Come il Network degli specialisti IN-SAFETY può migliorare la sicurezza anticaduta e negli spazi confinati con soluzioni low cost evitando di farti spendere in superflue e costose attrezzature o DPI sbagliati
L’unico network di specialisti in grado di supportarti in ogni fase di riduzione dei rischi.
IN-SAFETY è il primo e unico Network di Specialisti in sistemi per la protezione contro le cadute dall’alto e in procedure sicurezza negli spazi confinati.
Possiamo operare in tutto il territorio nazionale e in ogni settore industriale, dal petrolchimico fino all’industria agroalimentare e zootecnica.
Siamo operatori professionisti, progettisti specializzati in sicurezza, installatori, soccorritori e manutentori.
Veniamo supportati tecnicamente dai più importanti produttori di sistemi anticaduta, attrezzature di recupero e DPI i quali trovano in noi i partner con l’esperienza adeguata per aiutarli a diffondere, migliorare ed integrare i propri prodotti più avanzati.
Questa situazione ci consente di:
- abbassare i tempi di intervento e i costi di trasferta a tutto vantaggio delle aziende che si rivolgono a noi proprio perché ogni nostro associato è potenzialmente vicino;
- seguire tutto il processo di riduzione dei pericoli, dall’analisi dei rischi fino alla gestione delle manutenzioni dei sistemi installati senza la necessità di contattare aziende diverse;
- consigliare e fornire sempre l’attrezzatura giusta, se serve, abbinata al giusto addestramento specifico, perché conosciamo e abbiamo testato personalmente e praticamente ogni produttore sul mercato.
Solo con gli specialisti di IN-SAFETY è possibile trovare le soluzioni ai rischi con un unico interlocutore che fa risparmiare tempo e denaro.

Immagini da IN-SAFETY Solutions Tour – corporature diverse, imbracature diverse – comprare un modello taglia unica può rendere il lavoro difficoltoso a qualcuno, costringendovi a ricomprarla e spendendo DUE VOLTE
Se non serve, non farlo o non comprarlo.
La prima regola della sicurezza contro le cadute dall’alto è:
“Se puoi, non salire”
Così come la prima regola per il lavoro in uno spazio confinato è:
“Se puoi, non entrare”
Queste due regole, così banali all’apparenza e così elementari, spesso sono la formula giusta per migliorare drasticamente la sicurezza in azienda.
E’ ovviamente un concetto sconosciuto a chi produce e vende sistemi anticaduta anche perché il loro lavoro è vendere i prodotti, non di insegnarti a farne a meno.
Gli specialisti come noi usano principi diversi, basati sulla semplificazione e sulla gestione ergonomica della sicurezza.
I principi sono i seguenti, già illustrati nell’articolo “L’ABCD dell’anticaduta” , ma che si possono traslare anche sugli spazi confinati.
Puoi lavorare dal basso senza salire in quota o evitare di entrare in un ambiente confinato?
Ci vengono in mente numerose applicazioni di questa regola che vanno dalla più semplice, come utilizzare aste, fino ad automatizzare alcune operazioni con comandi dal basso.
Soluzione quest’ultima che sembra più costosa ma che alla lunga fa risparmiare moltissimo (no scale, no addestramento, nessun DPI, nessuna ispezione annuale e NESSUN RISCHIO INFORTUNI).
Negli spazi confinati, per esempio quando si devono eseguire ispezioni o campionature, è possibile prelevare i campioni da fuori con apposite aste attrezzate oppure, visto che la tecnologia esiste e ci sono aziende che lavorano con noi e che offrono questo servizio, si può mandare dentro una telecamera o un drone per le videoispezioni?
In un prossimo futuro, anche per usi piccolo-industriali, saranno disponibili mini robot in grado di saldare, stringere, afferrare, ecc. ecc… insomma, di lavorare negli ambienti confinati al posto dell’uomo. Stay tuned!

