmeno sbagliare ad inserire il dispositivo guidato.
La fune si può comunque sostituire in caso di usura.
Tra l’altro è lo stesso dispositivo che monta la scala BRANACH Euro Fall Control System.
Con un dispositivo apribile come il GOBLIN c’è più flessibilità ma c’è anche bisogno di maggiore formazione e addestramento: se l’operatore sbaglia e lo installa al contrario, il dispositivo non funziona e il sistema diventa molto pericoloso.
Tutti i connettori dovrebbero essere automatici e a 3 movimenti, in acciaio: il meglio in fattore sicurezza.
Evitano che l’operatore si scordi di chiudere la ghiera o peggio.
Il materiale acciaio è meno delicato della lega di alluminio, cosa importante soprattutto se chi li usa non è un operatore molto esperto.
L’uso di un dispositivo di tipo retrattile sul tetto fotovoltaico.
I retrattili possono essere molto comodi, soprattutto quando si spostano i pannelli fotovoltaici.
Il cavo, srotolandosi e ritraendosi automaticamente, lascia le mani libere all’operatore e aiuta ad evitare gli inciampi sulle corde.
L’uso degli anticaduta retrattili EN 360 in abbinamento alle linee vita tetto ha però delle controindicazioni:
- come prima cosa, la più importante, non impediscono la caduta ma entrano in funzione solo dopo la caduta, arrestandola e con fattore caduta tra 1 e 2; in parole povere, non si realizza un sistema a caduta impedita.
- non tutti i retrattili sul mercato sono certificati per funzionare in orizzontale, sui tetti, in presenza degli spigoli della gronda.
- non tutte le linee vita, specialmente quelle provvisorie, sono compatibili con i dispositivi retrattili: secondo la EN 795, il fabbricante della linea vita deve dichiarare se compatibile e con quali dispositivi (marche e modelli) ha fatto le prove.
Se non si tiene conto delle 3 condizioni di cui sopra, si possono inserire importanti fattori di rischio per gli installatori e i manutentori sui tetti fotovoltaici.
Dispositivi retrattili serie COBRA di C.A.M.P.

Nel catalogo C.A.M.P. troviamo la serie di dispositivi COBRA
Grazie all’assorbitore di energia esterno, sono certificati anche per utilizzo orizzontale e inclinato, compatibili con le falde dei tetti fotovoltaici.
Sono dotati di cavi in acciaio zincato da 4.8 mm di diametro con carico di rottura 12 kN e lunghezze varie: 10, 15, 20 e 30 metri.
Inoltre sono dotati di assorbitore di energia integrato all’interno del meccanismo.
Legare sempre gli attrezzi, anche sui tetti fotovoltaici.
Come ultima raccomandazione, anche se non ultima come importanza, lavorando in quota con strumenti e attrezzature varie, è bene assicurarli con l’ausilio di guinzagli e tool bags.

Mettere sempre l’elmetto.
È necessario e importante, nei lavori in quota su tetti fotovoltaici, indossare un caschetto di protezione EN 397 con sottogola e con protezione dielettrica a 440 V a.c.
Come il casco ARES di C.A.M.P.

Il casco che meglio integra comfort, funzionalità ed elevati standard prestazionali garantendo la migliore sicurezza in una gran varietà di applicazioni, sia nei lavori a terra che in quelli in quota.
La totale assenza di elementi metallici evita qualsiasi problematica di corrosione.
Il casco ARES ha ottenuto le seguenti certificazioni:
- EN 397 che include ben quattro requisiti facoltativi: deformazione laterale (LD), isolamento elettrico (440 V a.c.), temperatura molto bassa (-20°C), spruzzi di metallo fuso (MM);
- EN 50365 Classe 0, per l’uso in prossimità di installazioni elettriche fino a 1000 V c.a. o 1500 V c.c.;