In questo articolo, Neil McManus spiega come un corretto approccio alla progettazione ingegneristica possa eliminare alla base i rischi legati agli ambienti confinati o sospetti di inquinamento.
Leggendo i saggi di Neil McManus, ho potuto riscontrare quello che da tempo vediamo ogni volta che, come specialista IN-SAFETY, vengo chiamato a valutare procedure e/o attrezzature di accesso, recupero e soccorso per il lavoro negli ambienti confinati.
Ovvero come, se solo si fosse progettato il macchinario o l’ambiente anche in funzione di eventuali o periodici accessi di persone fisiche per la manutenzione, verrebbero eliminate molte delle condizioni che rendono tali ambienti pericolosi.
Premessa: chi è Neil McManus e come l’ho conosciuto.
Neil McManus è un ingegnere specializzato in salute e sicurezza, che ha scritto quello che può essere considerato il Testo Fondamentale Per la Sicurezza negli Spazi Confinati.
Si intitola: “Safety and Health in Confined Spaces”, Boca Raton, FL: ed. Lewis Publishers, 1999.
Ho provato a cercarlo su Amazon e l’ho trovato, usato, ad un prezzo sopra i 200 euro.
La NWOHS è una società di consulenza e formazione che lavora in ambito salute e sicurezza sul lavoro in Canada, di cui lo stesso McManus è direttore insieme a Gilda Green
Sul sito ci sono molti dei suoi studi e saggi, molto tecnici ma fonte inestimabile di nozioni sui pericoli negli spazi confinati.
Soprattutto sui pericoli legati alle atmosfere confinate.
Questo articolo riprende estratti dei testi di McManus.
Tra i vari saggi di Neil McManus, ho trovato questo che, umilmente, ho provato a tradurre.
Spero mi perdoniate eventuali imprecisioni e qualche licenza.
Titolo originale: “Engineering Design: The Key to Safety in Confined Spaces” (trad. Design Ingegneristico: la chiave per la sicurezza negli ambienti confinati)
Note del Traduttore (N.d.T.):
Il testo è tratto in gran parte da studi pubblicati nel 1995 pertanto alcuni argomenti trattati potrebbero non essere aggiornatissimi.
In ogni caso ho cercato di mantenere la traduzione più vicina possibile al testo originale.
Ciò che la normativa italiana definisce “ambienti confinati”, in Nord America vengono definiti “confined spaces” ovvero “spazi ristretti”. Ho preferito utilizzare il termine “ambienti confinati” per non creare confusione.
Il linguaggio del testo tradotto ha uno stile “manualistico americano”: ho cercato di mantenere lo stesso stile per non stravolgere il testo e pertanto troverete alcuni passaggi piuttosto ripetitivi ma… siccome repetita iuvant, visto che parliamo di sicurezza, va bene così.
Un silos in muratura: le granaglie venivano caricate dalla prima finestra libera sopra il livello del contenuto – ce ne sono ancora molti in Italia anche se praticamente abbandonati.
Traduzione:
Design Ingegneristico: la Chiave per la Sicurezza negli Ambienti Confinati
Alcune parti di questo documento sono state estratte da “Safety and Health in Confined Spaces” e “The Confined Spaces, Worker Handbook”
I concetti sono stati presentati per la prima volta nell’auditorium di Itaipu, Foz do Iguaçu, Brasile, in agosto del 2008.
Le idee qui presentate rappresentano le opinioni dell’autore e sono destinate esclusivamente a promuoverne la discussione.
Viviamo e lavoriamo in strutture progettate da ingegneri e influenzate, nella loro progettazione tecnica, da normative consolidate e standard comunemente accettati.
Queste norme e questi standard contribuiscono a creare quella che è l’infrastruttura che sostiene i molti benefici derivanti dal vivere in una società avanzata.
Il design ingegneristico serve anche a garantire sicurezza, oltre che affidabilità, delle strutture stesse e dei sistemi che operano in esse.
I criteri di progettazione delle strutture, dovendosi adattare alle attività umane, non sono però standardizzati o coerenti.
Queste discrepanze si notano maggiormente quando si pensa agli obblighi imposti dalla necessità di accesso e permanenza di operatori (all’interno): alcune strutture sono pensate per tale permanenze, sia questa poco frequente oppure continua, mentre altre strutture no.
Il design pensato per la permanenza influisce sul dimensionamento dei piani orizzontali o delle pareti verticali oltre che sulla posizione e dimensione delle aperture o delle eventuali ostruzioni.
