I cordini di posizionamento si impiegano con le imbracature e le cinture di sicurezza in un “sistema di posizionamento sul lavoro” che consente di guadagnare una posizione stabile e sicura mantenendo libere le mani per lavorare con gli attrezzi.
Sono quindi quell’insieme di DPI di III^ categoria necessari all’operatore per lavorare con entrambe le mani libere mantenendosi in equilibrio.
Non è dunque “un sistema ad arresto caduta” ma piuttosto a caduta completamente impedita.
Si usa però spesso INAGGIUNTA ad un sistema di arresto caduta e vi spieghiamo perché.
Mai confondere lo scopo dei due dispositivi.
Un sistema di cordini per arresto caduta non deve essere mai caricato dall’operatore per sospendersi durante l’attività lavorativa.
Al contrario può essere utilizzato per posizionarsi a caduta completamente impedita come nel caso dell’uso di alcuni dispositivi anticaduta di tipo guidato.
Allo stesso modo, un sistema di posizionamento non deve essere adottato per proteggersi da una possibile caduta a Fattore (Fc) maggiore di 0-0,4.
Ma deve avere la sola funzionedi mettere l’operatore in condizione di svolgere la mansione più agevolmente possibile, in equilibrio, impedendogli a priori la possibilità di cadere.
Normativa cordini di posizionamento.
I cordini di posizionamento rispondono alla normativa tecnica UNI EN 358:2019.
La norma non tratta i cordini di trattenuta con lunghezza fissa non integrati in una cintura, che sono invece trattati dalla UNI EN 354.
Un cordino di posizionamento si collega generalmente ad entrambi gli anelli laterali della cintura di posizionamento (EN 358) oppure all’anello ventrale (EN 813).
Nessun impedimento all’utilizzo del cordino di posizionamento EN 358 sugli anelli anticaduta EN 361 a patto che non interferisca con il funzionamento del cordino ad arresto caduta quando utilizzati in contemporanea.
Un cordino di posizionamento a norma UNI EN 358 è in genere dotato di dispositivo di regolazione a bloccaggio automatico, detto anche cricchetto, che consente l’allungamento o accorciamento del cordino mediante l’azione di una sola mano.
E che si blocca automaticamente quando in tensione.
Una volta regolato il cordino di posizionamento, questo garantirà il comfort necessario all’operatore ma anche la sicurezza.
La normativa EN 358 prevede anche l’utilizzo, per il lavoro in trattenuta e senza alcun rischio di caduta, della sola cintura di sicurezza.
Tuttavia, nella pratica lavorativa, l’utilizzo della sola cintura di posizionamento non è più tanto accettabile, meglio usare l’imbracatura completa.
A sinistra, un’imbracatura completa da sospensione con cintura di posizionamento integrata CT AXESS QR. A destra, una cintura di sicurezza CT WAIST TEC – foto per gentile concessione di CT – Climbing Technology
Questo perché l’operatore può passare spesso da una situazione di lavoro in posizionamento ad una a rischio caduta.Quindi, la soluzione più pratica sarà di adottare sin da subito una cintura completa invece che adottarne una diversa per ogni uso.
Per completezza, di informazioni, la norma EN358 ci dice che:
“un cordino di posizionamento sul lavoro dotato di un elemento di regolazione della lunghezza deve essere staccabile (e indipendente), per cui almeno un’estremità del cordino di posizionamento deve poter essere fissata a un punto di ancoraggio adeguato; e l’elemento di regolazione della lunghezza deve poter essere collegato all’elemento di fissaggio della cintura […]”.
I due principali tipi di posizionamento.
Possiamo dividere il posizionamento in due macro categorie:
quando l’operatore sta svolgendo lavori in quota in posizionamento (con piedi in appoggio);
quando siamo in una situazione di lavoro su fune, in sospensione.
Nel primo caso si utilizza un’imbracatura anticaduta abbinata a una cintura di posizionamento.
Nel secondo caso, un’imbracatura completa da sospensione.
All’interno della prima macrocategoria, possiamo identificare varie situazioni di lavoro in posizionamento:
su un traliccio;
sopra un piano stabile a caduta impedita;
con una piattaforma aerea o PLE;
per lavoro con una scala portatile;
Da sinistra: Imbracatura CT Work Tec, cordino di posizionamento EN 358 CT Finch Combi e, a destra, cordino anticaduta a Y EN 355 CT FLEX ABS 140 COMBI – per gentile concessione di CT Climbing Technology
Posizionamento su tralicci e strutture metalliche.
I tralicci sono delle strutture metalliche normalmente destinate a sostenere gli elettrodotti, gli impianti di telecomunicazione e i sistemi funiviari.
Sono spesso caratterizzati da una struttura reticolare.
La tecnica di salita cambia in base alla conformazione del traliccio ed in particolare alla presenza o meno di una linea vita verticale permanente (EN 353.1-2 ).
Durante la salita, l’operatore deve mantenere il dispositivo anticaduta al di sopra del punto di attacco sternale dell’imbracatura in modo da evitare un fattore di caduta elevato cioè tra 0 e 1. (vedi articolo CORDINI E DISPOSITIVI DI COLLEGAMENTO: COME USARLI
Senza linea vita verticale, l’operatore salirà utilizzando un cordino a Y con assorbitore di energia sempre collegato all’anello sternale EN361 dell’imbracatura completa.
