Comprendere le differenze tra le varie zone ATEX per scegliere la corretta lampada per il lavoro o per il soccorso.
Se pensi che le lampade ATEX siano tutte uguali dovresti leggere i consigli che stiamo per darti in questo articolo scritto in collaborazione con SAFCO ITALIA e ADALIT.
La maggior parte degli spazi confinati o sospetti di inquinamento non sono illuminati, non essendo per definizione pensati per la presenza stabile di personale.
E’ normale quindi pensare di dotare un addetto o di adeguati strumenti di illuminazione per consentire il lavoro e ridurre i rischi legati proprio alla scarsa visibilità.
Quando hai a che fare con spazi confinati puoi avere diverse tipologie di ambienti a rischio ATEX (ATmosphère EXplosible) pertanto è necessario tu abbia le giuste informazioni per capire quali lampade vanno bene e non ti mettono in pericolo.
Avere queste informazioni prima di scegliere le lampade ATEX ti evita anche di sprecare soldi.
Scelta delle lampade ATEX in base al tipo di ambiente.
Ho già parlato di ambienti ATEX nell’articolo DPI ATEX: LE 4 COSE DA SAPERE SUI DISPOSITIVI ANTI DEFLAGRAZIONE
Pertanto eviterò di riepilogare cosa sono le zone ATEX e passo subito alla scelta delle giuste apparecchiature.
I parametri per definire e per identificare la categoria di prodotti da utilizzare in una zona ATEX sono 3 (a cui ho associato la relativa marcatura):
Tipo di Industria:
Miniera | Industria di Superficie |
Gruppo I | Gruppo II |
- Tipo di combustibili presenti:
Polveri | Gas o Vapori |
D | G |
Tipo di zone in cui ci troviamo:
Atmosfera esplosiva | Gas o Vapori | Polveri |
Sempre presente o presente per periodi prolungati (> di 1000 h l’anno) | Zona 0 | Zona 20 |
Occasionalmente presente (> a 10 h e < a 1000 h l’anno) | Zona 1 | Zona 21 |
Presente in modo accidentale (< a 10 h l’anno) | Zona 2 | Zona 22 |

Come si distinguono le varie zone ATEX con gas – immagine tratta dal sito ADALIT
La categoria minima per le lampade ATEX
Con questi 3 parametri è possibile definire la categoria minima di lampade ATEX da utilizzare.
Industria | Combustibile | Zona | Livello di protezione richiesto (EPL) | Categoria minima ATEX |
Miniera | Polvere | – | Livello molto elevato | IM1 |
Miniera | Polvere | – | Livello molto elevato | IM2 |
Industria di superficie | Polvere | 20 | Livello molto elevato | II 1D |
Industria di superficie | Polvere | 21 | Livello molto elevato | II 2D |
Industria di superficie | Polvere | 22 | Livello molto elevato | II 3D |
Industria di superficie | Gas o vapore | 0 | Livello molto elevato | II 1G |
Industria di superficie | Gas o vapore | 1 | Livello molto elevato | II 2G |
Industria di superficie | Gas o vapore | 2 | Livello molto elevato | II 3G |
Nota che il numero associato alla zona di utilizzo non corrisponde al numero associato alla categoria minima per le lampade ATEX:
- Zona 0 = categoria 1 | Zona 1 = categoria 2 | Zona 2 = categoria 3
Scegliere la categoria di lampade ATEX in base al tipo di ambiente.
La scelta di categoria di una lampada ATEX dipende anche dal tipo di ambiente:
Ambienti con gas o vapori
Gruppo di gas | Gas rappresentativo | Pericolosità |
IIA | Propano | + |
IIB | Etilene | ++ |
IIC | Idrogeno | +++ |
Vengono individuate anche le classi di temperatura poiché le varie sostanze possono infiammarsi a temperature diverse.
Più bassa è la temperatura d’infiammabilità, più la sostanza è pericolosa.
La classe di temperatura di una lampada ATEX è la temperatura massima di superficie (Tmax) che può raggiungere.
Pertanto si deve scegliere una lampada adatta al corretto gruppo di gas (IIA, IIB, IIC) e alla corretta classe di temperatura, in base al tipo di gas presente sul posto.
Ambienti con polveri
I parametri utili a identificare la categoria di lampade da utilizzare in una zona ATEX con polveri sono i seguenti:
Gruppo di polveri | Tipi di polveri | Pericolosità |
IIIA | Particelle in sospensione | + |
IIIB | Polveri non conduttive | ++ |
IIIC | Polveri conduttive | +++ |
Esattamente come quanto detto per i gas, la scelta di lampade ATEX per ambienti con polveri esplosive dipende dalla temperatura massima di superficie che queste possono raggiungere.
In un ambiente con polveri, dovrai quindi verificare le seguenti condizioni:
- La temperatura massima di superficie della lampada (Tmax) deve essere inferiore ai 2/3 della temperatura minima di accensione di una nube di polveri (TCL).
Tmax = 2/3∙TCL
- in presenza di strati di polevere, la temperatura massima di superficie della lampada deve essere inferiore alla temperatura d’infiammabilità di uno strato di 5 mm (T5 mm) con coefficente di sicurezza di 75°C.
Tmax= T5 mm – 75 °C
In questo modo, si deve scegliere una lampada adatta al corretto gruppo di polveri (IIIA, IIIB, IIIC) e alla temperatura massima di superficie in base al tipo di polveri presenti sul posto e come queste sono distribuite.
[inserire immagine poster ADALIT con link per download]

