Cosa succede se sei un lavoratore dal peso superiore ai 100 kg e quali precauzioni dovresti prendere per la tua sicurezza.
Nel 2019 non è raro trovare nelle aziende lavoratori dal peso superiore ai 100 kg con mansioni da svolgere in quota o negli spazi confinati.
Per vari fattori, i giovani di oggi sono più alti e più pesi rispetto ad un tempo.
La fame non è più un problema ormai dagli anni ‘60 mentre lo è invece l’obesità.
Io stesso, se non si fosse notato, peso oltre 120 kg che diventano, vestito e con un minimo di attrezzatura addosso, quasi 130.
Non è difficile immaginarsi che con addosso una tuta nomex, una sacca degli attrezzi e il pacco bombole per autorespiratore, potrei arrivare tranquillamente a 150 kg.
Lasciando i vari problemi di salute e mobilità a chi si occupa di medicina del lavoro, come specialisti IN-SAFETY siamo spesso chiamati a dover realizzare sistemi anticaduta, consigliare specifici DPI o redigere le procedure per il lavoro in ambienti confinati per operatori over 100 (compreso abbigliamento e attrezzatura).
È tutta una questione di valutazione dei rischi.
Ripetiamolo come un mantra: se puoi, non salire; se puoi evitarlo, non entrare.
Oppure, come dice il nostro specialista Andrea Falzoi, “sopra i 70 kg non fateli salire che poi a recuperarli ci si fa un mazzo…”
Traducendolo in azioni pratiche, la questione si affronta innanzitutto da un punto di vista di valutazioni dei rischi e delle procedure.
Un datore di lavoro e/o il responsabile della sicurezza deve conoscere bene le persone che impiegherà per un determinato lavoro in quota e deve anche conoscerne le “dimensioni fisiche” e le capacità.
Se ho la possibilità di scegliere se mandare in quota un lavoratore normopeso al posto di un “bestione” (quindi se ravvedo che il bestione non è di fondamentale importanza lassù), sceglierò di far salire il primo.
Ancora più importante quando si parla di lavoro in un ambiente confinato.
Perchè, come ho ripetuto più volte nei miei articoli, per iniziare ad elaborare una procedura devo sempre partire al contrario ovvero dalla situazione più pericolosa possibile: il recupero in emergenza.
Riepilogando: a parità di competenze, in caso di emergenza o di incidente, chi sarà più facile tirare giù dalle corde o fuori dal tombino? La risposta è ovvia.

Immagine tratta dal Poster di Tractel che promuove i DPI per lavoratori dal peso superiore ai 100 kg
Anche la scelta del DPI e del sistema anticaduta è parte della valutazione dei rischi.
Obbligo del datore di lavoro valutare, oltre a tutti i possibili fattori di rischio legati all’attività lavorativa in sé, anche i rischi che possono provocare i DPI stessi in rapporto alla fisicità del lavoratore:
- non perfetta adattabilità del DPI (occhio alle taglie uniche delle imbracature);
- intralcio alla libertà dei movimenti causata dal DPI stesso (imbracature troppo strette, cordini troppo lunghi);
- inciampo su parti del DPI (corde semistatiche libere invece che retrattili possono intrecciarsi ai piedi).
In caso di utilizzo di DPI anticaduta, ulteriori danni conseguenti ad una caduta possono derivare da:
- oscillazione del corpo con urto contro ostacoli (effetto pendolo che aumenta all’aumentare dell’allungamento del dissipatore);
- eccessivo tempo di permanenza in posizione di sospensione inerte del corpo del lavoratore che resta appeso al dispositivo di arresto caduta (i tempi di soccorso aumentano maggiore è il peso del “caduto”);
- eccessiva pressione specifica dell’imbracatura sul corpo o strangolamento dovuto alle cinghie, come risultato dell’arresto della caduta (peso maggiore = maggiore pressione sulle cinghie).
Cordini e dissipatori per lavoratori di peso superiore ai 100 kg.
Un elemento di connessione anticaduta deve avere un dispositivo di assorbimento, sia esso un dissipatore di tipo tessile o un assorbitore interno ad un anticaduta retrattile.
Per un approfondimento, ti consiglio di rileggere l’articolo CORDINI E DISPOSITIVI DI COLLEGAMENTO: COME USARLI.
Se poi ti piace navigare tra i meandri dei regolamenti e delle norme tecniche, ti consiglio di leggere e approfondire:
- REGOLAMENTO (UE) 2016/425 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 9 marzo 2016 sui dispositivi di protezione individuale e che abroga la direttiva 89/686/CEE del Consiglio (Testo rilevante ai fini del SEE)
- La guida INAIL ai dissipatori di energia con interessanti rapporti di prova;
- Le normative tecniche (testi integrali non disponibili gratuitamente):
- EN 354
- EN 355
- EN 360
Nella maggior parte di queste norme per dispositivi anticaduta, sono previsti obblighi di test per masse superiori ai 100 kg.
In breve:
- la forza di arresto finale non dovrà mai superare i 6 kN (limite stabilito come massimo di sopportazione per il corpo umano);
- la distanza di arresto totale non deve mai superare i 2 m + la lunghezza del dispositivo;
I test per peso superiore ai 100 kg sono lasciati alla volontarietà dei produttori ma i risultati devono essere entro gli stessi limiti.
In caso contrario, sta al produttore segnalare ed indicare sul manuale se il dispositivo ha superato o meno i test con pesi maggiori o indicare specificatamente i limiti da imporre al loro utilizzo con peso superiore ai 100 kg.