Risente anche delle necessità di:
fornitura di luce elettrica;
controllo dell’aria;
rilievi di temperatura e umidità;
controllo delle emissioni da lavorazioni (rumori);
controllo dei materiali residui e della concentrazione del particolato;
Il ricircolo dell’atmosfera interna con l’aria esterna.
Un impianto di essiccazione: prevede l’accesso per la manutenzione ma evidentemente non prevede la presenza di personale
Prevenire i rischi secondo Neil McManus.
Progettare in chiave di permanenza del personale (occupazione permanente) impone anche prevedere e scongiurare eventuali rischi per la sicurezza.
Tra questi sono inclusi:
il passaggio di cavi elettrici;
eventuale presenza di superfici calde o fredde;
l’esistenza di parti mobili di attrezzature e macchinari,
i rischi di caduta dall’alto,
la presenza di materiali e/o superfici instabili,
l’eventuale presenza di atmosfere implosive o esplosive.
Condizioni perfettamente accettabili per il normale uso di una macchina o una struttura, uso per il quale è stata progettata, possono invece rappresentare fonti di pericolo per la vita e la salute in caso di presenza permanente.
Un progettazione che non tiene conto delle necessità e degli adeguamenti necessari ad un eventuale accesso con permanenza, che si potrebbe rendere necessario durante il normale ciclo di vita di una struttura, indipendentemente da quanto rara e imprevedibile possa essere, può costituire una minaccia alla sicurezza.
Il design ingegneristico, quindi, ha un ruolo fondamentale nella sicurezza durante l’esecuzione del lavoro in tutte le fasi del normale ciclo di vita della struttura.
Il design ingegneristico.
Il design ingegneristico è un lavoro complesso e deve rispondere a molte richieste.
Tra queste, deve rispondere ai numerosi criteri di ottimizzazione, sicurezza ed efficienza;
Deve rispondere ai requisiti per la resistenza strutturale imposti dalle normative così come deve possedere requisiti accettabili contro l’incompatibilità chimica, la corrosione, l’erosione.
Inoltre deve rispondere ai requisiti per la sicurezza ambientale e il controllo delle emissioni.
Allo stesso tempo, ci sono da rispettare anche i requisiti imposti dalle norme tecniche di costruzione, dalle norme antincendio, dalle norme sugli impianti idraulici ed elettrici, le norma sugli impianti a gas, sui contenitori in pressione e così via.
Questi requisiti si concentrano soprattutto sui molti aspetti specifici della struttura come entità funzionante.
In fase di progettazione, quasi mai si tiene conto della sicurezza degli operatori che devono accedere per lavorare in caso di guasti o manutenzioni.
Gli ambienti confinati come ambienti di lavoro.
Gli ambienti confinati, una volta classificati come ambienti di lavoro, portano queste considerazioni in un focus molto più nitido.
Tali ambienti confinati hanno come caratteristica generale il fatto di essere luoghi in cui le persone normalmente non lavorano.
Come risultato, non ricevono sufficienti attenzioni sulle modalità accesso e di estrazione oltre che alle condizioni di permanenza come si fa invece per la progettazione di altre tipologie di spazi di lavoro.
Quindi, rappresentano una particolare sfida per la gestione dei rischi.
Gli incidenti all’interno degli ambienti confinati sono eventi rari.
Inoltre, lo stesso evento raro è altamente improbabile che si ripresenti.
Altrimenti, finirebbe su tutti i giornali e verrebbero attivate opportune misure correttive.
Un’altra caratteristica di questi ambienti di lavoro è quella che anche piccoli errori possono produrre conseguenze gravi.
Caratteristica base delle strutture che si definiscono ambienti confinati è la presenza confini ben delimitati.
Le pareti che circondano l’ambiente confinato determinano anche la posizione del punto di accesso/uscita.
Una parete laterale non deve essere per forza continua: a seconda della forma e in base alla posizione del punto di accesso/uscita, le pareti laterali potrebbero ostacolare in maniera seria sia il salvataggio sia il soccorsomedico d’emergenza.
In un mondo di scarse risorse e di rigide indicazioni orientate al contenimento dei costi iniziali a sfavore di un vagamente percepito risparmio sul lungo termine, la scelta di non prevedere la facilità di accesso in caso di necessità o emergenza, è solitamente la più attuata.
