Dispositivi mobili autoportanti certificati contro le cadute dall’alto e impiegabili per il soccorso di persone e il sollevamento di materiali
I portali anticaduta sono chiamati anche gantry cranes o gru a ponte.
Sono dei dispositivi di ancoraggio anticaduta autoportanti e mobili, certificati come DPI secondo la EN 795 Tipo B e secondo la CEN/TS 16415:2013 (per i dispositivi multi persona).
Li impieghiamo con successo come anticaduta macchinari, a protezione dei lavori a rischio caduta dall’alto su containers, macchine, automezzi o blocchi prefabbricati. Ovvero come sistemi anticaduta dove non è possibile applicare dispositivi di protezione collettiva e in cui il Fattore caduta deve rimanere tra zero e 1 a causa del basso tirante d’aria libero.
Oppure per l’accesso e il recupero in ambienti confinati con passaggi verticali troppo larghi per essere gestiti con comuni tripodi e dove non è possibile ancorare una base per gruetta (davit arm).
Vediamo insieme quali sono le caratteristiche principali dei portali anticaduta e dove possono essere impiegati.

A sinistra, serie di portali anticaduta PROTEKT, a destra un portale A-Frame di Tuff Built Products Inc.
Portali anticaduta di tutte le dimensioni.
Sul mercato si trovano portali anticaduta di piccole dimensioni, con luce netta tra le zampe di appena 1,2 mt e alti al massimo un paio di metri (il minimo per garantire un fattore caduta zero).
Oppure di grandi dimensioni, con luci di 7/8 metri alti anche 7 metri.
Infine ne esistono versioni combinabili cioè due portali anticaduta paralleli le cui travi sono unite tra loro da un altro trave, lungo fino a 9 metri.
I modelli più evoluti sono regolabili da un minimo ad un massimo, sia in altezza sia in larghezza, a mano con con l’ausilio appositi argani a cavo o catena. Si bloccano nelle varie regolazioni grazie a dei perni di sicurezza con sfera e/o spina anti sfilo.
Differenti capacità di portata e carico.
A seconda della marca e del modello, si possono avere portali anticaduta certificati per l’uso in contemporanea da 2 fino a 5 utilizzatori. Se parliamo di sollevamento materiali, hanno capacità di carico che possono andare dai 250 kg fino alle 8 tonnellate.
Il sollevamento può essere gestito anche contemporaneamente all’impiego come ancoraggio anticaduta. Questo consente di rimanere in quota assicurato ad un apposito ancoraggio gestendo il sollevamento e la calata dei materiali.
Altresì, in ambienti confinati, fosse e pozzi, si può gestire calata e sollevamento dei materiali rimanendo assicurati al verricello di soccorso.
Seguendo le apposite istruzioni fornite dal costruttore, è possibile impiegare i portali anticaduta come dispositivo di ancoraggio per calarsi e risalire in fune.

Facilmente movibili a mano.
I portali anticaduta sono come dei “cavalletti”: una trave con 2 o 4 gambe dotate di ruote. Praticamente la versione in piccolo e manuale delle gru a ponte che si usano per spostare container o materiali pesanti nei centri logistici, nei porti o nei piazzali delle acciaierie e di altre industrie pesanti.
Le travi sono dotate di uno o più ancoraggi anticaduta su carrelli scorrevoli. L’uso combinato delle ruote, che spostano la trave lungo una direttrice, e del carrello scorrevole che si muove in direzione perpendicolare lungo la trave, permette di raggiungere tutti i punti di lavoro in quota mantenendo l’ancoraggio sempre sulla verticale. Ci si collega con un cordino anticaduta e una imbracatura a fattore caduta zero (Fc0).
Le versioni più leggere sono in alluminio e quindi facilmente movibili a mano, anche quando si tratta dei modelli più grandi. Altri modelli ancora hanno ruote gommate, per essere impiegati su piazzali asfaltati o in terra battuta.
Danno comunque il meglio di sé su pavimenti industriali per i quali, volendo, sono disponibili versioni con ruote anti traccia.
A differenza delle pertiche anticaduta a zavorra, un portale è un dispositivo anticaduta mobilie che non ha bisogno di muletti o transpallet.
ATTENZIONE, non sono carriponte per persone: in genere richiedono di essere piazzati in posizione e utilizzati solo dopo aver bloccato le ruote; un nuovo spostamento e piazzamento sulle ruote va eseguito senza persone assicurate all’ancoraggio. Per i carichi materiali, leggere attentamente le istruzioni che variano da modello a modello.

