Come rimediare a una rete anticaduta lucernari non certificata grazie alla rete Pasini Safety Net Hi-Vis che si installa da sopra le lamiere.
Le Safety Net Hi-Vis sono reti anticaduta lucernari brevettate da Pasini Reti che possono essere installate sopra lucernari esistenti senza smontare la copertura.
Quindi per rimediare ad una mancanza di protezione dei lucernari oppure per rimediare alla mancanza di certificazioni delle vecchie reti anticaduta esistenti.
Ma anche per dare maggiore sicurezza, come vedremo più avanti nell’articolo.
Il tutto senza dover mettere le mani al velario da sotto o senza smontare i lucernari esistenti.
In questo articolo vi spiegheremo:
come verificare se le reti anticaduta che hai sul tuo tetto sono a norma oppure no;
quali sono le azioni da compiere in caso negativo;
quando e se conviene installare nuove reti;
quando conviene sovrapporre reti Safety Net Hi-Vis di Pasini.
Reti anticaduta lucernari: protezioni collettive e un po’ di statistiche sulle cadute dall’alto.
Quanto sia vantaggioso, è evidente anche dalla lettura di un po’ di statistiche tratte dalla scheda del sistema di sorveglianza INAL infor.Mo, dal titolo “LE CADUTE DALL’ALTO DEI LAVORATORI”.
Da questo studio risulta che, tra tutte le cadute dall’alto, lo fondamento del manto di copertura costituisce il 23,2% dei casi di morte.
caduta da mezzi di sollevamento o per lavori in quota.
Si potrebbe sintetizzare che le cadute per sfondamento manti o lucernari siano la prima causa di morte sul lavoro.
Lucernari: i rischi residui dei sistemi di ancoraggio ad arresto caduta.
Quanto sia importante evitare del tutto la caduta, quindi dare priorità a parapetti e reti per lucernari, lo si capisce bene da questo video.
I rischi residui sono infatti tutti quelli legati alla caduta e al tirante d’aria libero.
Inutile pensare di essere a 8-10 metri di altezza (e quindi con un buon tirante d’aria libero) se nella realtà sotto ci sono scaffalature, carriponte, automezzi parcheggiati o persone.
E poi, dopo una caduta, c’è da mettere in atto una procedura di salvataggio, per evitare le spiacevoli conseguenze di un rischio di sindrome da sospensione inerte o per evitare di mettere a rischio i colleghi.
Vedi anche questo video sulle conseguenze di una caduta dal lucernario.
Come valutare se le reti anticaduta lucernari sono certificate.
Se non ce le hai, è un altro problema.
Ma se le hai, le reti anticaduta lucernari devono essere certificate e possedere un serie di documenti di corredo.
Se non hanno tutto ciò, NON SONO RETI ANTICADUTA.
Ma che vuol dire reti anticaduta lucernari certificate?
Ci sono più aspetti da considerare.
Per essere ancora più chiari, lo abbiamo chiesto all’Ing. Francesco Badini, socio di EDECOS srl e co-fondatore Del Consorzio IN-SAFETY.
Strutturista specializzato in anticaduta i cui primi lavori in questo campo risalgono ormai al 2005, quando in Regione Toscana si cominciò a parlare di legge regionale per l’obbligo di installazione linee vita sui tetti.
Servono i certificati del produttore e i manuali di uso e manutenzione.
Francesco ci dice che per prima cosa, la rete deve essere testata dal produttore specificatamente per essere anticaduta.
Mai usare una “rete da pollaio” adattandola allo scopo… anche se sembra solida all’aspetto.
In genere, per i requisiti e i test, i migliori produttori fanno riferimento alle norme tecniche quali:
la UNI EN 1505 secondo la quale un sistema di protezione permanente deve riuscire a trattenere un corpo molle del peso di 50 kg lasciato cadere sulla rete da un’altezza minima di 1,2 m
la UNI EN 1873 che indica le prestazioni e i metodi di prova per lucernari.
Quindi il prodotto sarà accompagnato dalle dichiarazioni di conformità del produttore.
Lo stesso produttore ci darà tutte le indicazioni di installazione ovvero un manuale di uso e installazione con le indicazioni di manutenzione.
È necessario verificare se la struttura del lucernario è abbastanza resistente.
Data la misura degli sforzi che una rete trasmette, a seguito di una caduta, un tecnico abilitato dovrà eseguire i calcoli atti a verificare che tutta la struttura e i materiali sui quali si andranno ad ancorare siano in grado di resistere ai carichi statici e dinamici.