Un passo d’uomo di dimensioni ridotte in posizione di difficile accesso aumenta considerevolmente i rischi per le persone e e le tempistiche di intervento
L’importanza delle tempistiche di soccorso.
La fase critica, per quanto riguarda gli incidenti gravi sul lavoro, è la cosiddetta “ora d’oro”.
Da studi condotti sui traumi in tempo di guerra, le statistiche indicano che la sopravvivenza della vittima è direttamente legata al tempo di risposta del soccorso.
La sopravvivenza diminuisce drasticamente con tempi di intervento superiori a un’ora.
Trasportando questo risultato ai luoghi di lavoro in ambienti urbani, le difficoltà dovute alla topografia delle strade e alle condizioni del traffico sono le principali cause del ritardo nei soccorsi.
Nei luoghi di lavoro non progettati per un facile accesso e uscita o non predisposti in anticipo con l’attrezzatura necessaria al soccorso, possono esasperare le conseguenze di un incidente.
In situazioni in cui l’accesso e l’uscita all’area di lavoro sono difficili, dovrebbe essere presenti sul posto dispositivi di soccorso salvavita.
L’eventuale mancanza non è certamente auspicabile e aumenta considerevolmente il rischio di gravi lesioni permanenti o di morte.
Come sopra, se i portali di accesso/uscita sono troppo piccoli o sono ubicati in modo improprio, possono complicare o inibire la fuga d’emergenza.
Le configurazioni dei portali di accesso/uscita sono spesso obsolete, inutilmente ostruite e configurate a caso.
Altre volte gli spazi interni sono troppo stretti per essere sicuri.
Il Rapporto ANSI Z117.1-1995 sulle condizioni esistenti degli ambienti confinati.
Il Rapporto ANSI Z117.1-1995 (American National Standard Institute) fornisce una breve analisi del problema e la frustrazione e la preoccupazione per la sicurezza personale durante il lavoro negli ambienti confinati (ANSI 1995).
Il Comitato ANSI Z117.1 è uno dei pochi gruppi di studio a livello mondiale che si concentra in particolare sulla sicurezza durante l’esecuzione del lavoro in ambienti confinati.
Il Rapporto ha evidenziato presenza di portali di accesso/uscita troppo piccoli, ubicati in modo improprio e che complicano o inibiscono la fuga.
Le configurazioni sono obsolete, inutilmente ostruite e configurate a caso.
Ulteriori commenti hanno evidenziato che le dimensioni interne sono spesso troppo strette per il passaggio sicuro e le distanze di penetrazione (distanza dal punto di massimo avvicinamento dei soccorsi al luogo dell’incidente – N.d.T.) sono eccessive e non forniscono mezzi alternativi di accesso o di fuga.
Spesso mancano tutti quegli accorgimenti che potrebbero migliorare l’efficienza della ventilazione.
Altre preoccupazioni importanti riguardano le debolezze strutturali di pareti, pavimenti e soffitti e la vicinanza a condutture contenenti gas, liquidi o vapore.
Questi aumentano il rischio per i lavoratori in caso di contatto involontario.
Lo stesso Rapporto ha inoltre evidenziato l’assenza di dispositivi appropriati per isolare tutte le fonti di energia dall’ambiente e l’assenza di dispositivi per prevenire attraversamenti, accumuli di materiali sfusi e penzolanti.
Il ruolo degli ingegneri progettisti secondo Neil McManus.
Da quando gli ingegneri sono i responsabili della progettazione, la costruzione, la modifica e la manutenzione delle strutture in cui le persone lavorano, le scelte e le decisioni che prendono nel design influenzano il comfort e la sicurezza dei lavoratori durante l’attività lavorativa.
Pertanto, gli ingegneri devono avere la capacità e, in ultima analisi, l’obbligo di ridurre al minimo i rischi per chi lavora in questi ambienti.
La migliore scelta potrebbe essere quella di ottimizzare la struttura in ottica di sicurezza durante tutte le fasi del suo ciclo di vita.
Ciò richiede scelte progettuali anche in previsione della manutenzione.
Un buon motivo per farlo è che correggere le carenze di sicurezza, su strutture esistenti, è più costoso che prevedere certi accorgimenti già in fase di progettazione, prima della costruzione.
Un mezzo efficace per ottimizzare la progettazione, atta ad agevolare l’ingresso per manutenzioni riparazioni, è creare un team di competenze specifiche che analizzi il progetto.
Tra i partecipanti dovrebbero figurare rappresentanti delle operazioni di lavoro e di manutenzione, esperti con conoscenze specifiche in materia di incendi e specialisti di salute e sicurezza sul lavoro.