E’ possibile ridurre al minimo i tempi di permanenza in quota e/o di lavoro all’interno e quindi di esposizione al rischio?
Lavorare sulle procedure di intervento facendo eseguire a terra tutte quelle operazioni di pre-assemblaggio o di preparazione per poi, solo in un secondo momento, portare il tutto in quota per le lavorazioni finali.
Un esempio pratico è quello di prevedere un argano di sollevamento materiali per agevolare il trasporto in quota (o l’inserimento all’interno dello spazio confinato) di quelle attrezzature che solitamente sono smontate e vengono movimentate in pezzi più leggeri: preferire il montaggio a terra o fuori e poi muovere il tutto solo all’ultimo momento.
Tra le molteplici soluzioni che proponiamo, ci sono anche verricelli per materiali, sia con cavo d’acciaio (vedi HONOR SAFETY & CONSULTANCY) che con fune (vedi HARKEN).
Se dovessimo applicare lo stesso principio agli ambienti confinati, penseremo piuttosto nel cercare di migliorare le aperture, ingrandendole.
Oppure spostandole ad un piano di campagna più agevole, un po’ come abbiamo fatto per l’essiccatore di cui abbiamo parlato in un recente articolo.
In IN-SAFETY ci sono tecnici e specialisti in grado di mettere mano anche a modifiche strutturali di tali ambienti o macchinari.
Se devi proteggerti da una caduta, puoi adottare sistemi collettivi che non richiedano particolare addestramento?
Come consiglia anche tutta la normativa vigente in materia di sicurezza, i sistemi di protezione collettiva sono da preferire rispetto a sistemi di ancoraggio.
Un sistema di protezione collettiva, un parapetto o un camminamento protetto, è più sicuro e non richiede particolare addestramento.
Inoltre non pone limitazioni al numero di operatori in contemporanea.
E non parliamo solo di parapetti permanenti.
Analizzando e valutando con occhio tecnico le dinamiche e la frequenza di certi interventi in quota, anche nelle industrie si può ricorrere all’installazione temporanea di parapetti, ponteggi o reti anticaduta.
Lo stesso principio, traslato negli spazi confinati, può tradursi nell’utilizzo di sistemi di ventilazione o bonifica dell’aria che limiteranno l’impiego di APVR, con buona pace di portafogli e tempo impiegato per l’addestramento specifico.
Come IN-SAFETY, lavoriamo con partner specializzati nella ventilazione, portatile o fissa, e nei sistemi di rilevamento gas permanenti.

Quando e quali sistemi di ancoraggio anticaduta utilizzare?
Un sistema di ancoraggio anticaduta dovrebbe rappresentare l’extrema ratio, la soluzione da adottare una volta escluse le precedenti.
Pensare subito agli ancoraggi anticaduta in termini di linea vita e dispositivi è alquanto fuorviante.
La prime cose da valutare sono:
- che tipo di lavoro si deve svolgere in quota e che attrezzature portare?
- si riesce a portare tutto attraverso il sistema di accesso presente, ad esempio, una scala con gabbia?
- quante volte l’anno è necessario salire in quota e in quante persone?
Da queste considerazioni di base, si parte a studiare il sistema che deve essere il più semplice ed ergonomico possibile.
Cosa vuol dire? Più sono le tipologie di ancoraggi usati nello stesso sistema e maggiore è il numero di DPI da utilizzare per passare da uno all’altro.
Maggiori sono quindi le probabilità di un uso non corretto del sistema o del suo NON uso.
Più è complicato il sistema, più il lavoratore avrà la tendenza a semplificarsi da solo le procedure o a non tenerne conto.
Semplificare vuol dire spesso anche risparmiare sul lungo termine.
Negli spazi confinati, prima le procedure poi le attrezzature
Le procedure studiate per le peggiori condizioni possibili forniscono la direzione nella scelta della giusta attrezzatura.
Quale è la peggiore situazione possibile?
Non l’accesso o il lavoro, queste sono condizioni standard.
La peggiore condizione è il salvataggio in emergenza di un lavoratore ferito, soprattutto se privo di conoscenza e in imminente pericolo di vita.
Un lavoratore caduto e appeso ad una linea vita, se incosciente, ha circa 15 minuti prima che subentri la sindrome da sospensione inerte.
Dopo 20 minuti circa potrebbe avvenire il decesso.
In uno spazio confinato, se la situazione è stabile e il ferito è cosciente e lucido, si aspettano i soccorsi dei VVFF.
Ma se il ferito è grave, in via di dissanguamento, con insufficienza respiratoria o altre situazioni drammatiche (allagamento imminente o incendio all’interno), deve essere tirato fuori il prima possibile, costi quel che costi, ad esclusione solo del rischio della vita del soccorritore.
Se si valuta che anche il soccorritore potrebbe rischiare la vita, non lo si fa entrare, peggiorerebbe solo la situazione.
Per questo bisogna essere preparati e, in un ambiente di lavoro familiare e conosciuto, l’improvvisazione non è ammessa.
Studiando bene le procedure PRIMA, si può attrezzare l’intervento in maniera adeguata anche in previsione delle peggiori situazioni.
Valutare solo le fasi di accesso ed uscita, porta spesso a comprare attrezzatura inutile o inadeguata alle peggiori condizioni.
Se non è spreco di denaro, questo…