Ne verrà fuori una relazione di calcolo firmata e le istruzioni sulla tipologia e quantità di ancoranti da utilizzare (tasselli meccanici, chimici, golfari, listelli, rivetti, ecc. ecc).
In questo caso si seguono le indicazioni delle Norme Tecniche di Costruzione ( NTC 2018 )
Ci deve essere una dichiarazione di corretta posa.
Chi installa le reti anticaduta deve seguire le istruzioni alla lettera.
Se non è in grado di seguirle, non può improvvisare ma deve chiedere al progettista un adeguamento del progetto.
Fatto il lavoro come da istruzioni del progettista, l’installatore rilascia una dichiarazione firmata, quella di corretta posa.
Il pacchetto documentale.
Quello che l’Ing. Francesco Badini chiama “pacchetto documentale” è l’insieme dei documenti rilasciati del produttore, il progetto e la relazione di calcolo del progettista, e la dichiarazione di corretta posa dell’installatore.
Dove si deve trovare il pacchetto documentale delle reti anticaduta permanenti.
Se le reti sono state installate all’interno di opere di nuova costruzione, il pacchetto documentale dovrà essere all’interno del fascicolo dell’opera.
Se installate insieme ad altre opere di manutenzione della copertura, il pacchetto sarà all’interno dell’ETC, l’Elaborato Tecnico della Copertura.
L’ETC è, tra le altre cose, la raccolta dei documenti che indicano:
tipologia e quantità dei rischi di caduta presenti sul tetto;
ubicazione e dimensione dei lucernari quali punti a rischio caduta;
le misure atte alla prevenzione e protezione contro le cadute, in generale e anche specifiche per i lucernari;
Deve essere consegnato al proprietario e deve essere messo a disposizione di tutti coloro che accederanno al tetto per lavori o manutenzioni future.
Se installate da sole, si consegna semplicemente il pacchetto documentale al proprietario.
Cosa fare se il pacchetto documentale delle reti anticaduta non si trova da nessuna parte.
Guardi su e vedi, sotto il traslucido del lucernario, la tipica scacchiera di una rete metallica.
Il problema è che non è riportata, come misura anticaduta certificata, in nessun documento.
Le soluzioni dipendono dal fatto se si è in grado o meno di risalire al tipo di prodotto installato.
Poniamo si riesca a riconoscere prodotto e produttore.
Magari risalendo alle fatture di acquisto o a delle foto scattate durante la posa.
Quindi anche le date, che saranno utili per calcolare la vita utile rimanente delle reti.
In questo caso, spiega sempre l’Ing. Francesco Badini, si potrebbe rimettere in atto, a ritroso, l’iter di installazione come sopra.
Si analizzano materiali e gli ancoranti impiegati, mediante saggio, e si eseguono i calcoli di verifica.
Se i calcoli sono fattibili e tornano, si potrà certificare a posteriori la rete anticaduta lucernari e creare il suddetto pacchetto documentale.
Se non si riesce a risalire al tipo di rete installata.
Sconsigliamo vivamente il collaudo in opera perché, anche se passa, non si sa mai in che condizioni si lascia il pacchetto testato, lo stato delle reti, degli ancoranti e dei materiali base.
Collaudo significa riprodurre le condizioni di test indicate nelle norme, direttamente sul lucernario oggetto dell’intervento.
Sono test distruttivi e va messo in conto di dover ripristinare, oltre alla rete testata, anche parte della copertura coinvolta.
Quindi ricorrere al collaudo solo se ne vale veramente la pena e se ci sono le condizioni per un ripristino completo e sicuro di quanto collaudato, anche delle strutture sottostanti.
Da un eventuale collaudo riuscito, ne seguirà il rilascio di una relazione di collaudo e la ri-certificazione dell’intero sistema.
In caso di esito negativo o se la rete manca del tutto.
Rimuovere una rete non certificabile e sostituirla con una certificata, ha dei costi importanti e oneri della sicurezza non indifferenti.
Molto più alti rispetto ad un’installazione in fase di nuova costruzione o di manutenzione straordinaria del tetto.
C’è da smontare la porzione di lucernario e della copertura oggetto dell’intervento, compresa parte dei listelli.
Poi c’è da installare la nuova rete e ripristinare il tutto.
Spesso i lucernari in vetroresina o in policarbonato non sono recuperabili causa troppi fori fatti in fase di prima installazione.
Fori che rischiano di far crepare il materiale traslucido plastico.
Quindi c’è da ricomprare il tutto.
Oppure si può rimediare con le reti Safety Net Hi-Vis di Pasini.