Facciamo degli esempi sui cordini per lavoratori dal peso superiore ai 100 kg.
Ho studiato ed analizzato alcuni cordini e retrattili di produttori noti con i quali regolarmente collaboro.
Non mi si taccia di voler fare pura pubblicità, noi specialisti IN-SAFETY non siamo distributori con contratti di esclusiva.
Il fatto è che con queste aziende c’è un rapporto di collaborazione e trasparenza che mi ha permesso di accedere in maniera più rapida alla loro documentazione.
Al contrario di altri produttori con i quali non ho rapporti ma che comunque citerò perché hanno la documentazione disponibile on-line, gratuita.
Serie FLEX ABS 140 di CT Climbing Technology.
L’azienda di Cisano Bergamasco ha da tempo in catalogo una serie di cordini a norma EN355 munita di uno speciale assorbitore che ha superato i test con pesi di 140 kg.
Lo dichiara nel documento della conformità dove scopriamo anche che i test sono stati eseguiti secondo i documenti di valutazione e coordinamento VG11.062
Linea vita a richiamo automatico CM1033464 COMBISAFE INTERNATIONAL.
Anche COMBISAFE, marchi di proprietà di Honeywell, dichiara di aver superato i test a 140 kg secondo la EN 360: 2002 VG11.062 (140 kg), VG11.085 (FF2) e VG11.060 (testato sui bordi).
Assorbitore PETZL ABSORBICA.
Anche la nota azienda francese dichiara che il suo assorbitore di punta, ABSORBICA, funziona con utilizzatori di peso compreso tra 50 e 130 kg.
Gamma HIGH CAPACITY RANGE 150 kg di Tractel.
Ultima ma non per ultima, Tractel offre una gamma completa di DPI “HIGH CAPACITY RANGE 150 kg” testati secondo le specifiche Europee CNB/P/11.062 (per l’impiego al di sopra dei 100 kg) e CNB/P/11.060 – 074 – 075 (per l’impiego orizzontale/ su coperture piane).
E per completa intendono non solo cordini con assorbitore o anticaduta retrattili ma anche:
- Sistemi di ancoraggio EN 795
- Imbracature EN 361
- Dispositivi di recupero EN 341
I 150 kg corrispondono al peso dell’utilizzatore con il proprio equipaggiamento ed utensili.
Scarica il poster promozionale di Tractel, è veramente fatto bene.

Imbracature per “bestioni” dal peso superiore ai 100 kg.
Per le imbracature tornano buone le considerazioni fatte anche per i cordini.
Le normative tecniche si fermano a test con 100 kg di peso e demandano alla volontarietà dei produttori l’esecuzione di test con pesi superiori.
Oltre al problema di resistenza al peso, c’è anche il problema delle taglie e della regolazione.
Anche se le cinghie, soprattutto nelle più economiche imbracature a taglia unica, sono abbastanza lunghe da circumnavigare un vitello, il problema appare nel “dove si posiziona l’anello di ancoraggio”.
Capita infatti che, colpa anche della difficoltà di regolazione, questi finiscano troppo bassi tra le scapole (o al contrario, troppo in alto per le persone mingherline) o sulla “panza” invece che sullo sterno.
Ecco perchè meglio un’imbracatura specifica per persone pesanti, della giusta taglia di partenza.
HHO TURBO di KONG
L’imbracatura della KONG è un nuovo tipo di imbracatura da lavoro e soccorso.
In fatto di vestibilità, è disponibile in 3 taglie S, M/L e XL.
La taglia XL arriva ad un girovita di 130 cm (!) e un cosciale di 80 cm: misure non indifferenti.
Ma quel che più conta è che sul certificato di conformità all EN 361 è riportata la dicitura “tested with 150 kg according to EN361:2002 point 4.4”
È vero anche che è stata pensata principalmente per sostenere operatori dei VVF e soccorritori appesantiti dal Nomex e dal pacco bombole dell’autorespiratore.
Ma questo non è un difetto anzi, ne può approfittare chi a tali pesi ci arriva anche senza tanta attrezzatura.