Data la natura del lavoro da svolgere, questo gruppo dovrebbe essere in grado di fornire informazioni preziose sulle condizioni di lavoro, le possibili situazioni di pericolo e le situazioni a cui possono andare incontro i soccorritori (presupponendo il rispetto di tutte le misure di sicurezza).
L’esecuzione senza ostacoli del lavoro da parte dei soccorritori, grazie alle implementazione di misure di controllo da parte di un tale team, dovrebbe ridurre al minimo le conseguenze di un eventuale incidente.
Le soluzioni e le pratiche da applicare in fase progettuale.
Quindi, quali modifiche possono apportare gli ingegneri, nei loro progetti, per ridurre e minimizzare i rischi durante l’ingresso in strutture che normalmente non prevedono la presenza umana per le normali situazioni operative?
La prima considerazione è far si che la struttura, internamente ed esternamente, sia sufficientemente robusta e durevole da non richiedere riparazioni future, soprattutto se l’ingresso è inevitabile.
Questa considerazione può portare alla selezione di componenti e materiali migliori nelle aree di attività vulnerabili e critiche.
La successiva considerazione è progettare preventivamente per eliminare l’eventuale necessità di accesso.
Attenersi a questo principio fa sì che le apparecchiature che necessitano di manutenzione, possano essere facilmente rimovibili dalla struttura o raggiungibili lavorando dall’esterno.
Inoltre, l’introduzione di comandi in remoto, come gli attuatori di valvole e i lettori di misurazione, possono eliminare la necessità di entrare.
I dispositivi di ispezione video eliminano la necessità di presenza umana.
Questi sono particolarmente utili nelle ispezioni delle fognature.
Le attrezzature robotiche possono compiere alcuni lavori che altrimenti richiederebbero una presenza umana.
Ciò è particolarmente vero, per esempio, per la pulizia e la rimozione di materiali residui e il miglioramento del flusso di materiali solidi scorrevoli.
Si deve tenere conto anche del fatto che le apparecchiature che sostituiscono la presenza umana devono essere compatibili con l’ambiente in cui si devono utilizzare.
Questo è fondamentale in ambienti con presenza di sostanze infiammabili, esplosive, corrosive o in grado di provocare contaminazioni chimiche o radioattive.
Portelle di dimensioni adeguate e in posizioni “comode” aiutano e minimizzano i rischi in fase di accesso, estrazione e soccorso.
Quando l’accesso di personale negli ambienti confinati è indispensabile.
Fin qui abbiamo parlato di soluzioni progettuali da adottare per evitare la necessità di accesso da parte di un operatore.
Se si rende necessario l’ingresso e il lavoro all’interno della struttura, la riduzione al minimo dei rischi si ottiene di solito attraverso l’esame della posizione di accesso/uscita esterni e della configurazione degli spazi interni.
Piccoli cambiamenti a volte possono eliminare, o almeno ridurre e controllare notevolmente i rischi, in particolare quelli costituiti dalle cadute.
Posizione e dimensione dei punti di accesso e estrazione.
Tra gli argomenti di maggiore preoccupazioni evidenziati nel Rapporto ANSI Z117.1-1995, durante la fase di progettazione, ci sono la posizione e la facilità di accesso attraverso le aperture.
La posizione e l’accessibilità fornite da aperture di accesso/uscita sono l’elemento di maggior fonte di rischio di lavoro negli ambienti confinati.
Tali pericoli sono determinati soprattutto dalla difficoltà di estrazione della vittima per il trasporto in ospedale.
Questa eventualità può essere prontamente risolta dedicandogli particolare attenzione in fase di progettazione della struttura.
Alcuni esempi di accesso difficile attraverso le pareti esterne delle strutture sono i portelli e i passaggi nelle pareti laterali e attraverso le superfici inferiori o superiori senza piattaforme di accesso o scale.
Altre situazioni prevedono accessi situati in posizioni che presentano un rischio di caduta dall’alto.
La neve e il ghiaccio presenti durante la stagione invernale possono aumentare considerevolmente la scivolosità delle superfici pedonabili e il rischio di traumi e ferite derivanti dai candelotti di ghiaccio.
L’ingresso negli ambienti confinati dall’esterno richiede un passo d’uomo adeguato.
Quando l’apertura non si trova ad altezza uomo, un accesso sicuro può richiedere una piattaforma abbastanza grande da sostenere un dispositivo di estrazione e consentire l’intervento di soccorritori per estrarre un lavoratore infortunato.