Addestramento specifico sulle proprie procedure.
Vi è un’evidenza di una grande offerta di corsi di formazione sulla sicurezza.
Grande offerta vuol dire tanta concorrenza tra docenti e agenzie di formazione. Tanta concorrenza vuol dire prezzi più bassi.
Arrivati ad un certo limite (e secondo me, in alcuni casi lo abbiamo passato da un bel po’), per continuare ad abbassare il prezzo si comincia ad erodere la qualità.
Siamo arrivati a corsi sui lavori in quota e DPI di III^ categoria, da seguire on-line e senza nemmeno provare ad indossare un’imbracatura o un elmetto protettivo.
Ne parliamo poi di corsi per il lavoro in ambienti confinati. Non essendoci una norma che indica cosa insegnare e quante devono essere le ore minime, siamo arrivati a corsi di 4 ore di SOLA TEORIA.
E “arrivati” non è la parola giusta: molte agenzie di formazione sono “partite” da 4 ore di corso teorico.
Questo modo di fare incontra bene il favore di quelle aziende (datori di lavoro) per la quale la sicurezza è un mero obbligo burocratico ma allo stesso tempo confonde chi la formazione ai propri lavoratori vorrebbe farla seriamente.
Quindi siamo ad un bivio?
O corso teorico economico o corso di almeno 18 ore, molto costoso e che parla di tutti i problemi di lavoro in spazi confinati?
Formazione che, in entrambi i casi, lascia o con poche informazioni o con una mole di informazioni tali da riuscire a malapena a distinguere quello che si deve fare nella propria azienda da tutto quello che è lo scibile umano in materia.
La terza via della formazione
Esiste una terza via, quella che abbiamo messo a punto, sulla base della nostra esperienza, in qualità di specialisti.
Come funziona.
Formiamo i lavoratori sul proprio posto di lavoro e li addestriamo alle situazioni che potrebbero incontrare realmente.
In breve, fornite le basi dell’anticaduta e del corretto uso dei DPI di III^ categoria, si passa ad esercitazioni con prove reali, con l’attrezzatura che useranno quotidianamente, nelle situazioni che dovranno affrontare nella pratica.
I vantaggi sono:
- nessuna o ridotta spesa di trasferta;
- programma di formazione ottimizzato nell’efficacia e nei tempi;
- pratica reale con la propria attrezzatura;
- verifica sul posto dell’idoneità o meno di un lavoratore ad una certa mansione;
Al punto 1, il risparmio è evidente.
Ottimizzando il programma, si riducono al minimo necessario le ore richieste per insegnare realmente quel che serve ai lavoratori in quell’azienda.
Addestrarli con la loro attrezzatura sulle situazioni reali all’interno della propria azienda, evita ad esempio le ore sprecate a far salire e scendere un lavoratore da un tripode quando nella realtà avrà a che fare con vasche ad accesso ed estrazione orizzontale.
Con le prove pratiche in azienda, si capiscono anche quali sono i lavoratori più o meno adatti ad una determinata mansione.
Non è raro scoprire, durante il corso di lavori in quota, che qualche operatore soffre di vertigini senza che lo avesse mai sperimentato prima.
Oppure, durante la formazione ambienti confinati, si scopre che il lavoratore soffre di claustrofobia o non riesce a respirare con una maschera facciale.
O più banalmente, posso scoprire che uno degli addetti all’ambiente confinato è troppo grosso per passare dal passo d’uomo 30×40 cm, ecc.ecc.

La chiave per un risparmio efficiente sulla sicurezza.
La formula è una sola: la giusta soluzione pratica per il problema reale.
Si risparmia non sprecando.
Non ci stancheremo mai di ripetere che non siamo produttori o rivenditori esclusivisti di una qualche azienda produttrice.
Noi veniamo, vediamo, cerchiamo di capire cosa serve.
Troviamo la soluzione e la mostriamo confrontandoci con l’RSPP e con chi realmente dovrà usarla.
Se sul mercato non c’è quella giusta, la costruiamo su misura, siamo tecnici esperti e ingegneri.
La installiamo, la certifichiamo e addestriamo i lavoratori ad usarla.
Adesso manca solo che ci chiamate per un sopralluogo o una dimostrazione gratuita.
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