Le reti Safety Net Hi-Vis di Pasini sono reti anticaduta testate e certificate per essere installate sopra i lucernari, all’estradosso.
Purché ci sia una copertura metallica in buone condizioni.
Si installano infatti mediante linguette da rivettare sulle lamiere grecate o sui pannelli sandwich metallici.
In una buona gamma di configurazioni.
Si installano sia su coperture d’acciaio che su coperture in alluminio.
Purtroppo NON si possono installare sulle coperture in fibrocemento ecologico.
Possono andare sia su lucernari con andamento parallelo al colmo, configurazione tipica dei capannoni prefabbricati in calcestruzzo con tetto a trave delta e tegolo.
Sia sui lucernari con andamento ortogonale alla gronda, configurazione tipica dei capannoni con tetto in carpenteria metallica o legno.
Ma si possono installare anche sulle coppelle curve delle travi a Y!
Si possono cucire e giuntare per mettere in sicurezza lucernari di grandi dimensioni.
Le reti Safety Net Hi-Vis sono state testate da Pasini anche nel caso in cui, su dimensioni molto grandi, è necessario cucirle insieme.
Pasini offre sia le istruzioni per le cuciture di prolungamento, sia per le cuciture in parallelo.
Quando cioè le reti hanno un’altezza (altezza del rotolo) insufficiente per mettere in sicurezza tutta l’ampiezza del lucernario.
Le reti Safety Net HI-Vis possono essere affiancate e cucite in parallelo: uniche nel loro genere.
La qualità del metallo e il rivestimento plastico ad alta visibilità delle Safety Net Hi-Vis.
Il nome completo è Safety Net Hi-Vis 600-1200 J che sta a significare che, al suo stato ottimale, può resistere a sforzi fino a 1200 Joules.
È una rete elettrosaldata testata e certificata da ente terzo.
Ha quattro fili di cimosa alle estremità in altezza, i fili che resistono agli strappi in caso di caduta.
I fili orizzontali e verticali sono in acciaio zincato con massa di rivestimento classe D come da norma UNI EN 10244-2.
Sono rivestite con un’ulteriore strato di protezione in PVC sinterizzato, in modo da garantire una vita utile di almeno 10 anni, in ambienti con classe di corrosività fino a C5 (secondo la norma UNI EN ISO 9223).
Inoltre sono di un colore giallo ad alta visibilità che le rendono facilmente individuabili sul tetto, anche in condizioni di visibilità non ottimali.
Così non ci si mette sopra un piede neanche per sbaglio.
Safety Net Hi-Vis e impianti fotovoltaici: l’esperienza di un caso studio.
Le reti Safety Net Hi-Vis non sono utili solo per rimediare, a posteriori, a reti inesistenti o certificazioni mancanti.
Sono un’ottima soluzione anche per migliorare le condizioni di sicurezza di un tetto, in special modo quando cambiano le condizioni d’uso della copertura.
Lo sa bene il nostro cliente Nello Izzo di RC Safety srl, società di consulenza di Napoli.
Nello si è trovato a dover gestire la sicurezza durante l’installazione di alcuni grossi impianti per la produzione di energia da fotovoltaico, ad Atessa, in provincia di Chieti.
Impianti per complessivi 4 MWp.
Lo studio Rc Safety è stato incaricato per la progettazione della messa in sicurezza delle coperture in quanto presentavano diversi fattori di rischio emergenti durante le attività di manutenzione degli impianti.
Ovvero, le protezioni esistenti, pensate per un accesso sporadico in copertura, potevano non essere più sufficienti dal momento in cui, con l’impianto FV, la presenza dei manutentori sarebbe stata frequente.
Dice Nello:“ho coinvolto IN-SAFETY proprio perché, in qualità di professionisti della sicurezza, è importante confrontarsi con degli specialisti come loro per individuare la soluzione migliore, sia in termini di funzionalità sia in termini ergonomia e sicurezza.
Da un punto di vista progettuale, l’installazione di una rete esterna consigliata da Cristiano Bianchi e Francesca Albanese (specialisti del Consorzio IN-SAFETY – N.d.A.) mi sembrava la più idonea in una situazione di adeguamento di un edificio esistente che di lì a poco avrebbe visto cambiare la sua funzione: non più solo manto di protezione di un edificio ma sede di un impianto fotovoltaico funzionante da manutenzionare costantemente.”
Se anche tu cerchi soluzioni per mettere in protezione i lucernari della tua copertura, chiedi ad uno specialista IN-SAFETY.