Forme e dimensioni delle lampade ATEX.
Adesso che hai capito la parte importante relativa alla sicurezza, vediamo gli altri criteri che differenziano le lampade ATEX.
Come prima cosa, la forma e la dimensione.
In base alla forma e dimensione, possiamo dividere le lampade ATEX in:
- torce,
- lampade da casco.
- lampade portatili;
Le torce sono lampade ATEX dalle dimensioni ridotte.
Il loro scopo principale è quello di illuminare il cammino all’operatore.
La dimensione sono tali da poter essere portate in tasca o appese alla cintura.
O meglio sull’imbracatura, in genere all’altezza del petto.
Con una torcia puoi illuminare davanti a te mantenere le mani libere per lavorare, usare scale, corde, argani di soccorso, ecc. ecc.
Dimensioni piccole di solito corrispondono a fasci di illuminazione più piccoli e/o batterie di durata inferiore.

L’estrema necessità di maneggevolezza si raggiunge con le lampade ATEX da casco.
In base a come si applicano sul casco, si possono suddividere in 3 tipologie:
- lampade con elastico, da utilizzare obbligatoriamente con elmetti dotati di linguette portalampada;
- con supporti adesivi dove il porta lampada viene letteralmente incollato al casco e la lampada poi vi si attacca con un sistemi a molla o magneti;
- da abbinare a supporto laterale ovvero a quel supporto a clip utilizzato di solito per gli otoprotettori.
Va da sé che in ognuno dei 3 casi, l’elmetto deve essere predisposto o predisponibile, Soprattutto se si parla di adesivi: questi dovrebbero essere autorizzati dal produttore dell’elmetto.

Oppure una più grande lampada portatile.
Se hai bisogno di maggiore illuminazione e maggiore durata, puoi pensare invece di acquistare delle lampade ATEX portatili.
Sono molto più grandi il che si traduce in maggiore illuminazione e maggiore autonomia.
Anche maggiore peso e ingombro.
Infatti le loro dimensioni sono tali da poter essere trasportate a mano o a tracolla con apposita cinghia ma non le puoi appendere all’imbracatura.
Sono ideali per esempio se devi lavorare in uno spazio confinato, magari per delle ore.
La porti dentro, la poggi a terra o l’appendi e ti illuminerà più o meno a 360°.


Prestazioni, ricarica e funzioni speciali delle lampade ATEX.
Tra i dati importanti da leggere su una scheda tecnica prima di comprare una lampada ATEX ci sono:
- Potenza in lumen;
- Forma dell’ottica;
- Tipo di batteria;
Potenza in lumen ovvero l’intensità del flusso luminoso.
In genere maggiori sono i lumen, maggiore è il costo della lampada o comunque minore l’autonomia.
Sulla definizione di lumen, vi rimando alla pagina di wikipedia.
Forma dell’ottica cioè come questa concentra il flusso luminoso in un cono più stretto e intenso o in un raggio più ampio.
Il primo tipo, tipo spot, ti sarà utile in cunicoli lunghi o spazi ampi con oggetti da illuminare lontani.
Con il secondo tipo ti sarà più facile illuminare in modo più uniforme gli spazi più piccoli.
Tipo di batteria ovvero se ricaricabili o con pile usa e getta.

Escludendo per un momento la possibilità di sostituire le pile usa e getta con pile tipo AA o AAA ricaricabili, la differenza sta nel fatto se le lampade ATEX sono dotate di kit caricabatterie oppure no.
Se lo sono, costano in genere molto di più e questo potrebbe farti decidere per una torcia a pile usa e getta se, ad esempio, l’uso è limitato nel tempo e nella frequenza.