Imbracatura WORK TEC 140 di CT Climbing Technology
Anche la CT dichiara di avere un’imbracatura adatta a carichi massimi di 140 Kg.
Questo, ad onor del vero, lo si legge sulla scheda tecnica ma, a differenza del loro sistema di dissipatori FLEX ABS 140, sul certificato di conformità la cosa non è riportata.
La vestibilità è affidata a 2 taglie diverse: S/M e L/XL.
La taglia XL è dichiarata per persone alte fino a 195 cm (!), con un girovita max di 125 cm e una circonferenza coscia di 80 cm.
TRACTEL: tutta la gamma di imbracature.
Praticamente ogni imbracatura Tractel è segnalata come testata per pesi complessivi max di 150 kg:
- HT11;
- HT22;
- HT43;
- HT44;
- HT45;
- HT46;
- HT55;
- HT120;
- HT Electra;
- HT easyclimb;
- ecc. ecc;
Ma anche qui, per essere precisi, la cosa non è riportata su tutti i certificati di conformità… ma in qualcuno si.

Gli ancoraggi anticaduta per peso superiore ai 100 kg.
Ne abbiamo parlato molte volte, anche nell’articolo NORMATIVA TECNICA ANTICADUTA: I CHIARIMENTI DELL’ESPERTO.
Un ancoraggio certificato deve essere testato secondo la EN 795/2012 + CEN/TS 16415:2013 (per più di 1 operatore).
Oppure secondo la UNI 11578, ma solo in Italia, quando sono di tipo permanente.
Riassumendo, la norme richiedono di eseguire più test, di tipo statico e di tipo dinamico.
Ad esempio, sugli ancoraggi puntuali (Tipo A, Tipo B e Tipo E), i test statici si eseguono applicando una forza di 12 kN per il primo operatore e 1 kN (100 kg) per ogni operatore aggiuntivo in contemporanea (13 kN per 2 operatori, 14 kN per 3 operatori, ecc. ecc.)
Poi ci sono le prove di tipo dinamico che, con principi simili, prevedono test diversi per uno o più operatori.
Il concetto è che un operatore è sempre assimilato a 100 kg, proprio come i test di ogni altro DPI.
Per cui la soluzione è semplice: un operatore dal peso superiore ai 100 kg si dovrebbe vincolare ad un sistema di ancoraggio testato e certificato per almeno due persone.
ATTENZIONE: ogni volta che si parla di multi operatore, le normative si riferiscono quasi sempre al solo ancoraggio e non a tutto il sistema nel suo insieme.
Se un singolo ancoraggio è certificato per due e in quota ho 4 ancoraggi, posso far vincolare nella stessa postazione di lavoro almeno 8 persone (due per ogni ancoraggio).
Se uno di questi lavoratori passa i 100 kg, allora sull’ancoraggio dovrà stare vincolato da solo.
ATTENZIONE 2: Su una linea flessibile Tipo C multioperatore, specialmente in quelle temporanee, potrebbe esservi l’indicazione del produttore di essere certificata con un solo operatore per singola campata (1 solo tra 2 intermedi o tra 2 rompitratta).
In questo caso, non va bene per operatori dal peso superiore ai 100 kg.
Quando la Linea Tipo C è certificata per più operatori sulla stessa campata, allora basta calcolare un lavoratore over 100 come se fossero in due e limitare il numero massimo di conseguenza.
ATTENZIONE 3: Un ancoraggio certificato per 2 o più operatori potrebbe venire limitato in sede di progetto ed installazione, ad un solo operatore.
Cosa che succede spesso se gli ancoraggi devono passare la verifica strutturale (di un ingegnere abilitato) su strutture più fragili che non sopportano il carico eventuale della caduta di più operatori.
Avviene spesso se devo fissare gli ancoraggi su listoni di legno, cemento non ad altissima tenacità, strutture metalliche leggere.
Anche in questo caso, l’ancoraggio non va bene per un lavoratore dal peso superiore ai 100 kg.
Leggete bene il fascicolo (ETC) e non limitatevi al manuale del costruttore: la limitazione potrà essere data dalle scelte del progettista.
NOTA: che io sappia, ancora sul mercato non ci sono ancore da tetto (dispositivi Tipo E) certificati per più di un operatore.
In questo caso, mai fare vincolare un operatore over 100… a meno che non si valuti l’utilizzo di 2 ancoraggi in contemporanea per un solo operatore dal peso superiore ai 100 kg.

Riassumendo…
In caso di operatori dal peso superiore ai 100 kg (attrezzatura e vestiario compresi), valutare le seguenti soluzioni:
- se possibile, evitare di farli salire in quota o entrare negli spazi confinati;
- se non è possibile, prevedere procedure e sistemi che tengano conto della condizione più pericolosa ovvero il salvataggio in emergenza;
- utilizzare cordini anticaduta con dissipatori (o anticaduta retrattili) il cui produttore ha effettuato test con pesi maggiori ai 100 kg, maggiori al peso totale dell’operatore con tutta l’attrezzatura.
- utilizzare imbracature testate per pesi superiori ai 100 kg con una buona vestibilità e regolabili su misure extra;
- Utilizzare ancoraggi multioperatore avendo l’accortezza di calcolare un lavoratore dal peso superiore ai 100 kg come se fossero 2;
- Se disponibili solo ancoraggi per singolo operatore, usarne 2 in contemporanea a patto che entrambi collaborino in caso di caduta.