La progressione avverrà inserendo i connettori terminali all’interno della struttura del traliccio, senza mai sganciarli contemporaneamente e senza mai superare in altezza l’ancoraggio più alto con l’attacco anticaduta dell’imbracatura.
Nel caso ci sia l’esigenza, l’operatore potrà, una volta raggiunta la sommità come sopra descritto, posizionare una linea vita verticale temporanea di corda.
Con essa potrà scendere e risalire il traliccio in modo sicuro assicurandosi con un dispositivo anticaduta.
In questa situazione, un cordino di posizionamento a norma EN 358 servirà per effettuare operazioni in punti intermedi del traliccio.
Una volta raggiunta la postazione di lavoro, il cordino gli permetterà di operare a mani libere in sicurezza.
Operatore in posizionamento su traliccio – immagine per gentile concessione di CT Climbing Technology
Posizionamento su un piano stabile non protetto.
Nel caso in cui l’operatore debba lavorare su una postazione privo di protezioni collettive ovvero dove ci sia possibilità di caduta, dovrà quindi individuare o posizionare un punto di ancoraggio certificato a cui collegarsi mediante un sistema di trattenuta.
Questo sistema consentirà all’operatore di lavorare a “caduta impedita”, ovvero rimanere in un’area sicura del piano orizzontale senza poter raggiungere i punti a rischio caduta.
Anche in questo caso si utilizza l’imbracatura anticaduta EN 361 e un cordino di posizionamento regolabile EN 358.
ATTENZIONE: anche in questo caso, il cordino di posizionamento NON SOSTITUISCE un cordino anticaduta a meno che non sia un dispositivo certificato sia a norma EN 358 sia a norma EN 355 ovvero dotato di dissipatore.
Per lavorare lungo il perimetro di un piano stabile e/o con presenza di lucernari, sempre bene utilizzare anche un dispositivo anticaduta.
Posizionamento a caduta impedita mediante cordini di posizionamento e imbracatura completa – immagine per gentile concessione di CT Climbing Technology
In questi casi, che sia solo posizionamento o anche anticaduta (elementi per decidere ve ne abbiamo già forniti tanti in precedenza), l’operatore dovrà utilizzare un dispositivo di collegamento tra l’anello EN 361 dell’imbracatura e i punti di “ancoraggio” predisposti sulla struttura della piattaforma.
Condizione primaria è che il cordino sia regolabile in lunghezza
Questo impedirà all’operatore di essere sbalzato fuori della struttura in caso di improvvise oscillazioni o subire un effetto catapulta al momento di allontanarsi dalla struttura.
Lavoro su PLE mediante imbracatura completa e cordino di posizionamento – foto per gentile concessione di CT Climbing Technology
Lavoro e posizionamento su scale.
Nel caso di scale fisse con linea vita verticale permanente, rigida o flessibile, l’operatore salirà e scenderà collegandosi ad essa mediante un dispositivo anticaduta di tipo guidato EN 353.
Se l’operazione si svolge sulla scala stessa o nell’immediata prossimità, l’operatore si potrà posizionare in modo sicuro utilizzando un cordino di posizionamento regolabile EN 358 passato all’interno tra piolo e montante.
Se l’operatore avrà l’esigenza di scollegarsi dalla linea vita per raggiungere un’altra posizione dovrà essere inoltre dotato di:
un cordino a Y con assorbitore di energia EN 355
un cordino di posizionamento regolabile EN 358 che gli consentirà, una volta raggiunta la postazione di lavoro, di operare a mani libere in sicurezza.
Posizionamento su una scala a pioli – foto per gentile concessione di CT Climbing Technology
Posizionarsi nei lavori in fune o “allongiamento”.
Nel caso del lavoro in fune ovviamente si è già posizionati sulla corda di lavoro.
Per posizionamento si intende quindi la manovra di utilizzo di un dispositivo EN 358 per effettuare degli spostamenti di precisione rispetto alla linea di calata e trovarsi così nella posizione ideale per svolgere una mansione.
In questo caso generalmente si posiziona il cordino, o longe, all’anello di posizionamento ventrale EN 813.
Questo permetterà all’operatore, per esempio, di effettuare la necessaria pressione per utilizzare utensili come trapani o chiavi di serraggio.
Se si è molto distanti dall’ancoraggio risulterà infatti difficile utilizzare anche solo un piccolo tassellatore: alla minima pressione l’operatore sarà spinto verso l’esterno.
Operatori in fune “allongiati” – foto per gentile concessione di CT Climbing Technology
Ad ogni lavoro, il suo dispositivo di posizionamento.
Come abbiamo visto, anche grazie alle preziose immagini forniteci dalla CT Climbing Technology, vi sono sul mercato dispositivi differenti in funzione del tipo di lavoro.
Anche se molti di questi sono alquanto flessibili e multiuso, è sempre bene valutare attentamente ad ogni situazione, magari facendosi consigliare da Specialisti e Operatori del settore.
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