Per riuscire ad estrarre un corpo da un’apertura piccola a parete, sono necessari fino a 4 soccorritori (2 che da dentro fanno uscire il corpo, 2 che lo afferrano da fuori, per esempio – N.d.T).
In assenza di una piattaforma permanente, il progetto deve prevedere la possibilità di installare soluzioni temporanee tra cui l’utilizzo di piattaforme di lavoro e/o ponteggi mobili.
Piccole aperture di accesso in spazi interconnessi e in particolare le situazioni in cui l’apertura si trova in una parete laterale al di sopra del livello del pavimento complicano notevolmente il soccorso degli individui feriti.
I passaggi interni.
Alcuni esempi di accesso difficile all’interno delle strutture sono costituiti da ambienti accessibili da spazi adiacenti.
Ad esempio strutture a doppio fondo di navi, strutture con paratie in serbatoi, vespai e controsoffitti in cui la struttura interna impedisce il movimento.
Queste situazioni richiedono fino a sei soccorritori per eseguire le operazioni necessarie per il salvataggio, laddove sono richiesti simultaneamente sollevamento verticale e movimento orizzontale della vittima mediante la sola forza di braccia.
Nelle geometrie articolate di alcuni ambienti confinati, questo tipo di movimento è molto difficile da eseguire.
Un fattore di complicazione è l’esigenza di avere aperture sia nella calotta esterna che nelle strutture interne per consentirne la ventilazione.
La ventilazione negli ambienti confinati di solito avviene tramite l’uso di apparecchiature portatili complete di condotti per l’alimentazione o lo scarico.
Il movimento degli operatori, delle attrezzature e dei condotti per il ricircolo d’aria aspirata competono per la superficie disponibile in un’apertura di accesso/uscita.
In caso di emergenza, anche la vittima deve passare attraverso la stessa apertura.
Il livello di preparazione per questi tipi di evento governa il livello di gravità dell’esito finale per il ferito.
Questo tipo di situazione costituisce condizione notevolmente inferiore alle condizioni ideali.
Anche la fase preliminare di apertura di un passo d’uomo può costituire un pericolo se queste sono molto pesanti e di difficile maneggevolezza
Parti mobili, superfici di contatto e altre situazioni di rischio.
Le precauzioni per proteggersi dal contatto con parti mobili di macchinari facilmente accessibili, superfici calde e fredde, condotti elettrici sotto tensione, rischi di caduta e pericoli derivanti da strutture instabili sono ulteriori fattori da tenere in considerazione.
Sfortunatamente, le considerazioni necessarie per ottimizzare la sicurezza durante l’ingresso e il lavoro negli ambienti confinati spesso vanno in conflitto, direttamente, con le norme per garantire l’integrità strutturale (ad esempio dei recipienti in pressione) e i requisiti di progettazione per l’efficienza nelle lavorazioni.
Conclusioni.
Il design è l’arte di integrare le scelte e le esigenze in un sistema funzionale. Il design che funziona è un’impresa ardua.
Questa affermazione porta la discussione al punto di partenza.
Gli ingegneri controllano la progettazione, la costruzione, la modifica e la manutenzione delle strutture in cui le persone lavorano.
Le scelte e le decisioni degli ingegneri durante la progettazione influenzano il comfort e la sicurezza dei lavoratori durante l’attività lavorativa.
Quindi, il miglior criterio per l’ottimizzazione della sicurezza durante tutte le fasi del ciclo di vita di una struttura, è tenere conto delle soluzioni progettuali per la manutenzione allo stesso modo in cui si da importanza ai fattori che ne determinano le prestazioni.
Se sei un progettista di impianti o ambienti industriali e hai necessità di una valutazione preventiva relativa alle eventuali misure di sicurezza da prevedere in caso di configurazioni di ambienti confinati, puoi contattare uno degli specialisti IN-SAFETY.
Fonti: ANSI: requisiti di sicurezza per gli spazi confinati. Des Plaines, IL: American Society of Safety Engineers, 1995.
McManus, Neil: Safety and Health in Confined Spaces. Boca Raton, FL: Lewis Publishers, 1999.
McManus, Neil: The Confined Space Training Program, Worker Handbook. North Vancouver, BC: Training by Design, Inc., 2004.
Qui trovate maggiori informazioni su Neil McManus di cui in rete ho trovato una sola foto.