Il lavoro su fune: una tecnica di accesso che non ha niente a che fare con le acrobazie ma richiede tanta formazione e molto addestramento… di quello serio.
Sembra che il lavoro su fune sia la risposta rapida ed economica a tutti i lavori in quota di difficile accesso.
Economica perché permetterebbe di risparmiare in ponteggi, trabattelli, parapetti o sistemi di ancoraggio.
In realtà il lavoro su fune richiede condizioni speciali, personale esperto e tanta formazione specializzata.
Il lavoro su fune, o rope access, ha delle regole che non si basano né sul risparmio del tempo né sulle scorciatoie sulla sicurezza.
Al contrario, è un lavoro difficile e molto professionale che, contrariamente a quello che si pensa, si fa anche in Italia da molti anni, con molte aziende e centri di formazione specializzati nei lavori più difficili.
Ma non chiamateli acrobati, sono seri professionisti, soccorritori e formatori di alto livello… almeno quelli che consigliamo noi.
Questo articolo è scritto in collaborazione con Santino Fratti, operatore e istruttore certificato I.R.A.T.A., soccorritore e formatore esperto, che potete seguire sui social cercando l’hashtag #iononsonoacrobata .
Cosa dice, in breve, la normativa sul lavoro su fune.
Leggendo il Decreto Legislativo n°81, del 9 Aprile 2008, all’art. 111, comma 4, si evince come il Lavoro in quota su funi sia un sistema di accesso e posizionamento del lavoratore alle quali questi è direttamente appeso.
Sempre allo stesso comma si evince come questi “metodi di accesso e posizionamento mediante funi” siano da utilizzarsi quando sono l’ultima alternativa all’impossibilità logistica, operativa ed organizzativa all’utilizzo di altri sistemi di protezione contro le cadute dall’alto.
All’art. 115, il legislatore fornisce le indicazioni sui sistemi di protezione da utilizzarsi nei lavori in quota, mentre all’art. 116 si parla specificamente di “lavoro in fune” dandone le indicazioni essenziali.
Quando si può ricorrere, realmente, al lavoro su fune.
Ci si ricorre quando, dopo un’analisi approfondita, non si possono eseguire lavori in quota in condizioni di sicurezza diverse e con ergonomia adeguata, partendo da un luogo idoneo allo scopo, con la priorità sulla scelta di misure di protezione collettive rispetto a quelle individuali.
Va considerata lafrequenza di intervento, la durata dello stesso, e il dislivello rispetto alla postazione di partenza.
Riassumendo, vi si può ricorrere quando la durata dell’intervento è breve e non si possono ragionevolmente modificare le caratteristiche dei siti esistenti da parte del datore di lavoro. Ovviamente, il discorso economico di fondo non può essere una discriminante.
Chi può svolgere un lavoro su fune efficiente.
Utile ricordare che quando un lavoro viene svolto con questo metodo di accesso e posizionamento, i lavori ed i lavoratori devono essere adeguatamente ed opportunamente sorvegliati.
Serve seguire un programma dettagliato, che comprenda anche un piano di emergenza efficace.
I lavori su fune possono essere eseguiti, a seconda della tipologia specifica, da personale informato, formato ed addestrato, secondo quanto contenuto all’allegato XXI del Testo Unico.
Deve anche essere adeguatamente sorvegliato dal/i preposto/i incaricato/i.
Abilitarsi per il lavoro su fune.
In italia solo i soggetti accreditati (vedi allegato XXI accordo Stato Regioni) possono eseguire la formazione Base di 12 ore ed i moduli tecnici per i siti Naturali o Artificiali (modulo A) o Alberi (modulo B).
Altre certificazioni (come I.R.A.T.A., Industrial Rope Access Trade Association) pur non essendo espressamente riconosciute dal nostro ordinamento, possono essere richieste da clientela specifica (vedi Oil&Gas offshore), in ragione di particolari tecniche da utilizzare, coordinamento delle squadre o certificazioni particolari richieste.