Esempi di impiego dei portali anticaduta.
Un portale anticaduta è impiegabile in decine di casistiche diverse in cui non siano utilizzabili sistemi di protezione collettiva, uso di PLE, trabattelli o sistemi di ancoraggio a caduta impedita.
L’importante è che ci sia una base di appoggio solida da entrambe le parti della postazione in quota o del passo d’uomo di accesso. Ma soprattutto, che non ci sia il pavimento troppo in pendenza, oltre le indicazioni massime ammesse dal costruttore.
Verificare anche l’eventuale interferenza con carriponte, tubature o linee elettriche aeree. In questo caso, meglio un modello regolabile in altezza.
Anticaduta su container o su moduli prefabbricati.
Un portale anticaduta largo dai 3 ai 4 metri e alto circa 5 metri è un sistema di ancoraggio ideale per la manutenzione di impianti su container, cabine elettriche o moduli abitativi. Ad esempio, motori elettrici e ventole per container refrigerati, quadri elettrici.
È importante la corretta scelta delle ruote e l’eventuale impiego di sistemi di stabilizzazione, soprattutto se si lavora all’esterno, su asfalto o terra battuta.
Ancoraggio anticaduta per macchine in costruzione.
Chi produce e assembla macchinari o linee di produzione (ad esempio sistemi di imbottigliamento o linee di confezionamento), ha in genere layout di produzione complessi e fluidi, cioè occupa a terra spazi diversi a seconda della commessa, della dimensione di questa e dello stato di avanzamento.
È un condizione che rende praticamente impossibile, anche per gli ingombri, realizzare ponteggi o sistemi di ancoraggio permanenti. Serve quindi un dispositivo di ancoraggio temporaneo mobile sopra la testa, abbastanza alto da mantenere il fattore caduta a zero ma non troppo da interferire con i carriponte. Leggero e facile da spostare nelle varie posizioni, a protezione degli assemblatori che hanno necessità di salire sul macchinario.
In questi casi, in genere, si impiegano portali anticaduta di grandi dimensioni regolabili in larghezza e in altezza mediante appositi accessori e argani: 8 metri per 7 di altezza
Sotto, un video di un portale A-Frame di Tuff Built Products Inc, faci,emte rgolabile in altezza.
Lavoro in tombe ipogee e camerette interrate in genere.
Le fosse ipogee sono un tipico esempio di ambiente confinato o sospetto di inquinamento. La loro posizione in serie e le loro dimensioni rendono inutilizzabile un normale tripode.
Un portale anticaduta 3 metri x 3 metri, corredato di verricello di soccorso consente di gestire la sicurezza degli operatori che devono entrare all’interno: anticaduta in fase di discesa e salita, recupero in caso di infortunio o rilevamento di gas.
Se aggiungiamo un ancoraggio e un argano per sollevamento carichi materiali, la gruetta a ponte aiuta a gestire anche il sollevamento e la traslazione della lastra di chiusura come del feretro.
Accesso e soccorso in fossati e trincee troppo larghe per i tripodi.
Sempre in ottica di gestione ambienti confinati o sospetti di inquinamento, un portale anticaduta da 2,5 metri di altezza, largo abbastanza da coprire la larghezza dello scavo, aiuta a spostare con rapidità e sicurezza il punto di ancoraggio anticaduta e sollevamento.
Sono una valida alternativa alle gruette (bracci davit) con basamento zavorrato, purché ci sia spazio per l’appoggio dei piedi da entrambe le parti dello scavo.
In questo tipo di cantiere bisogna dare particolare importanza alla facilità di trasporto e assemblaggio poiché sarà utile poterlo montare e smontare con facilità, senza dover ricorrere a particolari attrezzature.

Ispezione e manutenzione portali anticaduta.
Per ispezione si intendono i controlli periodici obbligatori, visivi o strumentali. Questi non devono essere meno frequenti di una volta ogni 12 mesi. Sarà il responsabile della sicurezza ad indicare se, in base all’intensità dell’impiego e alle condizioni ambientali, eseguire l’ispezione con maggiore frequenza.
Ogni fabbricante indicherà sul manuale chi può eseguire l’ispezione visiva ovvero che qualifiche deve avere la persona esperta e competente alle ispezioni. Ad esempio, potrebbe essere chiunque abbia dei titoli che dimostrino la sua competenza. Oppure, solo chi ha seguito una formazione specifica erogabile solo dal costruttore o per suo conto.
La stessa cosa vale per eventuali ripristini di elementi danneggiati o consumati: il costruttore indicherà chi può eseguire le riparazioni e/o le sostituzioni con i pezzi di ricambio. Ma anche chi può eseguire manutenzioni e riparazioni più complesse. O ancora, quando è il caso di buttare il dispositivo perché non riparabile.