Un paranco ad asta o un dispositivo per passo d’uomo flangiato sono le soluzioni per l’accesso ad a spazi confinati con accesso orizzontale o obliquo.
Come accennato nella Prima Parte di questo articolo , un paranco di accesso, recupero e salvataggio da uno spazio confinato deve essere valutato in base alle procedure e all’addestramento del personale.
Paranco ad asta per l’accesso orizzontale.
E’ forse il dispositivo che più assomiglia ad una canna da pesca ma vi ricordo che il lavoro negli spazi confinati non è una battuta di cattura allo storione.
Si tratta di una asta composta da 3 elementi + 1:
- braccio orizzontale
- puntone verticale (con “T” per posizionarsi sopra con i piedi)
- gancio di sostegno dell’estremità orizzontale
Come quarto elemento abbiamo ovviamente il verricello.
A differenza della gruetta che si sostiene sul fusto verticale, i paranchi ad asta sono sono sostenuti in cima da un ancoraggio fisso posto immediatamente sopra il punto di accesso (realizzabile ad esempio con connettori metallici e ancoraggi tessili).
Dall’altra estremità c’è un puntone verticale con una “T” trasversale sulla quale l’operatore del verricello si posiziona per tenere fermo il dispositivo con il proprio peso.
Da quella posizione può azionare comodamente il verricello.
Questo sistema non ha limitazioni di direzioni: può estrarre un operatore sia in orizzontale sia in verticale e può essere utilizzato disassato rispetto il punto di accesso.
Questo consente all’operatore dell’argano di posizionarsi in modo disassato rispetto al punto di accesso e non ingombrare il passaggio ai soccorritori.
Allo stesso modo, può essere utilizzato se il punto di accesso è posizionato molto più in alto rispetto al piano stabile sicuro.
La condizione principale, come detto in precedenza, è che ci sia un ancoraggio sopra il punto di accesso.
Dispositivi di sollevamento e recupero per passi d’uomo flangiati su spazi confinati verticali.
Una delle condizioni più difficili per l’accesso, il lavoro e il recupero da uno spazio confinato è quando mi trovo davanti una portella o un passo d’uomo ad accesso orizzontale e subito dopo lo spazio confinato si sviluppa in altezza.
Succede per esempio in presenza di silos o cisterne dove, oltre la portella, possiamo avere diversi metri verso il basso quindi anche un rischio di caduta.
Qui di solito si impiegano i paranchi ad asta sopra citati ma anche una gruetta, se ben progettata, può essere utilizzata.
Se però ho un passo d’uomo flangiato, allora sul mercato esistono dispositivi molto più pratici da usare.
Questi dispositivi si ancorano alla flangia del passo d’uomo e sono indicati quando nei dintorni del punto di accesso non c’è abbastanza spazio di manovra per un paranco ad asta.
Ad esempio quando la portella flangiata si affaccia su un piccolo ballatoio.
ATTENZIONE: le immagini dei cataloghi che accompagnano questi sistemi “a scivolo”, mostrano solitamente un eventuale ferito che, tirato su per l’imbracatura, si inarca sulla schiena per poter uscire.
A me non è mai successo di doverlo utilizzare ma mi assicurano alcuni soccorritori che un tale sistema, senza l’intervento di un soccorritore dall’interno, rischia di generare danni gravi alla spina del ferito.
Questo però non vuol dire che non sia di grande aiuto, appunto, ad un soccorritore all’interno.
Altro accessorio interessante proposto da alcuni produttori come la HONOR Safety & Consultancy, è la scala modulare che si può inserire nella portella un elemento alla volta e si ancora alla flangia stessa.
Questa scala è molto utile per aiutare un operatore a scendere dentro la cisterna e, ovviamente, a risalire.
Dispositivi di accesso ed estrazione da passi d’uomo inclinati.
Alcuni produttori hanno risolto il problema creando dispositivi che si sostengono sui bordi del passo d’uomo mentre il fusto che sostiene il verricello può essere regolato in base all’inclinazione.
Questa capacità di inclinarsi è fondamentale per mantenere la condizione di verticalità del cavo sul punto di accesso.
Molto più spesso, in queste condizioni può essere usato un paranco ad asta con una puleggia di deviazione posizionata proprio sopra il passo d’uomo.
La condizione necessaria a quest’ultima soluzione è che ci sia una struttura fissa e resistente sopra le verticale dell’accesso (una trave o un solaio di copertura).
Se ho una struttura più in basso, abbastanza vicina e in posizione comoda, allora posso fare anche a meno del paranco ad asta ed installare un verricello direttamente sulla struttura.
Verricelli a cavo metallico o winch a fune?
Il mondo dei DPI per il lavoro negli spazi confinati si divide in due grandi scuole di pensiero…
La prima, quella più comune e più pratica, prevede l’impiego di verricelli meccanici a cavo metallico in acciaio zincato o acciaio inox.
Sono versatili, intuitivi da usare, a prova di errore (o quasi) e, se vogliamo, anche più economici.
Di contro, il cavo d’acciaio è molto pesante e difficilmente sostituibile a meno che non si spedisca il dispositivo alla casa madre per la sostituzione.
E poi è uno solo: se lo uso per un operatore, un secondo operatore necessita di un secondo verricello a cavo.
Di un’altra idea, alcuni operatori preferiscono usare le funi kernmantel semistatiche e speciali winch di derivazione nautica.
Secondo questa scuola di pensiero, i vantaggi sono molteplici:
- i winch di derivazione nautica non “raccolgono” la fune al loro interno ma hanno solo funzione di demoltiplicatore degli sforzi di recupero… oltre ad avere una funzione di freno anti ritorno;
- per questa caratteristica, posso gestire più di una fune in contemporanea, inserendo nel winch quella che si intende recuperare di volta in volta… proprio come si fa con le cime delle barche a vela;
- gestire più di una fune vuol dire gestire il recupero di più di un operatore in contemporanea, basta avere l’accortezza di usare funi di colore diverso per ogni operatore… così, per non confondersi;
- una fune kernmantel, una volta usurata o sporcata irrimediabilmente, può essere sostituita facilmente con costi limitati;
- le funi in kernmantel non hanno, virtualmente, limiti di lunghezza a differenza dei verricelli a cavo che sono di lunghezze limitate.
Di contro, sono meno intuitivi nel loro utilizzo (immaginiamoci una situazione di emergenza) e necessitano di particolare addestramento e altre manovre ancora.
Per non parlare del rischio contaminazioni chimiche delle funi (con la conseguente perdita di prestazioni non sempre rilevabili) e i continui controlli e ispezioni che queste necessitano dopo praticamente ogni impiego….
L’argomento verricelli e winch (con cavo in acciaio o fune) necessita certamente di un approfondimento che mi riservo di scrivere in uno dei prossimi articoli della nostra TECH-ZINE
Per concludere…
Qualunque sia la situazione operativa in cui ti trovi a dover lavorare, in presenza di spazi confinati ben definiti oppure in cantieri mobili o temporanei, se cerchi una soluzione, uno specialista IN-SAFETY può aiutarti nella scelta delle procedure, nella scelta del dispositivo, nella progettazione del sistema e nell’installazione.
Per maggiori informazioni, contattaci.