Giova ricordare che le qualifiche ottenute con questi corsi di formazione, non rendono di per sé l’addetto “capace” di eseguire qualsiasi lavorazione.
Il lavoro su fune è un “mezzo di lavoro” a tutti gli effetti, un modo diverso di spostarsi all’interno del luogo di lavoro e che si porta dietro dei rischi specifici associati al lavorare in una serie di posizioni poco ergonomiche.
La qualifica italiana non prevede scatti di livello in base all’esperienza.
Questa condizione potrebbe non essere semplice da gestire (soprattutto nella scelta degli specialisti da parte del committente) in quanto equipara la formazione di un tecnico “fresco di corso” con un tecnico dal curriculum con svariate centinaia o migliaia di ore all’attivo.
Le sanzioni per chi non svolge correttamente il lavoro su fune.
Sanzioni?
Sul Capo IV del D.lgs 81/08 c’è di tutto:
dalle sanzioni sugli obblighi di formazione, a carico di tutte le figure coinvolte a seconda dei casi, fino alle sanzioni sul mancato o scorretto uso dei DPI.
In caso di infortunio, la situazione peggiora: c’è veramente una sequela di rogne all’orizzonte in questa direzione, peccato che siamo in Italia con troppe norme e pochi controlli.
Uno specialista con esperienza.
Alcune considerazioni e una perla da parte di Santino:
“Mi batto per lavorare bene e con passione, condividendo e cercando di fare sistema, rimettendoci spesso soldi e tempo, per mettere in condizione i miei lavoratori di fare le cose fatte bene, senza avere preoccupazioni e potendo lavorare al meglio. Essere un I.R.A.T.A. mi facilita molto, essere in Italia a fare questo mestiere, molto meno”.
“Stay safe e… di acrobatico non c’è’ una bella sega!”
“Siamo tecnici specializzati e ci facciamo un culo quadro per avere il materiale in ordine, sempre a disposizione.”
“Quando andiamo a lavorare, andiamo a strizzarci i testicoli negli imbraghi, difficilmente spuntando prezzi che tengano conto della qualità e dell’attenzione che mettiamo nella sicurezza, decisamente molto più avanzata e impegnativa rispetto ad altri tipi di lavoro”.
Santino Fratti, I.R.A.T.A. 5021 O/T
Sono un tecnico di lavoro su fune, formatore, tecnico di controlli non distruttivi, ispettore DPI III^ categoria e un sacco di altre cose simpatiche che mi sono costate tempo, fatica, nervoso e fastidio. Ma sulla qualità e sicurezza non transigo.
Perché affidarsi al giusto specialista.
Come spiegato precedentemente, sulla carta è difficile fare distinzione tra un tecnico con esperienza e un tecnico neo formato.
Quando si ha a che fare con un tecnico esperto, e lo si convoca in azienda o in cantiere per una soluzione, egli tenterà in tutti i modi possibili di evitare di ricorrere al lavoro su fune:
valuterà la situazione in termini di urgenza e durata;
verificherà la possibilità, prima di tutto, di adottare sistemi anticaduta collettivi come ponteggi o parapetti;
terrà conto delle condizioni ambientali e la tipologia di lavoro da svolgere in quota o in sospensione;
solo alla fine, scartate tutte le altre opzioni, valuterà una procedura di intervento in fune.
Il detto “chi non sa fare, insegna”, agli operatori su fune esperti non si può certo applicare: uno specialista con esperienza è in grado di lavorare in contesti edili civili come all’interno di siti industriali con particolari conformazioni fino ai lavoriin spazi confinati.
E’ capace di gestire e organizzare il cantiere, applicare procedure di soccorso ed emergenza, addestrare il personale e, infine, indirizzare il cliente nel giusto percorso formativo e verso il giusto addestramento in base alla tipologia di lavoro che intende svolgere.
All’interno del Network IN-SAFETY ci sono molti professionisti esperti di lavoro su fune.
Se ne cerchi uno per un intervento nella tua azienda oppure se vuoi iniziare un percorso di formazione per diventarlo, contattaci:
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